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Sostenibilità, un “ponte” tra Pmi e banche: il nuovo Documento per facilitare l’accesso ai finanziamenti

Il documento, redatto dal Tavolo per la Finanza Sostenibile con il Mef e diversi enti (tra cui Bankitalia), si propone di dare un vero e proprio “manuale d’istruzioni” alle Pmi per posizionarsi al meglio nel panorama della sostenibilità e migliorare la propria resilienza economica e ambientale

Sostenibilità, un “ponte” tra Pmi e banche: il nuovo Documento per facilitare l’accesso ai finanziamenti

In un mondo sempre più attento alla sostenibilità, le piccole e medie imprese italiane si trovano a dover navigare in un mare di richieste sui temi ambientali, sociali e di governance (Esg). L’obiettivo del Documento per il dialogo di sostenibilità tra Pmi e Banche, elaborato dal Tavolo per la Finanza Sostenibile, presieduto dal ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) con la partecipazione di numerosi enti, (ministero dell’Ambiente, Mimit, Bankitalia, Consob, Ivass, Covip) è proprio quello di fornire alle Pmi gli strumenti necessari per affrontare questa sfida. Ma non solo: vuole anche creare un canale più diretto e semplificato con le banche, facilitando l’accesso a finanziamenti privati e pubblici per le imprese.

Il documento arriva in un momento cruciale, con l’Europa che ha messo al centro delle sue politiche una forte spinta verso la sostenibilità. Mentre le grandi imprese sono già obbligate a fornire informazioni Esg chiare e verificate, le piccole e medie imprese non quotate non sono sottoposte agli stessi obblighi. Eppure, anche queste aziende si trovano a dover rispondere a richieste da parte di grandi clienti e, soprattutto, da banche e istituzioni finanziarie, sempre più interessate a valutare l’impatto sociale e ambientale delle loro attività.

Un documento che semplifica, ma non troppo

Il nuovo documento arriva dopo un processo di consultazione pubblica che ha coinvolto numerosi esperti e ben 61 stakeholders. Il risultato è una versione semplificata rispetto alla proposta iniziale, che ha visto ridurre da 45 a 40 il numero di indicatori da monitorare e ha introdotto stime qualitative per alcune informazioni. Alcuni dati complessi, come quelli relativi alle emissioni di gas serra, sono stati delegati alle banche, alleggerendo così il carico informativo per le piccole e medie imprese.

Nonostante queste semplificazioni, il documento mantiene una certa complessità. Alcune informazioni, come quelle relative al rischio di transizione, sono state rimosse, ma restano ancora altri aspetti che potrebbero risultare difficili per le Pmi meno strutturate, come la gestione della Tassonomia europea e delle politiche ambientali aziendali.

Un aiuto concreto per il futuro delle Pmi

Questo documento si propone quindi di dare un vero e proprio “manuale d’istruzioni” alle Pmi per posizionarsi al meglio nel panorama della sostenibilità e migliorare la propria resilienza economica e ambientale. A beneficiarne non sono solo le imprese, ma anche il sistema bancario, che troverà richieste standardizzate e più facili da valutare. Un vantaggio che, secondo il Mef, potrebbe tradursi in un accesso più rapido e conveniente ai finanziamenti, sia privati che pubblici, inclusi i fondi e le garanzie messe a disposizione dal governo italiano. E chissà, forse in futuro le Pmi italiane saranno pronte a rispondere alle sfide globali con una marcia in più: quella della sostenibilità.

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