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Società partecipate: arriva il decreto-tagliola

Il Consiglio dei ministri ha varato il decreto legislativo del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica – Provvedimento rinviato alle Camere: ancora 10 giorni per la conversione in legge – Ai dirigenti premi indipendentemente dai risultati delle società – Criteri più soft per la chiusura delle scatole vuote

Società partecipate: arriva il decreto-tagliola

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri, in secondo esame preliminare, il decreto legislativo del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica. Il provvedimento, che si applica alle società di capitali (Spa o Srl), prevede la drastica riduzione delle società partecipate, “con particolare riferimento alle scatole vuote – si legge nella nota di Palazzo Chigi –, alle società inattive, alle micro e a quelle che non producono servizi indispensabili alla collettività. Sono introdotti interventi di moralizzazione sui compensi degli amministratori. Per il futuro sono individuati i criteri chiari sulla base dei quali sarà possibile costituire e gestire le società partecipate”.

Il Governo fa sapere di aver recepito gran parte dei suggerimenti avanzati dalla Conferenza unificata, dal Consiglio di Stato e dalle Commissioni parlamentari. Il decreto sarà ora nuovamente trasmesso alle Camere per un secondo parere, con le osservazioni e le modificazioni apportate al precedente testo, secondo quanto previsto dalla legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione. Si tratta di un iter comunque inusuale per un testo attuativo di una delega conferita dal Parlamento al governo. Ci vorranno almeno altri 10 giorni per la conversione in legge.

TEMPI

In ogni caso, la giungla delle partecipate è ufficialmente sotto attacco. Comuni e Regioni avranno sei mesi di tempo per pianificare lo sfoltimento delle aziende sotto il loro controllo: molte andranno chiuse o vendute, mentre altre saranno accorpate. L’obiettivo, come ha spesso ribadito il Governo, è imporre una riduzione di queste imprese “da 8mila a mille”. Per blindare l’intera procedura, il Tesoro ha predisposto un modulo informatico standard con il quale gli enti dovranno scrivere i loro piani, che poi saranno controllati dalla Corte dei Conti.

La rapidità dell’azione è stata però ridimensionata: il nuovo testo prevede infatti che i tagli arriveranno solo nel 2018, mentre nel testo inviato dal governo alle Camere a gennaio si parlava di razionalizzazione straordinaria in sei mesi, ordinaria entro la fine dell’anno (e per ogni anno).

CRITERI

Rispetto alla versione approvata in prima lettura, inoltre, il nuovo testo alleggerisce i criteri in base ai quali scatta la tagliola che impone l’alienazione o la chiusura delle aziende da parte degli enti locali. In particolare, è stato abbassato da un milione a 500mila euro il fatturato minimo al di sotto del quale diventa obbligatoria la cessione, la fusione o la chiusura. Rimangono poi a rischio le società in rosso per quattro dei cinque esercizi precedenti, ma solo se la perdita è di “ammontare non inferiore al 5% del fatturato”.  

PERSONALE

Un’altra novità attesa riguarda la gestione degli esuberi prodotti dalle alienazioni e dalle revisioni degli organici previsti per le società destinate a sopravvivere. In sostanza, le Regioni, che dovranno favorire la mobilità territoriale ed entro sei mesi trasmettere gli elenchi all’Agenzia nazionale per il lavoro creata dal Jobs Act. Nel frattempo le società a controllo pubblico non potranno procedere a nuove assunzioni a tempo indeterminato fino al 30 giugno 2018 (prima era il 31 dicembre).

PREMI AI MANAGER

I premi ai manager delle partecipate saranno garantiti anche in caso di conti in rosso, purché la perdita sia inferiore a quella dell’esercizio precedente e sia dimostrato un miglioramento della situazione rispetto al punto di partenza. Per fissare nel dettaglio i criteri con cui calcolare i premi servirà un decreto a parte.

STIPENDI E BUONUSCITE

Nelle società in cui lo Stato ha una partecipazione superiore al 10%, ma non una quota di controllo, l’amministrazione pubblica si impegna a “proporre” agli organi societari l’introduzione di un limite a stipendi e buonuscite.

QUOTE ROSA

Le quote rosa saranno calcolate sul totale delle nomine e non sulle singole società. “Nella scelta degli amministratori delle società a controllo pubblico – si legge nel decreto -, le amministrazioni assicurano il rispetto del principio di equilibrio di genere, almeno nella misura di un terzo, da computare sul numero complessivo delle designazioni o nomine effettuate in corso d’anno”. 

CORTE DEI CONTI

Alla Corte dei Conti viene restituita definitivamente “la giurisdizione per il danno erariale causato dagli amministratori e dai dipendenti delle società” partecipate.

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