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Soros: “Tre mesi per salvare l’Europa e l’euro”

Il multimiliardario ungaro-statunitense ha avvertito che “le autorità Ue hanno tre mesi per implementare misure straordinarie e invertire la rotta della crisi” – “Le banche devono avere un fondo di garanzia comune e devono poter essere finanziate direttamente dall’Esm” – “L’Unione europea è una bolla” – La causa della crisi è politica non fiscale.

Soros: “Tre mesi per salvare l’Europa e l’euro”

I leader europei hanno tre mesi per convincere la Germania che l’Ue è un oggetto fantastico. Ma se entro questo periodo non riusciranno a convincere la cancelliera tedesca e la Bundesbank a prendere un impegno più convincente in grado di invertire la tendenza della crisi, c’è il rischio di vedere l’Unione europea sgretolarsi in modo disordinato. E l’euro con lei. Questa la previsione del multimiliardario Georges Soros, ricordato dai più come l’uomo che ha speculato sulla Lira nel 1992 e che ha sconfitto la Banca d’Inghilterra più che per la sua recente svolta filantropica negli aiuti umanitari. E’ stato sicuramente tra gli ospiti più attesi del festival dell’Economia che, come tutti gli anni, riunisce per quattro giorni a Trento economisti e premi Nobel da tutto il mondo.

Soros, nonostante i suoi 81 anni, continua a mettersi in gioco e propone un radicale ripensamento dell’economia. A suo avviso la crisi del 2007-2008 ha dimostrato che la teoria economica si sbaglia nelle sue fondamenta: “Bisogna abbandonare l’idea che modelli di carattere universale siano in grado di prevedere il futuro.” L’economia non è una scienza della natura e non può porsi gli stessi obiettivi della fisica di Newton. I mercati sono incerti e in larga parte imprevedibili per due semplici motivi: la fallibilità e la riflessività dell’uomo. A differenza di quanto teorizzano gli economisti mainstream, che si credono scienziati della natura e non dell’uomo, i partecipanti al mercato e la situazione in cui si trovano ad agire si determinano a vicenda. “La realtà non è data, non è qualcosa che esiste indipendentemente. Me lo ha insegnato Karl Popper: l’interpretazione della realtà quasi mai corrisponde alla realtà stessa”. E così spesso si creano divergenze tra le aspettative degli attori e ciò che poi si verifica. 

La crisi dell’euro ne è un esempio. I leader non sono stati in grado di controllare le imbalances che andavano crescendo tra creditori e debitori. “I Paesi creditori stanno trasladando tutti i problemi sui Paesi debitori senza prendersi le proprie responsabilità per gli squilibri che avevano creato”. E l’Europa, come l’America Latina negli anni ’80, “rischia di attraversare una decada perdida”.

Secondo Soros, c’è stata sì una bolla, ma non finanziaria, politica. “La stessa Ue è una bolla”. Il problema è che “la crisi europea rischia di far saltare con sé l’euro”. Ma si deve risolvere con la politica. E’ evidente che molto del destino dell’Europa è legato alla strade che prenderà la Grecia il 17 giugno. “Io mi auguro che i greci siano abbastanza spaventati da preferire un governo pro-bailout”. Ma le sorti dell’Ue sono in mano alla Germania, perché è l’unica che non vuole lasciarsi andare a una maggiore coesione politica.

Ma se la politica è la causa latente, ci sono altre due cause esplicite: la crisi del settore bancario e la diminuzione di competitività della zona. “Le autorità europee hanno una finestra di 3 mesi per implementare misure straordinarie per invertire la rotta. Misure che devono adeguarsi ai trattati, così come sono”. Per riformarli ci sarà tempo in seguito. E queste misure straordinarie devono riguardare principalmente il settore bancario:Gli istituti di credito devono avere un fondo di garanzia comune e devono poter essere finanziati direttamente dall’Esm”. Secondo Soros queste misure porterebbero nuovamente fiducia agli investitori.

“Ma è necessario il sostegno della Bundesbank e del governo della Germania”. La stampa preannuncia che al prossimo vertice europeo (28-29 giugno) “i leader comunitari proporranno riforme che garantiranno le riforme minime che non sono sufficienti a cambiare la tendenza a lungo termine. Invece è necessario un impegno convincente da parte delle autorità europee”. La previsione di Soros è chiara: tre mesi di tempo e i mercati perderanno la fiducia nell’Ue. “Siamo a un punto di svolta. Finita la finestra dei tre mesi i mercati continueranno a chiedere di più e le autorità non saranno più in grado di darglielo”. 

Per approfondire, leggi per intero il discorso di Soros

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