Conti trimestrali soddisfacenti per Snam, che in un’annata condizionata dal Covid è riuscita, nei primi nove mesi, a superare i 2 miliardi di ricavi (+4% rispetto allo stesso periodo del 2019) e anche a ritoccare l’utile netto adjusted (873 milioni di euro, +0,7% rispetto ai primi nove mesi del 2019, grazie anche alle azioni di ottimizzazione della struttura finanziaria) e l’EBITDA adjusted a 1.670 milioni di euro (+0,5%). In questo 2020 il gruppo guidato da Marco Alverà ha anche insistito con gli investimenti tecnici, per 762 milioni (+17%). In particolare è stato l’anno della grande spinta sull’idrogeno, con gli accordi siglati con FS Italiane per lo sviluppo e la diffusione dei trasporti ferroviari a idrogeno in Italia e con la britannica ITM Power per la collaborazione commerciale e tecnologica nell’idrogeno verde e il contestuale ingresso di Snam nell’azionariato.
Sul fronte del dividendo, il gruppo verserà un acconto da 0,0998 euro per azione per il 2020, mentre è migliorato anche il rating di S&P: confermato il BBB+ a lungo termine, ma con l’outlook da negativo a stabile. “I nostri risultati dei primi nove mesi del 2020 – ha commentato Alverà -, nonostante il contesto di grande incertezza dovuto alla pandemia, sono in linea con quelli dello scorso anno grazie alla solidità del core business, al crescente contributo delle nuove attività nella transizione energetica e alle azioni di contenimento dei costi. Siamo sempre più forti nella transizione energetica grazie alle acquisizioni nel biometano e nell’efficienza energetica pubblica e privata in Italia e all’avvio della nostra prima iniziativa nell’idrogeno verde con ITM Power”.
“Abbiamo incrementato gli investimenti rispetto al 2019 – ha concluso l’Ad – e recuperato rapidamente i ritardi nei lavori grazie all’impegno di tutte le nostre persone, continuando a garantire il servizio essenziale di sicurezza energetica in tutti i territori nei quali operiamo. Nel contempo, è proseguito lo sviluppo in nuovi mercati, in particolare con l’ingresso nelle reti degli Emirati Arabi Uniti. Continuiamo a lavorare per rendere Snam sempre più protagonista della transizione energetica, più internazionale e vicina a tutti i suoi stakeholder”.
Meno buoni i conti di Tenaris, che però è il caso di Borsa della giornata, visto che a metà mattinata il titolo è arrivato a guadagnare oltre il 12% in zona 5 euro per azione. I numeri hanno confermato il peggioramento delle principali voci di conto economico, in conseguenza alla contrazione dell’attività di perforazione, a seguito delle misure adottate per contrastare la pandemia dovuta al Covid-19. Nel periodo gennaio-settembre del 2020 i ricavi sono scesi a 4,02 miliardi di dollari, in contrazione del 28% rispetto ai 5,55 miliardi realizzati nei primi tre trimestri dello scorso anno.
Il giro d’affari dell’azienda ha risentito della forte contrazione dell’attività di perforazione, in particolare in Nordamerica e Sudamerica. In deciso peggioramento anche il risultato operativo di Tenaris, che è passato da un valore positivo di 680,62 milioni a un passivo di 670,46 milioni di dollari, in quanto la bassa capacità di utilizzo degli impianti non è riuscita ad assorbire gli elevati costi fissi. In forte peggioramento anche il risultato finale, passato da un utile di 590,91 milioni a un rosso di 740,98 milioni di dollari. Nel solo terzo trimestre, per dare un’idea, i ricavi di Tenaris sono crollati del 43%, passando da 1,76 miliardi a 1,01 miliardi di dollari.
Tenaris ha spiegato che “gli investimenti in esplorazione e produzione di petrolio e gas si riprenderanno solo lentamente”, di fronte alla seconda ondata di contagi di Covid-19 che sta frenando la ripresa dell’economia globale. Tuttavia, i conti sono comunque risultati sensibilmente migliori delle attese (ad esempio Bloomberg stimava un fatturato nel trimestre di 950 milioni, invece è stato superiore al miliardo) e questo ha rinfrancato gli investitori, che in mattinata stanno acquistando azioni di Tenaris.