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Sorgenia: vola l’utile, debito più che dimezzato dal 2015

Imagoeconomica

Un rilancio partito nel 2015, quando il debito superava gli 1,7 miliardi e la società era ancora nelle mani del gruppo Cir e della società austriaca Verbund: poi l’ingresso delle banche creditrici (tutte le principali italiane: da Intesa Sanpaolo a Unicredit, da Mps a Ubi) nell’azionariato e una svolta che ha fatto di Sorgenia, secondo quanto detto dall’amministratore delegato Gianfilippo Mancini in conferenza stampa, “il primo operatore energetico italiano sui canali digitali. Siamo noi il fornitore più scelto tra chi sceglie online e grazie a questo siamo passati dai 1.000 clienti del luglio 2016 agli 8.000 attuali, estendendo la nostra utenza, prima esclusivamente orientata alle piccole imprese e alle partite Iva, anche al retail”.

Digitalizzazione significa clientela giovane (43 anni l’età media, rispetto ai 51 del mercato) e anche dipendenti giovani (35 anni contro 45): una società rinnovata, che per la prossima campagna di comunicazione ha confermato l’immagine giovane ed energica di Bebe Vio e ha presentato i risultati finanziari sulle note di Futura di Lucio Dalla, la canzone che accompagnerà gli spot tv della campionessa paralimpica, a partire da domenica 13 marzo. I risultati parlano di un indebitamento finanziario netto sceso nel triennio di un miliardo, agli attuali 715 milioni (“Lo abbiamo più che dimezzato, non rappresenta più un problema”, ha confermato l’Ad), con 349 milioni già rimborsati alle banche; un Ebitda di 161 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto al 2016; un utile netto triplicato a 44 milioni, dai 15 milioni del 2016.

“In meno di tre anni dal cambio di proprietà – ha detto Mancini – Sorgenia è stata trasformata e rilanciata. Questa trasformazione ha fatto bene ai conti ma soprattutto ci consente di essere protagonisti in un mercato, quello dell’energia, che sarà completamente liberalizzato nel luglio 2019 e che sta cambiando in modo molto veloce. Si pensi alla digitalizzazione, sulla quale abbiamo puntato molto e che di per sé abbatte i costi di intermediazione, ma anche alla produzione di energia da fonti rinnovabili, diventata finalmente competitiva grazie ai costi che si sono molto abbassati. Anche lo storage costa meno e altri cambiamenti sono in arrivo, come la decarbonizzazione e la mobilità elettrica. Siamo inoltre nell’epoca dei prosumer: non più clienti passivi, ma cittadini consapevoli, che interagiscono con il fornitore tramite la tecnologia”.

La sfida più vicina, e anche quella che desta più preoccupazione, come ha ammesso lo stesso presidente di Sorgenia Chicco Testa con riferimento alla situazione politica che potrebbe sbloccarsi proprio in queste ore (“Dipende da che governo ci sarà, ma ammetto che il timore di un eventuale cambio di rotta c’è”) è quella della fine del regime di maggior tutela, prevista da qui a poco più di un anno, a luglio 2019. “Sorgenia è nata nel 1999 con l’avvento del mercato libero – ha detto Mancini – per cui siamo naturalmente votati al libero mercato, all’innovazione. Come noi ci sono oltre 200 operatori pronti a questo cambiamento, è una grande opportunità per tutti, non solo per i big, e soprattutto per i cittadini che potranno scegliere il proprio fornitore di energia”.

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Categories: Economia e Imprese