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Soldi e psicanalisi, tra Mister Market e il Dottor Freud un dialogo immaginario per capire dove va la Borsa

In un immaginario dialogo tra Mr. Market e Dr. Freud un protagonista di successo della finanza come Paolo Basilico, già fondatore di Kairos e poi di Samhita, spiega in modo chiaro e divertente cosa sta succedendo in Borsa e come regolarsi

Soldi e psicanalisi, tra Mister Market e il Dottor Freud un dialogo immaginario per capire dove va la Borsa

Se volete capire che succede sui mercati “lasciate perdere i profeti e le loro palle di cristallo e studiate il passato. Perché, se è vero che la storia non si ripete mai eguale a se stessa, è altrettanto vero che i comportamenti degli uomini, al contrario, tendono ad essere simili anche in epoche tra loro molto lontane. E rappresentano l’unica bussola che vale la pena seguire“.

È un passaggio di un dialogo immaginario tra Mr. Market e Dr. Freud, tra i soldi e la psicanalisi o, se si vuole, tra gli investimenti finanziari e la psicologia umana, scritto in modo tanto brillante quanto lucido da Paolo Basilico, finanziere di successo, già fondatore di Kairos Partners e poi di Samhita Investment, che vale più di mille elucubrazioni a capire ciò che sta succedendo oggi sui mercati tra crolli e speranze di rinascita.

In fondo “non ci vuole un genio per capire cosa accadrà nei prossimi mesi” fa dire Basilico a Mister Market, ma guai ad illudersi che un semplice rimbalzino di Borsa basti a indicare l’uscita dal tunnel. Per normalizzare i mercati ci vorrà tempo: “non prima di 12 mesi” ma qualche terapia per non cadere in depressione e non perdere scioccamente i propri soldi c’è. È lo stesso Basilico a indicarla, come sempre senza enfasi ma con molta chiarezza, nel testo che riprendiamo integralmente dal suo sito e che vale proprio la pena di leggere.

M. Buongiorno, Dottor Freud

F. Buongiorno Mr. Market, prego si accomodi sul lettino. Come andiamo?

M: Male, Dottore. Sono depresso.

F: Beh, sappiamo entrambi che soffre di disturbi dell’umore. C’è qualcosa di diverso questa volta?

M: La verità è che mi ero dimenticato chi sono. La sua cura farmacologica a base di tassi di interesse e iniezioni di liquidità mi aveva stabilizzato fino al punto da illudermi sulla mia vera natura. È bastato però che lei mi riducesse le dosi a inizio anno per tornare a stare male e ad essere considerato da tutti un bipolare.

F: Mi dispiace Mr. Market. Ma l’avevo avvertita. Quelle cure non potevano essere prolungate all’infinito, il suo fisico non avrebbe retto agli effetti collaterali, soprattutto quelli inflattivi e speculativi. Ma mi dica perché pensa che le persone la considerino nuovamente uno squilibrato?

M: Gli sguardi Dottore. Cammino per strada e mi sembra di avere tutti gli occhi puntati su di me, occhi di paura e diffidenza. Ma si rende conto? Per oltre dieci anni non ho fatto che regalare soddisfazioni e adesso, al primo tentativo di recuperare un po’ di equilibrio senza aiuti chimici, vengo immediatamente messo sotto accusa. Questa cosa mi deprime perché davvero penso di non meritarmelo.

F: Non cada nel vittimismo e mi spieghi bene perché si sente così incompreso.

M: Beh, non appena lei mi ha annunciato la riduzione delle cure ho iniziato un’opera capillare di comunicazione. Ho fatto presente che eravamo ai massimi storici di quasi tutte le metriche di valutazione. Ho evidenziato le bolle come quelle delle società tecnologiche senza profitto, delle Spac, delle crypto, dell’immobiliare, etc. etc. Ho convinto quei testoni delle Banche Centrali a non parlare più di temporaneità con riguardo all’inflazione e a considerare conclusa la fase degli aiuti a pioggia per il Covid. È vero, in passato sono stato capace di improvvisi cambiamenti di marcia, a volte totalmente senza motivi come nell’ottobre ‘87. Che giornata folle fu quel lunedì. Ma questa volta no, glielo assicuro. Questo ribasso è stato annunciato in mille modi, ho messo praticamente i cartelli per strada ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Quanto stupore suscita l’ovvio! Guardi, posso capire che qualcuno se la prenda a male. Ci sono i soliti entusiasti che mi inseguono senza capire nulla e poi ci lasciano le penne. Affari loro. Ma tutti gli altri? Quelli che non hanno comprato, o non hanno comprato abbastanza, dovrebbero essere felici e sperare che io continui il mio processo di normalizzazione. Perché potranno investire a prezzi decisamente più interessanti e ottenere rendimenti migliori. Ma perché anche da loro ricevo occhiatacce? 

F: Forse semplicemente perché non conoscendola abbastanza non la capiscono. Ma mi dica, cosa si sentirebbe di dire a tutte quelle persone?

M: Semplicemente di lasciare perdere i profeti e le loro palle di cristallo e di studiare il passato. Perché se è vero che la storia non si ripete mai uguale a sé stessa è altrettanto vero che i comportamenti degli uomini, al contrario, tendono a essere simili anche in epoche tra loro molto lontane. E rappresentano l’unica bussola che vale la pena seguire. In fondo io non sono altro che una loro proiezione.

F: Lasci stare le proiezioni perché di quelle mi occupo io. Mi dica piuttosto quale fase storica suggerirebbe di guardare?

M: Ma agli anni ‘70, diamine! È evidente. Basta prendersi un buon libro che analizzi quella decade. Per esempio “The great stagflation” di Alan Blinder, un economista che ha il pregio di scrivere in modo semplice.

F: E in estrema sintesi cosa dice Blinder?

M: Che l’inflazione nasce sempre da shock esterni, li chiami pure fattori straordinari. Negli anni ‘70 ci furono due fiammate, quella del 73-74 e del 78-80. In entrambi i casi furono dovute ai rialzi dei prezzi energetici e alimentari, questi ultimi in verità più impattanti perché si trasmettono rapidamente ai salari dando vita ad un circolo vizioso.

F: E lei come reagì?

M: Come sempre. Ai rialzi dell’inflazione le Banche Centrali risposero aumentando i tassi di interesse. Io crollai e l’economia andò in recessione. L’inflazione rientrò e io iniziai a risalire alla fine della recessione per poi cominciare a scendere nuovamente ai primi segnali della nuova fiammata inflazionistica. Si chiamano cicli e in quella decade furono delle vere montagne russe.

F: Il suo mi sembra un atteggiamento tutto sommato ragionevole e prevedibile.

M: Esatto! È per quello che sono depresso e arrabbiato. Guardi la situazione di oggi. Anche lei, che fa un mestiere totalmente diverso, non si accorge delle strettissime analogie con quel periodo? Anche in questo momento abbiamo energia e alimentare che fanno da detonatori di un’inflazione peraltro già in rialzo per l’enorme liquidità immessa nel sistema per combattere la pandemia. Anche adesso le Banche Centrali stanno cominciando ad alzare i tassi e io ho iniziato, come da manuale, a perdere di valore. Non ci vuole un genio per capire cosa accadrà nei prossimi mesi.

F: Lei scenderà. Ma non è già sceso tanto?

M: Il tanto e il poco dipendono dalle sue cure. Lei è in grado di dirmi quando potrò riprenderle?

F: Non certo adesso. Deve prima assorbire quelle da cavallo fatte negli ultimi due anni. Se dovessi darle una stima le direi non prima di 12 mesi.

M: Ecco, allora prevedo che inizierò a sentirmi meglio tra 9, quando le aspettative della sua cura saranno più forti. Come lei sa io mi nutro di aspettative più che di fatti.

F: Sì, ma nel frattempo non mancherà certo di divertirsi con i suoi improvvisi cambi di direzione che tanto ingannano i risparmiatori. In gergo tecnico si chiamano bear market rallies. E mi fanno pensare che lei non sia così affidabile come vuol far credere.

M: Ha ragione, non sono certo uno stinco di santo. Confesso che mi diverto da morire a vedere come molti mi seguano quando decido momentaneamente di rimbalzare nelle fasi di discesa. L’euforia è come la benzina, sempre pronta a riaccendersi anche per la fiamma di un cerino. Ma sono ragazzate, scherzi che durano poco. Non vorrà togliermi anche quelli!

F: Non ci riuscirei… Ma mi tolga un ultimo dubbio. Possibile che in tutta questa ostilità che lei percepisce non ci sia qualcuno che si fidi di lei? Lei non ha amici veri che la apprezzano e la stimano per quello che è veramente?

M: In verità sì, c’è una persona con la quale ho una relazione da lunghissimo tempo. Si chiama PAC. Mi viene a trovare ogni 3 mesi e mi porta la stessa quantità di soldi. Quando scendo le dò più azioni, quando salgo meno perché ovviamente costano di più. Mai una parola sul mio comportamento, nessuna critica per i miei sbalzi di umore. Parliamo del più e del meno davanti al camino, poi se ne va e torna a trovarmi sempre dopo 3 mesi, sempre lo stesso giorno e alla stessa ora. Sì, sono sicuro che PAC mi apprezzi. Forse addirittura mi ama se è possibile parlare di amore nei miei confronti.

F: E perché no? Lei svolge un ruolo essenziale per il benessere delle persone che hanno fede in lei.

M: Davvero lo pensa?

F: Sì, davvero. Ma non si aspetti che qualcuno glielo riconosca. Le ho già detto cosa penso sulle aspettative di riconoscenza.

M: Grazie dottore. Mi sento già meglio. È ora che vada.

F: Sì, ci rivediamo tra qualche mese. Mi raccomando proceda sulla normalizzazione ma cerchi di non crollare. Quello sarebbe troppo destabilizzante per il suo equilibrio che invece sta gestendo per il momento in modo ammirevole. Stia bene, Mr. Market. Stia bene.

Mr. Market e Dr. Freud – Paolo Basilico

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