Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione degli italiani verso un’alimentazione più sana e sostenibile, un trend che si è rafforzato durante la pandemia da Covid-19. Secondo un’indagine svolta da Pulsee Luce & Gas Index – l’osservatorio realizzato da Pulsee con la società di ricerche di mercato NielsenIQ – sulla sostenibilità alimentare, emerge non solo un maggiore impegno a mangiare in modo salutare, con un basso impatto ambientale (circa un terzo delle emissioni di gas a effetto serra mondiali sono legate alle catene agroalimentari), con più verdura e meno carne, prediligendo prodotti locali, ma aumenta anche l’attenzione agli sprechi e al risparmio di packaging, impiegato ad esempio nel delivery.
Sostenibilità alimentare: quasi la metà degli italiani sceglie prodotti a km 0
Secondo l’indagine, svolta su un campione di uomini e donne in tutta Italia e di età compresa tra i 18 e i 65 anni, il 51% dei consumatori è attento a comprare prodotti da filiera controllata, l’83% acquista frutta e verdura di stagione, mentre – a sorpresa – il 44% li sceglie a chilometro zero, proprio perché offrono maggiori garanzie di freschezza e migliori caratteristiche organolettiche per l’assenza, o quasi, di trasporto e di passaggio. Sono molto apprezzati anche gli alimenti privi di OGM (42%), biologici (37%) e compatibili con diete vegetariane e vegane (24%), riducendo il consumo di carne e di cibi d’origine animale.
L’indagine ha evidenziato che il 79% degli intervistati è consapevole del legame tra alimentazione e impatto ambientale e sono molteplici i comportamenti messi in atto per diminuirlo. In particolare, il 68% dichiara di prestare attenzione a una filosofia zero waste. Confermato il trend crescente dei flexitariani: il 37% ha incrementato il consumo di alimenti di origine vegetale, mentre il 41% indica ha indicato di aver ridotto il consumo di carne rossa.
Sostenibilità alimentare: packaging riciclati
Nel caso di prodotti confezionati, l’impegno per la sostenibilità si manifesta tramite la scelta di packaging riciclati (56% del campione analizzato), così come la corretta raccolta differenziata (94%).
Per quanto riguarda i canali distributivi, il 30% di coloro che hanno partecipato all’indagine dichiara di rivolgersi a piccoli commercianti, come fruttivendoli e ortolani, l’1% acquista direttamente dai produttori, mentre il 69% si rivolge ai supermercati dove, tra l’altro, è in crescita la presenza di frutta e verdura a produzione locale.
Scarsa attenzione verso l’acqua
Oltre al cibo, anche l’acqua ricopre un ruolo importante – come stiamo imparando a capire dall’allarme siccità – ma su questo i dati non sono molto incoraggianti. Il 49% degli intervistati ha ammesso infatti di comprarla imbottigliata dalla grande distribuzione (di cui l’85% in recipienti di plastica), mentre l’8% provvede personalmente a riempire le proprie bottiglie di acqua presso i distributori. Risulta però interessante rilevare che il 42%utilizza l’acqua del rubinetto (con o senza trattamento di depurazione).
Cibo sostenibile: italiani disposti a pagare di più
Gli italiani sono inoltre disposti a spendere di più per il cibo sostenibile: lo dichiara un cittadino su cinque in nome di una maggiore qualità degli alimenti, mentre un sesto lo fa con l’intenzione di far arrivare un pagamento equo ai produttori. Il valore sale al 74% nel caso dei proprietari di animali domestici che intendono soddisfare anche il loro fabbisogno alimentare in modo green.