All’asta da Sotheby’s il diamante nero grande quanto il palmo di una mano: la sua origine è un mistero, ha una taglia da record ed è composto da materia cosmica. Si chiama “The Enigma” ed è il più grande diamante nero tagliato in circolazione tanto da entrare nel Guinness dei primati del 2006. Esposto per la prima volta al pubblico a Dubai, e poi a Los Angeles dal 24 al 26 gennaio, da oggi la pietra misteriosa, con un peso di circa 111 grammi, scriverà un capitolo nella storia delle aste. Le offerte si aprono il 3 febbraio alle ore 14:00 (15 in Italia) e si chiudono il 9 febbraio e si accetteranno criptovalute per il pagamento. L’asta è senza riserva, ovvero non è stato indicato un prezzo minimo, ma già ora si stima che per Enigma si possa arrivare a 6 milioni di dollari, ma potrebbe superare di gran lunga tale cifra.
Ma cosa rende così affascinante questa pietra interstellare? Sophie Stevens, specialista di gioielli della casa d’aste Sotheby’s, su Instagram ha spiegato che ci sono 3 motivi che la rendono unica al mondo. il primo è che è stata tagliata a 555,55 carati (superando anche il Golden Jubilee, appartenente ai gioielli reali della Thailandia, da 545,67 carati), con 55 sfaccettature dalle dimensioni di 54x44x32 millimetri. Un’impresa quasi impossibile dato che, a differenza di quelli bianchi, i diamanti Carbonado Fancy Black sono policristallini, ossia composti da numerosi e minuscoli cristalli super resistenti e di conseguenza difficilissimi da modellare proprio a causa della sua porosità.
Il secondo riguarda la sua composizione chimica e la sua origine misteriosa dato che l’attuale proprietario ha voluto restare anonimo. Non si sa neppure quando e dove esattamente sia stata trovata, anche se la casa d’aste fa notare che questi tipi di gemme si trovano esclusivamente in Brasile e nella Repubblica Centrafricana, formate tra i 2 e i 3 miliardi di anni fa, in seguito a una esplosione di una supernova o alla caduta di un meteorite essendo stati rilevati sulla gemma osbornite, nitrogeno e idrogeno che abbondano nello spazio. Anche se la comunità scientifica è divisa sulla questione.
Infine, il terzo motivo è la possibilità di aggiudicarsi la pietra preziosissima anche con un pagamento in criptovalute. Un’eccezione che Sotheby’s finora aveva fatto solo per il diamante The Key venduto a Hong Kong l’anno scorso per un corrispettivo pari a 12 milioni di dollari. La dimostrazione che le criptovalute stanno invadendo anche il mondo dell’arte