Sui mercati europei, dopo le travagliate tensioni per l’embargo al petrolio russo, regna una calma svogliata, complice la chiusura della City e delle piazze cinesi. Anche per questo acquistano un interesse particolare i warning in arrivo dall’altra parte dell’Oceano atlantico, anche dai pulpiti più inattesi. Reuters riferisce di una mail che Elon Musk ha mandato ai dirigenti di Tesla: “Sospendere tutte le assunzioni in tutto il mondo”. L’amministratore delegato spiega nel testo di essere diventato molto pessimista sulle prospettive economiche del mondo.
SOS di Jp Morgan e Goldman Sachs
L’allarme dell’uomo più ricco del mondo assume un sapore particolare perché cade immediatamente dopo segnali simili in arrivo da Jamie Dimon, ceo di JP Morgan, e da John Waldron, presidente di Goldman Sachs. “Questo è fra i più complicati e dinamici, fra forse il più complicato e dinamico ambiente di investimento che abbia mai visto nella mia carriera”, ha spiegato il top manager di Goldman nel corso di una conferenza rivolta agli investitori. “La confluenza in atto nel numero di shock che si stanno concentrando sul sistema secondo me non ha precedenti”, ha detto Waldron facendo eco all’avviso di Dimon secondo cui dobbiamo attenderci l’arrivo di un uragano a causa della combinazione senza precedenti di grandi sfide, a partire dal taglio del bilancio della banca centrale Usa, una “mossa che non abbiamo sperimentato negli ultimi 50 anni”. Di qui il rischio di un uragano che, a breve, potrebbe investire i mercati.
Tre warning: inflazione, taglio del bilancio Fed e Ucraina
Waldron, dal canto suo, evita le metafore metereologiche ma ha sottolineano in maniera chiara la sua paura che “i rischi di un’inflazione alta e persistente, il cambio di passo della politica monetaria con le banche centrali che si stanno muovendo per rialzare il costo del denaro avviando nel contempo una riduzione dei bilanci e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sono tre fattori che messi assieme possono piegare le ginocchia alla crescita economica mondiale”.
Segnali preoccupanti, vuoi per la qualità dei protagonisti, vuoi perché coincidono con segnali di smarrimento da parte di quelli che dovrebbero essere i punti di riferimento del business: Janet Yellen, responsabile del Tesoro, ha appena confessato di “aver sbagliato sull’inflazione” sottovalutando la portata del fenomeno. Non ha fatto meglio il presidente della Fed Jerome Powell che si è mosso tardi e male e minaccia ora comportamenti da elefante in cristalleria.
Dal canto suo il presidente Biden si sta concentrando sul petrolio, con qualche moderato successo: il Brent tratta a 116,8 dollari, il WTI a 116,30 in lieve calo nell’ultima seduta di una settimana dal bilancio in rosso, al momento la perdita nelle cinque sedute è intorno al -2,2% (+60% da inizio anno).
Biden punta a corteggiare i produttori di energia per sostituire il petrolio che viene a mancare da Mosca. Tra questi spicca l’Arabia Saudita che, in qualità di presidente dell’Opec+, ha favorito il via libera a un aumento della produzione di petrolio del 50% da parte del cartello per luglio e agosto. Una decisione che, insieme alla tregua in Yemen, ha spianato la strada alla visita a Ryiad di Biden, che da candidato alla Casa Bianca aveva promesso che avrebbe fatto dell’Arabia Saudita uno Stato paria.
Frena Milano in attesa dei dati sul lavoro Usa
Perdono intanto colpi i listini europei in attesa del dato più importante della giornata, ovvero l’andamento del mercato del lavoro Usa, il test atteso per valutare se e quanto l’avvio della stretta monetaria da parte della Fed stia incidendo sull’economia. In bilico tra lotta all’inflazione e timori di recessione.
Piazza Affari è sotto dello 0,6% alle 13. A meno di una settimana dal vertice della Bce, la pressione è per aumentare i tassi già a giugno.
Giù Bper e Fineco, spread a 206
Pesante il prezzo per i Btp, precipitati ad un rendimento del 3,32% con un aumento dello spread a 206, con immediati riflessi su banche e risparmio gestito: Bper – 2,13%, Finecobank -1,82%. Al contrario, brilla la stella di Leonardo + 2,54% dopo che la tedesca Rheinmetall ha formalizzato al gruppo italiano dell’elettronica e difesa un’offerta non vincolante per una quota di minoranza in Oto Melara valutata tra 190 e 210 milioni di euro.