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Sos albergatori: 500mila posti a rischio

Federalberghi: “L’anno scorso nelle città d’arte si è registrato un crollo del 71% delle presenze rispetto al 2019” – Gli imprenditori chiedono di prorogare la cassa integrazione Covid

Sos albergatori: 500mila posti a rischio

La pandemia mette a rischio 500mila posti di lavoro nel settore dell’accoglienza. È l’allarme lanciato dagli albergatori, che sollecitano misure di sostegno, a cominciare dalla proroga degli ammortizzatori sociali Covid-19.

I numeri indicano una debacle per il settore alberghiero, soprattutto per le strutture ricettive delle città d’arte: “I grandi centri, che nel 2019 rappresentavano un quinto delle presenze turistiche registrate in Italia, hanno subito un crollo del 71% nel 2021: è pressoché impossibile sopravvivere con questi dati”, denuncia il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. “Molte imprese sono chiuse da marzo 2020 e molte altre purtroppo torneranno a chiudere nei prossimi giorni, a causa di una domanda stagnante e del clima d’incertezza generalizzato”.

Del resto, anche i dati dell’Osservatorio sull’economia del turismo delle Camere di Commercio, elaborati da Isnart-Unioncamere, testimoniano che nelle città d’arte, malgrado un notevole miglioramento nei mesi estivi del 2021 in termini di pernottamenti (+35% rispetto al 2020), le perdite subite in media annua sono consistenti (-23%), collocando queste località ancora 60 punti percentuali al di sotto del livello del 2019.

Il presidente di Federalberghi si è rivolto ai segretari generali delle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, sollecitando un incontro urgente per esaminare le prospettive del settore e verificare l’attuazione delle richieste avanzate dalle parti sociali a Governo e Parlamento.

“Non hanno ad oggi trovato riscontro – spiega – i pressanti inviti per l’adozione di misure emergenziali in favore del settore che abbiamo a più riprese congiuntamente richiesto e, in particolare, la proroga degli ammortizzatori sociali Covid-19”.

Da qui l’allarme: “In relazione a quest’ultimo aspetto, l’impedimento nel poter fare ricorso all’integrazione salariale di emergenza sta portando – nelle realtà maggiormente colpite dalla crisi – all’apertura di tavoli sindacali per la riduzione di personale. È evidente – conclude Bernabò Bocca – che si sta vivendo un dramma quotidiano, che rischia di provocare un contraccolpo durissimo ai 500 mila lavoratori e di conseguenza alle loro famiglie”.

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