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S&P: moda e lusso, ancora crescita ma solo per le big

L’ultimo rapporto di Standard & Poor’s sul settore della moda italiana ed europea sancisce la fine della grande crescita dell’ultimo decennio ma anche prospettive incoraggianti per il futuro, soprattutto per i grandi marchi.

S&P: moda e lusso, ancora crescita ma solo per le big

Moda e lusso continueranno a crescere, ma più lentamente rispetto agli ultimi 10 anni. A sostenerlo è l’agenzia di rating Standard & Poor’s nel suo rapporto dal titolo “Europe’s Luxury Goods Industry Will Likely Cope Well With Ongoing Shifts In Global Demand”: la ripresa delle economie mature ci sarà e continueranno anche ad aumentare i mercati emergenti, ma questo non basterà, per l’industria italiana ed europea del fashion, a ritrovare i tempi d’oro. Tranne se ti chiami Armani, Prada o Ferragamo: perchè secondo l’analisi di S&P i player più importanti e indipendenti potranno continuare a consolidarsi, e la polarizzazione tra grandi giocatori e quelli più piccoli potrà aumentare.

“La storia di successo di diversi giocatori indipendenti, come Prada, Ferragamo, Armani, Dolce & Gabbana, Max Mara, Trussardi, Tod’s, e Zegna, per citarne solo alcuni, mostra che società indipendenti ben gestite che producono ottimi prodotti sono ben posizionate per continuare ad avere successo e continuare a crescere”, ha sottolineato l’analista Barbara Castellano, citando alcune delle più note maison italiane.

In generale però, nota l’agenzia statunitense, la crescita avverrà probabilmente a un ritmo più lento rispetto al rapido aumento registrato negli negli ultimi 10 anni, e la concorrenza di marchi extra-Ue è probabile che si intensifichi. La chiave è sempre la stessa: ripresa troppo lenta nel vecchio continente e la Cina che non cresce più come qualche anno fa, e che ha rallentato la domanda. “La stagnazione in Europa – spiega ancora l’analista – e il rallentamento della domanda proveniente dalla Cina hanno aumentato l’attenzione da parte delle aziende del lusso sulla produzione e sul fatto di mantenere un vantaggio competitivo nella loro rete di vendita al dettaglio. Crediamo tuttavia che l’industria del lusso continuerà a crescere a un ritmo mid-single-digit, vista la crescente domanda da parte delle economie più recenti, insieme alle tendenze demografiche favorevoli in Europa”.

L’aspetto demografico è tuttavia solo uno degli aspetti: i consumatori di lusso costituiscono infatti meno del 5% della popolazione mondiale (circa 330 milioni di persone, secondo la società di consulenza Bain & Company), e questa cifra comprende sia il “vero lusso” e che la categoria inferiore detta “premium”. Mentre il segmento di clientela quest’ultimo è più grande, attualmente – e marcatamente con la crisi – contribuisce molto meno alle vendite che i consumatori di lusso vero, che spendono di più in beni di lusso. 

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