Periodo complicato in casa Sole 24 Ore: dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Franco Moscetti (arrivate a meno di due anni dal suo insediamento, a causa del calo di copie vendute) dello scorso 12 giugno, si è dimesso anche il presidente Giorgio Fossa. La decisione è stata comunicata nel tardo pomeriggio di venerdì. “Con la presente, mio malgrado e in considerazione della situazione creatasi – ha spiegato -, mi trovo costretto a rassegnare le dimissioni dalla carica del consiglio di amministrazione di questa società, con effetto immediato”.
“Mi spiace interrompere il cammino intrapreso – ha aggiunto Fossa nel suo messaggio di addio – in un momento ancora delicato della vita del gruppo ma sono convinto che il processo di rinnovamento, avviato nei 19 mesi trascorsi dalla mia nomina, abbia già mostrato il suo positivo effetto, cosicché, chi mi succederà, potrà proseguire sulla strada avviata, senza rallentare il positivo lavoro finora realizzato”.
Durante la gestione Moscetti-Fossa, il gruppo Sole 24 Ore è riuscito a tornare in utile (ma con plusvalenze non ricorrenti legate a cessioni di asset) e ha tagliato costi per oltre 42 milioni di euro, ma Confindustria, azionista di controllo, non sembrava essere soddisfatta dei risultati ottenuti, sia sul fronte editoriale che su quello dei ricavi, scesi a 229 milioni anche a causa della vendita del 49% delle Business School.
Intanto per la sostituzione dell’amministratore delegato si è già da qualche settimana aperto il totonomi: secondo le indiscrezioni alla guida del gruppo – che edita non solo il quotidiano ma anche Radio24 e l’agenzia di stampa Radiocor – potrebbe arrivare Giuseppe Cerbone, oggi ad dell’Ansa ed in passato direttore generale del Sole 24 Ore. Resta in bilico la posizione del direttore del quotidiano, Guido Gentili.