Un sito tutto nuovo, volutamente pieno di colori ma soprattutto in grado di offrire sempre più servizi non solo alle imprese, “che sono il vero motore della sfida della decarbonizzazione”, ma anche ai cittadini, che possono non solo interagire col Gestore dei servizi energetici (Gse) per, ad esempio, installare un impianto fotovoltaico privato, “ma anche trovare tutte le informazioni sull’efficienza energetica e i consigli per risparmiare sulla bolletta e salvaguardare l’ambiente”.
E’ stato presentato a Roma, dal presidente Francesco Sperandini, il nuovo sito del Gse, che come obiettivo ha quello di contribuire alla grande sfida lanciata dalla Strategia energetica nazionale, presentata a novembre dal Mise e che punta alla cessazione della produzione di energia elettrica da carbone da qui al 2030, con i consumi di energia da fonti rinnovabili che salirebbero al 28% dal 17,5% raggiunto nel 2015 e ormai consolidato. “L’Italia – ha commentato Sperandini – ha già raggiunto e superato in anticipo gli obiettivi al 2020 fissati dall’Europa: i consumi da rinnovabili dovevano arrivare al 17% e il nostro Paese partiva dal 6,3% del 2004, mentre a livello europeo si partiva dall’8,3% e ora alcuni Paesi devono ancora raggiungere il target”.
“Siamo un’eccellenza mondiale sulla sostenibilità ambientale” ha aggiunto il presidente del Gse, spiegando che “il nuovo sito è volutamente proattivo e si rivolge ai cosiddetti prosumer, cittadini che interagendo con noi devono diventare sempre più consapevoli delle tematiche legate alle emissioni di CO2 e di particolati e sempre più coinvolti nei comportamenti virtuosi”. Anche dai cittadini infatti parte la sfida con orizzonte al 2030 e il nuovo sito prevede non solo l’assistenza tecnica che il Gestore offre al privato sulla produzione, il consumo e l’accumulo di energia, ma anche una serie di informazioni utili sull’efficienza energetica che prevede innanzitutto aspetti contributivi: il Gse infatti nel 2016 ha gestito oltre 16 miliardi, cioè un punto di Pil, tra incentivi per la produzione da fonti rinnovabili e i cosiddetti certificati bianchi, i riconoscimenti economici per le imprese virtuose. Cifra che come noto viene ricavata dalle bollette delle famiglie, arrivata l’anno scorso al picco di 136 euro a famiglia (circa il 16% della bolletta), ma che sarà destinata a scendere dal 2021. Il nuovo sito, poi, contiene anche aree ampiamente divulgative: “Il sito sarà utile anche per chi non ha operazioni da fare direttamente con noi”, ha sottolineato Sperandini.
La presentazione della nuova piattaforma è stata anche l’occasione per ricordare gli ultimi dati disponibili sul sistema energetico italiano, aggiornati al 2016 e elaborati da Gse e Terna, dai quale emerge che ormai l’Italia è in grado di evitare, ogni anno, l’emissione di 73 milioni di tonnellate di CO2 grazie all’energia pulita. Per quanto riguarda la parte relativa all’energia elettrica, la produzione è salita al 37,3% del fabbisogno totale, grazie ai 742.000 impianti in esercizio, la maggior parte dei quali idroelettrici (40%), poi fotovoltaico, bioenergie e infine eolico, che però è la rinnovabile del momento, quella maggiormente cresciuta nell’ultimo periodo analizzato. La produzione da eolico è infatti aumentata dell’8% nel 2016, permettendo dunque al sistema di compensare il calo del fotovoltaico (-3,7%) e di crescere ancora un po’.
Per quanto riguarda l’energia termica invece la percentuale di consumi derivante da fonti rinnovabili è del 19%, grazie soprattutto alla biomassa solida (utilizzata soprattutto nel riscaldamento domestico, attraverso ad esempio le stufe a pellet), che da sola ha coperto il 70% dei consumi. Quanto ai biocarburanti, ne sono stati immessi per 1,2 milioni di tonnellate, quasi tutti da biodiesel. Quota dei consumi: 7,2%, e la sfida è di portarla almeno al 10%. Nel 2016 sono stati investiti 1,8 miliardi in nuovi impianti per la produzione elettrica, il che ha anche generato un’occupazione che il Gse definisce “temporanea” per oltre 16.300 lavoratori, che vanno a sommarsi ai 40.000 permanenti, la maggior parte dei quali nella filiera idroelettrica e fotovoltaica.
Negli impianti termici sono invece stati investiti circa 3 miliardi, di cui 2 destinati alle pompe di calore, con un’occupazione “temporanea” per 31.000 lavoratori e un’attività di gestione permanente che ne occupa altri 34mila, con una spesa di oltre 5 miliardi e un valore aggiunto sempre di 5 miliardi, stimato dal Gse. In ambito elettrico invece la spesa per la gestione permanente è di 3,8 miliardi e il valore aggiunto di poco più di 3 miliardi.