L’asta di Sotheby’s Milano che si tiene il 13 giugno prossimo è una raccolta che comprende circa 80 lotti, nella quale, per la parte dedicata alle Sculture e agli Oggetti d’Arte, è interessante notare come siano rappresentate tutte le tecniche più raffinate che attraversano gli stili artistici dal Rinascimento al Neoclassicismo.
Alcuni degli arredi si possono considerare veri e propri Works of Art, secondo il taglio da wunderkammer dato dal collezionista e, a titolo d’esempio, citiamo la Console Romana realizzata a cavallo tra il Sei e il Settecento, con sostegno in forma di trofeo militare con volute e il piano impiallacciato in diaspro di Sicilia e verde antico (Est. 20,000-30,000 EUR).
La Console Romana trova esempi affini nel catalogo della mostra Fasto Romano tenutasi nel 1991 a Palazzo Sacchetti a Roma a cura di Alvar Gonzàlez-Palacios.
Il Barocco è rappresentato dal grande Calamaio in bronzo della bottega di Niccolò Roccatagliata (c. 1570-1636), 17° secolo, sormontato dalla figura allegorica della Fama tra due Cupidi e iscritto “Non Omnis Moria” (Est.12,000-18,000 EUR).
Ancora del Seicento, è la coppia di placche in Commesso di pietre dure, raffiguranti ciascuna un paesaggio con edifici in calcedonio, agate, pietre dure, con colline in diaspro e fondo in lapislazzuli (Est. 15,000-25,000 EUR).
Già realizzato e proveniente dalla collezione del Duca di Norfolk (di cui reca etichetta cartacea di provenienza), il Cofanetto – anch‘esso in commesso di pietre dure – ebano e applicazioni in bronzo dorato, è realizzato dalle Botteghe Granducali di Firenze tra il 1680 e il 1720. Questo prezioso oggetto d’arte ha una stima di 40,000-60,000 EUR. Il coperchio del cofanetto è decorato con placca in commesso di pietre dure raffigurante l’Annunciazione dall’affresco Trecentesco conservato nella chiesa della Santissima Annunziata di Firenze. La qualità del commesso, dell’ebanisteria e delle applicazioni in bronzo dorato di questa cassetta, consentono un confronto con alcune scatole ideate e progettate da Giovanni Battista Foggini (1652-1725). Tra la fine del Seicento e il primo quarto del Settecento l’attività delle Botteghe Granducali fu caratterizzata dalla brillante direzione artistica del Foggini.
Fu soprattutto sotto il lungo regno di Cosimo III (1670-1723) che le manifatture medicee della Granducale Galleria dei Lavori, al primo piano della fabbrica vasariana degli Uffizi, si specializzarono nella creazione di preziosi manufatti da donare ai regnanti e all’aristocrazia di ogni parte d’Europa.
Formato da otto cassetti, ciascuno decorato da due riquadri in pietra paesina, è lo Stipo in pietra paesina e legno ebanizzato dei primi anni del 17° secolo. Le placche di questo stipo sono assai simili a quelle che decorano il monetiere – conservato presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano – appartenuto al Canonico Manfredo Settala, celebre anche per la sua collezione di pietre bizzarre (Est. 12.000 – 18.000 EUR).
Raffigurano Adamo ed Eva, nel giardino dell’Eden, e una scena di Caccia allo struzzo la meravigliosa coppia di composizioni in legno di gattice realizzati a microintaglio. Si tratta di una coppia di Microintagli che va posta in relazione all’attività dell’intagliatore bolognese Antonio Bonini, documentato dalla fine del Seicento al 1710, ed era parte della collezione Zambeccari, oggi conservata presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna Questo paio di Works of Art rappresenta al meglio la tipologia di oggetti conservati in queste raccolte di artificialia che avevano lo scopo di generare nel visitatore un senso di meraviglia (Est. 30.000-50.000 EUR).
Giovanni Francesco Pieri (1699-1773) è l’artista napoletano autore del bucolico rilievo in cera policroma su vetro entro cornice coeva in legno e pastiglia dorata, raffigurante una Scena Bacchica. Questa cera si colloca all’interno di un gruppo di opere nelle quali il Pieri infonde la stessa ironia tipica dello spirito napoletano che ritroviamo nelle scene di genere dei presepi e dei gruppi in porcellana prodotti dalla Real Fabrica di Capodimonte. Il nostro rilievo in cera, va messo in rapporto con quelli conservati alla Wallace Collection di Londra. (Est. 8.000-12.000 EUR).
Tra le Sculture in terracotta della collezione, spicca la coppia di Venere e Bacco (h.50 cm ca.) già esposte nella bella mostra organizzata alla Galleria degli Uffizi di Firenze nel 2009: il Fasto e la Ragione, arte del Settecento a Firenze; si tratta, di una coppia di terracotte realizzata da Giovanni Baratta (Carrara, 1770-1747) che fu scultore e decoratore di fama internazionale. La cura e la maestria con le quali le due figure di Venere e Bacco sono realizzate, vanno poste in relazione con una committenza di alto rango.
Baratta lavorò anche alla corte del Re di Danimarca per il quale realizzò alcuni gruppi scultorei nel giardino del castello di Rosenborg a Copenaghen. Lo scultore, allievo del Foggini, lavorò anche per i Savoia e per il Re di Spagna a Madrid. La stima per la coppia di terracotte è di 40.000-60.000 EUR.
Il celebre scultore romano Francesco Righetti (1749-1819, uno degli scultori di maggior successo della Roma di fine Settecento, si formò nella bottega di Luigi Valadier) interpreta la strepitosa fortuna dell’Apollo e Dafne berniniano con un bronzo (h.40cm) già proveniente da Betterton House, Oxfordshire, GB. Il bronzo che ha una stima di 30,000-50,000 euro, è pubblicato in The Loyd Collection of Paintings, Drawings and Sculpture, Londra, 1991.
Il Cabinet Milanese contiene anche un gruppo di preziosissimi e rari Coralli, tra cui eccelle il Cofanetto del 17° secolo, Trapani, in rame dorato, argento e corallo.
Questa scatola da toilette, fu realizzata in legno e rivestita in rame dorato con la sovrapposizione delle decorazioni in corallo e argento; è assai rara poiché pochi davvero sono gli esemplari di cassette in corallo di grandi dimensioni giunte sino a noi (Est. 80,000-120,000 EUR).
Non può mancare in collezione, un Orologio da tavolo, e qui segnaliamo quello in legno scolpito, intagliato dorato e argentato con rifiniture in pastiglia, a forma di anfora biansata, sormontata da un canestro di fiori metallici da cui scendono ghirlande. L’orologio reca l’iscrizione: Antoine Vasquete e fils/orologer du prins du Carignan/Racconis ed è firmato sulla platina posteriore del meccanismo Antonio Vascheti a Racconigi (h.56cm; Est 15,000-25,000 EUR).
Per brevità, in questo racconto della Collezione, segnaliamo nella parte dedicata all’Arte Orientale, la Figura Cinese di Guanyin in bronzo dorato, risalente alla dinastia Ming, e raffigurato in posizione seduta, con indosso una lunga veste aperta sul petto che rivela un’elaborata collana (Est. 40,000 – 60,000 EUR).
E’ incluso nella raccolta milanese, già proveniente dall’antiquario De Carlo di Firenze, un olio su tela del Seicento Arianna Abbandonata da Teseo nell’isola di Nasso di Francesco Morosini, detto Il Montepulciano. Nella grande tela di cm 120×180 (Est. 40.000 – 60.000) Arianna indossa un costume, quasi teatrale, nel gusto fiorentino; e la medesima cura è dedicata alla vesti di Teseo: la sua giacca color oro è profilata da tanti piccoli pendagli rossi, la camicia è panneggiata con maniche sbuffate e la tunica viola è chiusa su un lato da un filo d’oro. Un’attenzione particolare è rivolta inoltre agli accessori, dal fermacapelli alla lunga collana di perle, dal cappello di pelliccia blu cobalto con piume rosse e bianche, agli stivaletti viola, sino all’elsa della spada dalla testa canina. Un ulteriore nota di preziosità alla scena è data dalle numerose conchiglie raffigurate in basso a sinistra nel dipinto.
La tela in asta, che conta un modello preparatorio conservato in una collezione privata a Firenze, è una testimonianza preziosa dell’impegno posto dal Morosini nella commissione, senz’altro prestigiosa, e sembrerebbe databile intorno al 1630, rientrando nel gusto mostrato da alcuni membri di casa Medici per dipinti con soggetto letterario, ispirati cioè all’Orlando Furioso dell’Ariosto, alla Gerusalemme Liberata del Tasso, al Pastor Fido del Guarino e appunto all’Arianna a Nasso del Rinuccini, musicata da Monteverdi.
Nella raccolta non mancano Capricci architettonici di Coccorante, vedute veneziane della cerchia di Guardi, un bel Diziani Il Ritrovamento di Mosè (Est. 50.000 – 70.000 EUR) ma la predilezione del collezionista si è espressa in particolare verso la Ritrattistica del Settecento.
Oltre al ritratto di Gentiluomo di Frà Galgario (Est. 30.000 – 40.000 EUR) già illustrato nella monografia della Gozzoli in I Pittori Bergamaschi, il Settecento, Bergamo, 1982, spiccano due ritratti di Rosalba Carriera.
Pubblicato nella monografia del 1988 e del 2007 dedicata alla più celebre ritrattista veneziana del suo tempo – Rosalba Carriera – Ritratto di Gentildonna a mezza figura (Est. 30,000-50,000 EUR), segue il Ritratto di Gentiluomo a mezza figura, già in catalogo da Sotheby’s a Londra nel 1973 e oggi in asta a Milano con una valutazione di 50,000-70,000 EUR. La celebre pittrice – nota anche per il ritratto di Luigi XV, oggi alla Galleria di Dresda – fu menzionata anche dal Mercure de France nel 1722, con un elogio alla sua attività, in occasione della sua straordinaria ammissione all’Acadèmie Royale de Peinture che l’aveva accolta tra i suoi membri.
Incluso nel catalogo della bella mostra di Trento del 2001, Un ritrattista nell’Europa delle corti. Giovanni Battista Lampi 1751-1830 a cura di Fernando Mazzocca, il Ritratto di Gentiluomo in Rosso (Martin Knoller?), di Giovanni Battista Lampi il Vecchio, apprezzato ritrattista dell’aristocrazia Europea del Settecento (Est. 20,000-30,000 EUR). La tela proviene (già) dalla collezione del Museum Georg Schaefer, Schweinfurt.