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Sostenibilità, Hera: ripensare lo sviluppo si può

Imagoeconomica Stefano Scarpiello

L’economia circolare non è più pensabile in termini di pura gestione dei rifiuti e deve abbracciare un plesso integrato di questioni, che comprende l’ecodesign nella progettazione dei prodotti, il mantenimento delle risorse in uso e la rigenerazione del capitale naturale. Di questo di è tenuto al convegno “L’ecosistema e la sua unitarietà: una sfida per il futuro sostenibile”, tenutosi domenica presso la sede bolognese del Gruppo Hera. Organizzato in occasione della Settimana Europea per lo Sviluppo Sostenibile, l’evento ha visto la partecipazione del Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

La multiutility ha illustrato i principali contenuti del proprio bilancio di sostenibilità, da cui emerge che il valore condiviso, cioè la quota di margine operativo lordo derivante da attività che generano margini operativi per l’azienda e rispondono anche a 10 dei 17 obiettivi di sostenibilità indicati nell’Agenda Globale. Tale quota, in aumento del 10% rispetto al 2016, si è attestata nel 2017 a 329 milioni di euro (1/3 del Mol complessivo) e l’obiettivo è portarla al 40% del Mol per il 2021.

Nel 2017 gli investimenti hanno contribuito allo sviluppo del valore condiviso per 200 milioni di euro. Fra gli interventi principali si segnala la realizzazione a Sant’Agata Bolognese di un impianto per la produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti. A questo si aggiungono lo sviluppo del riciclo dei rifiuti attraverso le società Aliplast e Waste Recycling. Completano il quadro il potenziamento del servizio di depurazione delle acque reflue, la digitalizzazione dei servizi in ottica utility 4.0 e gli investimenti in innovazione per rendere le reti sempre più smart.

Considerando, oltre ai fornitori, anche i lavoratori, gli azionisti, i finanziatori, gli istituti bancari, la pubblica amministrazione e le comunità locali, si ottiene una platea di stakeholder alla quale nel solo 2017 è stato complessivamente distribuito un valore economico pari a quasi 2 miliardi di euro, in aumento del 6,5% sul 2016. Le forniture da cooperative sociali hanno consentito l’inserimento lavorativo di oltre 800 persone svantaggiate.

“Parlando oggi di ecosistema – afferma Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo del Gruppo Hera – intendiamo ribadire la necessità di continuare a fare squadra con il territorio e i suoi diversi attori, coniugando istanze ambientali, economiche e sociali”.

 Secondo Stefano Venier, amministratore delegato del Gruppo Hera, “gli attuali cambiamenti climatici ci consegnano una sfida non più rimandabile, che interroga in modo particolare le multiutility e la loro capacità di operare trasversalmente per favorire e innescare processi virtuosi, nei quali un importante momento di confronto come quello odierno si inserisce più che opportunamente. D’altra parte, la necessità di cambiamenti radicali deve coniugarsi a una transizione progressiva, che non pregiudichi condizioni irrinunciabili di benessere sociale”.

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Categories: Economia e Imprese