Torna a farsi sentire, la “maledizione” delle agenzie di rating: a Piazza Affari (Ftse/Mib a quota 20471 -0,19%), in calo anche il Cac parigino (-0,14%), mentre il Dax segna +0,08%.
A complicare il cammino dei finanziari è stata la presa di posizione di Standard & Poor’s che stamattina ha avvertito che il rollover (prolungamento semiautomatico) del debito greco potrebbe determinare un “default selettivo.” “E’ nostra opinione – rimarca la nota odierna di S&P – che ciascuna delle due opzioni di finanziamento proposte della Fédération Bancaire Francaise (FBF) porterebbe a un default secondo i nostri criteri”.
L’obiettivo del piano portato avanti dalla Francia è quello di arrivare a un rollover di oltre 30 miliardi di euro di obbligazioni greche da parte delle banche con la trasformazione dei titoli in scadenza in bond trentennali che presentano interessi inferiori a quelli attuali. Il piano ha già ricevuto il sostegno da parte delle banche francesi, le più esposte sul fronte greco e la settimana scorsa il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, ha annunciato che anche le istituzioni finanziarie teutoniche contribuiranno al salvataggio di Atene rinnovando 3,2 miliardi di titoli in scadenza. Standard & Poor’s lo scorso mese aveva ridotto il proprio giudizio sul merito di credito della Grecia a “CCC” da “B”. A prescindere dall’implementazione o meno delle proposte francesi, S&P continua a rimarcare come sul merito di credito della Grecia continui a gravare l’incertezza sulle capacità di Atene di tener fede agli impegni presi con Ue e Fmi.
Al contrario, ribatte a distanza l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni, un accordo sul rinnovo del debito greco da parte dei creditori privati è “indispensabile” secondo l’Amministratore Delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, aggiungendo che “noi parteciperemo secondo quello che ci verrà richiesto”. L’avvertimento di S&P’s è, a detta di Ghizzoni, “un’interpretazione tecnica, troppo tecnica. Speriamo che questo non avvenga”. “Un accordo e’ indispensabile per l’Europa e non solo per l’Europa”, ha detto il manager.
Perdono colpi, comunque, le “banche di sistema”: Intesa (-1,83%) ed Unicredit (-1,56%) a Milano, Société Générale e Bnp Paribas a Parigi, Barclays e la stessa Ubs che si prepara ad accogliere il mastino Axel Weber che ha optato per la banca elvetica snobbando la corsa per la successione a Joseph Ackermann ai vertici di Deutsche Bank. L’indice Stoxx bancario perde l’1%.
SOCGEN SPINGE IL RECUPERO MPS
HSBC PROMUOVE IL BANCO POPOLARE
L’impatto è stato meno forte per altre banche, a partire da Ubi (+2,86%), che sta digerendo il recente aumento di capitale, fino a Banco Popolare (+0,56%) tornato “neutral” da underweight” secondo Hsbc. Mps (+4,24%) è al centro di ricoperture dopo le massicce vendite legate alla trattazione dei diritti dell’aumento. Société Générale ha alzato il giudizio per Mps a “buy” da “hold” pur tagliando il prezzo obiettivo a 0,75 euro per tenere conto degli effetti dell’aumento di capitale. Il broker scrive che la banca sarà adeguatamente patrimonializzata dopo la ricapitalizzazione. L’effetto del processo di ristrutturazione, inoltre, non si è ancora del tutto esaurito, mentre la joint venture con Axa nel settore della bancassurance dovrebbe sostenere la crescita dei ricavi. Scendono anche i titoli del risparmio gestito, in attesa di digerire l’impatto del riordino della tassazione sulle rendite finanziarie annunciata assieme alla Finanziaria: Mediolanum perde l’1,2%, Azimut l’1,2.
JP MORGAN ABBASSA A 16 EURO IL TARGET GENERALI
IN SERATA LA SENTENZA CIRIO: GERONZI RISCHIA 8 ANNI
Ancora in altalena la Fonsai, ora in terreno poitivo (oltre più 1 per cento) anche per l’arrivo del fondo Amber che, secondo Il Sole24Ore, punterebbe a raggiungere il 3,5% del capitale. La decisione dell’Antitrust sull’aumento di capitale e l’obbligo di cedere la partecipazione nelle Generali (-1,15) verrà comunicata mercoledì 6 luglio.
Intanto JP Morgan ha abbassato il target price delle Generali da 18 a 16 euro. Potrebbe arrivare in serata la sentenza per il crac del gruppo Cirio: i giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma sono entrati in camera di consiglio da pochi minuti. Nell’udienza del 2 marzo scorso, i pubblici ministeri avevano chiesto complessivamente 221 anni di reclusione, riferiti a 31 imputati accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, preferenziale e distrattiva, e di truffa (reato prescritto). Le pene piu’ alte richieste dai rappresentanti della pubblica accusa hanno riguardato Sergio Cragnotti (15 anni di reclusione), il genero Filippo Fucile (12) e l’ex presidente di Banca di Roma Cesare Geronzi (8).
PRADA HA ESERCITATO LA GREEN SHOE
ALTRI 329 MLO DI DOLLARI PER MIUCCIA
Prada raccoglie 2,5 miliardi di dollari di Hong Kong, circa 321 milioni di dollari aggiuntivi attraverso l’esercizio della ‘greenshoe’, nell’ambito del collocamento del titolo della casa di moda sulla piazza azionaria asiatica. La società ha annunciato che i propri ‘bookrunner’ hanno esercitato l’opzione di sottoscrizione per un altro 2,5% del capitale, che fa scendere la quota della controllante Prada Holding BV all’80% delle azioni. Prada ha raccolto 2,14 miliardi di dollari attraverso la propria Ipo, che ha visto il titolo prezzato nella parte bassa del range indicato. Prada ha ceduto il 3,5% a Hong Kong, anche se resta in rialzo di circa il 18% dal 24 giugno, giorno del debutto agli scambi.
FIAT PERDE ANCORA QUOTE IN EUROPA
MA CHRYSLER FA BOOM IN USA: +30%
Positiva la Fiat che sale dell’1,13%. In Europa il settore auto guadagna lo 0,5%. Exor sale dello 0,7%. Sono stati diffusi i dati sulle vendite di auto in Italia a giugno: mercato -1,7% a 169mila unità e Fiat -3,6% con una market share del 29,8%, in leggero calo dall’anno scorso. Fiat è risultata debole anche in Francia (mercato -12,6%, Fiat -23,5%) e Spagna (mercato -31,4%, Fiat -50%).
Ha fatto molto bene Chrysler in Usa che con 120.394 veicoli venduti segna una crescita del 30% dallo scorso anno rispetto a un mercato in crescita del 7% a 1,053 milioni di unità ancora penalizzato dall’andamento negativo dei produttori giapponesi. Oggi, scrive il New York Times, la Casa Bianca detterà le nuove regole sulle caratteristicghe dell’auto pulita, oggetto di un discussione con i tre Big di Detroit: entro il 2050 le emissioni di anidride carbonica dovranno essere dimezzate.
ENI: NUOVO RINVIO DI UN ANNO PER I POZZI DI KASHAGAN TI
LIMITATO L’IMPATTO DEL TAGLIO UE A I COSTI DEL ROAMING.
Continua l’eterna telenovela del Kazakhstan, in cui l’Eni (+0,42%) continua a giocare un ruolo di rilievo. Il Daily Telegraph ha riportato venerdì che l’avvio della fase di sfruttamento del maxi-giacimento kazako di Kashagan potrebbe subire uno slittamento di un anno rispetto alla data prevista, ovvero fine 2012/inizio 2013. Il consorzio di imprese partecipato da Eni che lavora allo sviluppo del campo petrolifero sarebbe in ritardo nella realizzazione dell’isola artificiale sulla quale dovrebbe avvenire la maggior parte del processo di estrazione. Per riuscire a rispettare i tempi fissati, le aziende avrebbero dovuto optare per l’avvio di un piano di emergenza che prevedeva, in via provvisoria, di avviare la produzione sulla terraferma.
Telecom Italia (-0,89%) sotto gli occhi di Equita, dopo la notizia del Financial Times per cui nel corso della settimana la Commissione europea annuncerà un piano per la riduzione delle tariffe telefoniche di roaming internazionale. Il provvedimento dovrebbe interessare le tariffe voice, sms e data e queste ultime potrebbero essere ridotte del 75% entro il 2014. “Riteniamo – sostiene Equita nella nota odierna – che il roaming mobile internazionale valga meno dell’1% del fatturato del gruppo Telecom”.
Inoltre, sempre secondo la stampa, l’Unione europea avrebbe invitato l’Agcom italiana a imporre tariffe di terminazione mobile più aggressive, in quanto quelle italiane sarebbero superiori alla media. “Prosegue quindi la deflazione portata dal regolatore che si assomma a quella portata dalla forte competizione di settore”, concludono gli esperti, confermando la raccomandazione reduce con target price a 1,12 euro. Nel frattempo, il titolo sul Ftse Mib guadagna lo 0,21% a 0,959 euro.
OGGI AL VIA L’AUMENTO DI ANSALDO STS
DEAL SUDAMERICANO PER ATLANTIA E SIAS
Atlantia all’attenzione di Intermonte, dopo la firma del closing dell’accordo sottoscritto il 18 aprile scorso con Acciona. Il deal prevede l’acquisto da parte di Atlantia del 50% del capitale di Vespucio Sur e Litoral Central 2011 ad un prezzo di 290 milioni ed un enterprice value di 430 milioni. “Ricordiamo che – spiega Intermonte nella nota odierna – come da accordi con Sias, al termine di vari steps Autopista do Pacifico (controllata da Atlantia e Sias) utilizzerà parte dell’incasso della quotazione in borsa attesa per l’autunno per acquistare da Atlantia gli assets allo stesso prezzo di 290 milioni. Closing come da attese, in futuro l’operazione dovrebbe permettere ad Autopista di conseguire interessanti sinergie operative”, concludono gli esperti, confermando la raccomandazione outperform con prezzo obiettivo a 19,80 euro.
Parte oggi la seconda tranche dell’aumento di capitale gratuito di Ansaldo Sts: saranno emesse 20 milioni di nuove azioni, 1 nuova azione ogni 6 possedute. Il fattore di rettifica dell’operazione è 0,85714286. Ansaldo Sts è “buy” per gli analisti di Nomura che riducono il target price da 13 a 11 euro in seguito all’emissione di 20 milioni di nuove azioni per la seconda tranche dell’aumento di capitale. Il broker si aspetta un aggiornamento della guidance per il 2011 per il prossimo 26 luglio, quando verranno presentati i risultati del secondo trimestre.
SHOPPING TURCO PER LA RECORDATI MOSCA
NON FRENA LA CORSA DI CAMPARI
Fra le mid cap sale del 2,5% Maire Tecnimont.
Di rilievo l’exploit di due titoli già assai popolari, oggi decadute: Seat +11,7% e Tiscali +7%. Per quanto riguarda Seat, il rialzo sembra confermare l’indiscrezione secondo cui le e banche creditrici hanno dato il consenso alla società per rinegoziare il debito sulla base della conversione in equity del junior bond lighthouse (circa il 40% /50% dei proprietari del bond sarebbero d’accordo). Tuttavia non ci sarebbe l’approvazione dei fondi di private equity azionisti e un particolare di CVC.
Di rilievo anche l’operazione di Recordati (+1,5%) che ha portato a termine un’imiortante acquisizione in Turchia: l’acquisizione del 100% del capitale dell’azienda farmaceutica Dr. Frik Ilac, assicurando al gruppo un asset strategico.
Intermonte alza del 4% le stime 2012-2013 su Recordati, alzando il target price a 9,5 euro dai precedenti 9, mantenendo rating outperform.
Marcia indietro di Terni Energia -2,3%. in sede di revisione del decreto, avrebbe presentato nuovamente la proposta già bocciata dal consiglio dei ministri, di introdurre un taglio del 30% a tutti gli incentivi alle energie rinnovabili, con l’obiettivo di ridurre del 3-4% il costo della bolletta energetica. Il settore, in particolare quello fotovoltaico, ha già subito pesanti riduzioni degli incentivi e ritardi nell’approvazione del quadro regolatorio, che hanno bloccato per diversi mesi le attività di molte aziende. Riteniamo quindi poco probabile che tale proposta sarà approvata dopo essere stata bocciata dal consiglio dei ministri giovedì scorso.
Infine, è sugli scudi Campari (+0,44%) nonostante l’allarme sull’aumento dei dazi doganali russi sul vino italiano, più elevati di quelli praticati sulla concorrenza spagnola e francese. “Se questo fosse confermato – spiegano gli analisti di Equita – non escluderemmo un impatto negativo sui volumi di vendita, per quanto contenuto, se si guarda all’aumento del prezzo in valore assoluto. In vista di un update del target price, crediamo che il titolo, con prospettive di crescita ormai anche superiori a quelle dei concorrenti (tasso di crescita dell’Eps per il 2011-12 +16%, contro il +12% di quello dei peers), minore leva finanziaria e risparmi fiscali sul goodwill sostenibili, meriti di trattare almeno in linea con i competitors in termini di Ev/Ebitda”, concludono gli esperti, mantenendo la raccomandazione buy e target price a 5,7 euro.