Bene hanno fatto le banche a adeguarsi alle richieste dell’Europa sui nuovi requisiti patrimoniali, anche se per le imprese ci saranno costi di finanziamento aggiuntivi. Ma un atteggiamento diverso avrebbe significato una diminuzione del credito, con evidenti ripercussioni per l’economia. E’ questo, in sintesi, il parere dell’agenzia di rating Standar & Poor’s illustrato in commissione Finanze della Camera dall’amministratore delegato di S&P Italia, Maria Pierdicchi, e dal direttore di S&P per le istituzioni finanziarie italiane, Renato Panichi.
In seguito ai requisiti imposti da Basilea 3 “crediamo che i costi di raccolta potrebbero pesare tra i 30 e i 50 miliardi per le imprese dell’eurozona e tra i 9 e i 14 miliardi per le imprese statunitensi”, hanno afffermato. Questa cifra, secondo i rappresentanti dell’agenzia di rating, rappresenta un aumento tra il 10 e il 20 per cento circa rispetto agli attuali costi di finanziamento delle imprese. E le societa’ piu’ penalizzate saranno quelle piu’ piccole private, rispetto alle grandi aziende. Secondo Standard & Poor’s “c’e’ un effetto di costo notevole” dall’entrata a regime delle nuove regole di Basilea 3 e potrebbe esserci una “minor propensione” agli investimenti e l’impatto piu’ forte riguardera’ gli investimenti in private equity ed equity. Alcune aziende potrebbero privilegiare il credito a breve termine, meno costoso, per raccogliere fondi ma con un “rischio di sbilanciamento” sul fronte della “solidita’”.
Detto questo, S&P rimarca come è tuttavia “importante che la risposta delle banche italiane all’invito al rafforzamento di capitale arrivato dall’Eba sia stata quella degli aumenti di capitale e non del deleveraging: una scelta che avrebbe significato una diminuzione dei crediti”, con impatti negativi per l’economia.
Nel corso dell’audizione Maria Pierdicchi ha anche spiegato perchè Standard & Poor’s ha recentemente deciso di mettere sotto osservazione, in maniera contestuale, i rating sovrani di 15 paesi della zona euro, tra cui quello dell’Italia: “Al di là della situazione italiana esiste un problema europeo che si riflette sul rating dei singoli paesi, per questo abbiamo deciso di mettere sotto osservazione contemporaneamente 15 paesi”.