Snam archivia il primo trimestre con un utile netto di 266 milioni di euro, in calo del 18,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sul risultato pesa il nuovo regime tariffario di remunerazione degli investimenti fissato dall’Autorità per l’energia.
I ricavi sono stati pari a 852 milioni di euro (-8,3%) mentre il margine operativo loro si è attestato a 643 milioni, in calo del 10,3%, con un Ebit a 429 milioni di euro (-15,9%).
Snam spiega che la riduzione del fatturato è legata ai minori ricavi regolati (-52 milioni di euro, pari al -6,1%), registrati in tutti i principali settori di attività, a fronte principalmente dell’aggiornamento del tasso di remunerazione del capitale investito netto (Wacc), nonché alla diminuzione dei ricavi non regolati (-17 milioni) attribuibile essenzialmente a minori proventi per cessioni di gas naturale.
L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2016 è stato pari a 13.543 milioni di euro (13.779 milioni di euro al 31 dicembre 2015). “Il positivo flusso di cassa netto da attività operativa (572 milioni di euro) – si legge nella nota – ha consentito di finanziare interamente i fabbisogni connessi agli investimenti tecnici di periodo e di ridurre l’indebitamento finanziario netto di 236 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2015”.
Nel primo trimestre 2016 sono stati immessi nella rete nazionale di trasporto 16,49 miliardi di metri cubi di gas naturale, in aumento di 0,51 miliardi di metri cubi, pari al 3,2%, rispetto al primo trimestre 2015. L’aumento è attribuibile essenzialmente al minore utilizzo degli stoccaggi.
“In linea con le nostre attese, i risultati del primo trimestre 2016 riflettono la riduzione del Wacc (il costo medio ponderato del capitale, ndr) definita dal nuovo periodo regolatorio”, ha commentato l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà.
“L’importante generazione di cassa da attività operative – ha aggiunto – ha coperto interamente gli investimenti per lo sviluppo delle nostre infrastrutture, anche a beneficio dell’integrazione delle reti europee e dell’intero sistema gas”.
All’ex ad Carlo Malacarne è stata concessa una buonuscita da 5,84 milioni di euro. “A seguito della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro – si legge nel comunicato – a Malacarne sono riconosciuti 4,981 milioni lordi come indennità per la cessazione dei rapporti e 860mila euro lordi per gli impegni assunti di non svolgere attività in concorrenza con Snam per un anno (che prevedono la restituzione di quanto percepito in caso di violazione degli impegni)”.
Inoltre, prosegue la nota, “sono riconosciuti i diritti maturati prima della risoluzione nell’ambito dei piani di incentivazione di lungo termine, oltre a impegni accessori e competenze di fine rapporto ai sensi di legge”.
Infine, il consiglio d’amministrazione di Snam, in linea con le disposizioni del codice di autodisciplina, ha nominato i componenti dei comitati Controllo e rischi e operazioni con parti correlate, Remunerazione e nomine e ha disposto l’istituzione del Comitato sostenibilità, che svolge funzioni propositive e consultive nei confronti del consiglio di amministrazione sulle tematiche di corporate social responsibility. Di quest’ultimo fanno parte Sabrina Bruno (presidente), Lucia Morselli e Yunpeng He.
A circa un’ora dall’apertura, il titolo in Borsa di Snam cede lo 0,28%, a 5,27 euro.