Si avvicina una delle Ipo più attese dell’anno a Wall Street: quella di Snap, la casa madre di Snapchat, il social network che consente di inviare foto e filmati che vengono cancellati automaticamente dopo la visione. Fondato nel 2011 da Evan Siegel (26 anni), Snapchat è riuscito a superare Twitter nel 2016 in termini di utenti attivi giornalieri e ora punta a un collocamento da 3 miliardi di dollari, con una capitalizzazione iniziale di almeno 25 miliardi. L’offerta è guidata da Goldman Sachs e Morgan Stanley.
Al momento, i conti viaggiano in rosso. Dal prospetto depositato presso l’autorità di Borsa emerge che la società ha chiuso il 2016 con una perdita di 514,64 milioni di dollari, peggiore di quella da 372,89 milioni del 2015. Snap ha avvertito: “Abbiamo subito una perdita operativa in passato, ci aspettiamo di incorrere in una perdita operativa nel futuro e potremmo non raggiungere mai o mantenere la redditività”.
I ricavi 2016 sono stati di 404,48 milioni di dollari contro i 58,66 milioni del 2015; nel solo quarto trimestre i ricavi medi per utente sono saliti a 1,05 dollari contro i 31 centesimi dello stesso periodo dell’anno precedente.
Nel trimestre chiuso il 31 dicembre 2016, ogni giorno 158 milioni di persone hanno usato la app, il 48% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia Snap elenca una serie di rischi associati alla fedeltà degli utenti, concentrati nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni. Potrebbero “rivolgersi ad altri prodotti, cosa che peserebbe negativamente sulla crescita”.