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Sovranisti in ribasso in Europa, Francia, Gran Bretagna, Polonia e forse Usa. In Italia due test cruciali in vista

In Europa come in America la musica sta forse cambiando: i sovranisti non hanno più il vento in poppa e i democratici hanno recuperato punti. E in Italia che succederà? Lo diranno due appuntamenti cruciali

Sovranisti in ribasso in Europa, Francia, Gran Bretagna, Polonia e forse Usa. In Italia due test cruciali in vista

E’ presto per dire che la democrazia ha sconfitto il sovranismo e il populismo, ma l’estate del 2024 ci regala scampoli di speranza. In Europa l’onda nera, guidata da Le Pen, Orban e Salvini con la benevolenza di Giorgia Meloni, doveva spaccare il mondo e conquistare Bruxelles ma Ursula Von der Leyen è sempre là e si è guadagnata la riconferma alla guida della Commissione Europea. In Gran Bretagna i Conservatori – sostenuti dal quel personaggio da circo equestre di Boris Johnson – pensavano di aver trovato nella Brexit la chiave non solo per separarsi dall’Europa ma per ridare smalto al Paese e restare a lungo al potere, ma hanno già dovuto rifare le valigie di fronte al successo scintillante del nuovo Labour Party. In Polonia, il saggio europeista Donald Tusk ha sbaragliato i nazionalisti ed è tornato alla guida del Paese. Ma sono soprattutto la Francia e l’America ad alimentare le speranza.

In Francia Macron ha arginato l’ondata nera di Le Pen e si prepara a formare un governo democratico

Fino a giugno l’estrema destra di Marine Le Pen sembrava destinata a conquistare la Francia ma non aveva fatto i conti con l’astuto Emmanuel Macron che in due mosse ha sbarrato la strada ai sovranisti e riaperto i giochi democratici: quanti, anche a sinistra, hanno pregiudizialmente criticato il suo scioglimento anticipato del Parlamento e il suo appello all’alleanza repubblicana nei ballottaggi dovrebbero onestamente riconoscere di non aver capito nulla e di essersi lasciati accecare dal rancore e dal pregiudizio. Macron non ha ancora dato un nuovo Governo alla Francia ma ha indiscutibilmente vinto il primo round e ha la concreta speranza di spianare la strada a un governo di centrosinistra o di centro di sicura fede democratica.

Poi c’è la campagna elettorale americana per le Presidenziali del 5 novembre. All’inizio dell’estate il re dei sovranisti e dei populisti, Donald Trump, era sulla cresta dell’onda e i Democratici sembravano rassegnati alla sconfitta. Poi il Presidente Joe Biden s’è convinto a ritirarsi dalla competizione elettorale e ad aprire la strada a Kamala Harris e da allora la musica è cambiata. Non è affatto detto che Kamala, malgrado il sostegno di Bill Clinton e di Barak Obama, sconfigga Trump e conquisti la Casa Bianca ma almeno se la gioca e gli ultimi sondaggi la incoraggiano.

In Italia i sovranisti sono al Governo ma non sembrano più avere il vento in poppa: due test cruciali

Europa, Francia, Gran Bretagna, Polonia e forse America: la battaglia tra democrazia e sovranismo-populista non è finita ma quest’estate ci lascia in eredità segnali di speranza. Resta da capire che cosa succederà in Italia. Collocandosi all’opposizione del Governo europeo, la premier Giorgia Meloni ha perso un’occasione forse unica di mettersi definitivamente alle spalle il suo passato sovranista, nazionalista e populista e di completare la sua trasformazione in credibile leader di una rispettabile e moderna destra conservatrice. E da allora non solo ne ha più azzeccata una e ha eroso il patrimonio reputazionale che aveva conquistato sulla scena internazionale ma, per salvare la barca del Governo, si è sempre di più lasciata condizionare dall’estrema destra filo-Putin di Matteo Salvini isolandosi dall’Europa. Come andrà a finire? La caduta del Governo Meloni non è per ora alle viste ma nessuno scommetterebbe sulla sua durata fino alla fine della legislatura nel 2027. Conterà il voto delle elezioni americane e conterà l’evoluzione politica italiana, sia sul versante di destra che su quello di centrosinistra. Sono in arrivo due test cruciali. Se Meloni dovesse perdere le elezioni regionali in Emilia, in Umbria e perfino in Liguria e se in seguito dovesse perdere il referendum sull’Autonomia differenziata, nulla sarà più prima e per il sovranismo italiano potrebbero essere colpi da ko. Bella partita. Si vedrà.

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