Snam a tutto campo sulla sfida dell’idrogeno. La società che gestisce l’infrastruttura del gas in Italia vuole cogliere tutte le potenzialità dell’idrogeno come vettore energetico pulito del futuro nel contesto della lotta ai cambiamenti climatici e la crescente integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle strategie delle imprese. Se ne parla nel corso dell’iniziativa “The Hydrogen Challenge – 2019 Global ESG Conference”, organizzata da Snam a Roma con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e alla quale ha partecipato anche il premier Giuseppe Conte.
Nel corso del dibattito è in particolare emerso il ruolo decisivo dei gas rinnovabili, e soprattutto dell’idrogeno, per contrastare i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico. L’idrogeno, elemento più abbondante dell’universo, non genera nei suoi vari utilizzi emissioni climalteranti e inquinanti e può essere trasportato e stoccato utilizzando le infrastrutture già esistenti. Secondo l’associazione Hydrogen Council, di cui fa parte anche Snam, il valore dell’economia dell’idrogeno è destinato ad aumentare dai circa 100 miliardi di dollari l’anno di oggi a 2.500 miliardi di dollari nel 2050. E soprattutto, secondo uno studio Snam-McKinsey, questo gas pulito potrebbe arrivare a coprire quasi un quarto (23%) della domanda nazionale di energia entro il 2050 in uno scenario di decarbonizzazione al 95%.
Lo studio Snam-McKinsey
In Italia l’idrogeno ha grandi prospettive di sviluppo in virtù del significativo potenziale naturale per la produzione di energia solare ed eolica, dalla quale è possibile ricavare “idrogeno verde” tramite elettrolisi dell’acqua, e della capillare rete di trasporto gas esistente. Secondo lo studio Snam-McKinsey (presentato insieme al libro “Generation H” di Marco Alverà, CEO del gruppo Snam), l’idrogeno potrebbe arrivare a coprire quasi un quarto (23%) della domanda nazionale di energia entro il 2050 in uno scenario di decarbonizzazione al 95% (necessario per rientrare nel target di contenimento del riscaldamento globale entro 1,5°), più dell’attuale quota di mercato combinata dell’elettricità generata da fonti rinnovabili e fossili (20% nel 2018).
Questa crescita potrebbe verificarsi grazie alla progressiva e ormai consolidata diminuzione del costo di produzione dell’energia elettrica rinnovabile solare ed eolica e a una contestuale riduzione del costo degli elettrolizzatori, determinata dalla produzione di idrogeno verde su larga scala. Il maggior potenziale di utilizzo di idrogeno riguarda il settore dei trasporti (camion, bus e treni), quello residenziale (riscaldamento) e alcune applicazioni industriali (raffinazione e processi che richiedono elevate temperature).
Nel mese di aprile di quest’anno, a Contursi Terme (Salerno), Snam ha avviato per prima in Europa la sperimentazione di una miscela di idrogeno al 5% e gas naturale nella rete di trasmissione servendo due aziende della zona. L’impegno di Snam nell’idrogeno rientra nel progetto Snamtec, varato nell’ambito del piano strategico al 2022 e caratterizzato da 850 milioni di euro di investimenti in transizione energetica e innovazione.
“L’idrogeno – ha commentato l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà – può avere un ruolo importante nella decarbonizzazione e l’Italia può essere in prima fila, grazie alle sue capacità imprenditoriali e di ricerca, alla sua capillare infrastruttura del gas e alla sua posizione geografica”. Alverà conferma il proseguimento della sperimentazione in Campania. “Entro fine anno – aggiunge – introdurremo nella rete di trasmissione del gas naturale un mix di idrogeno al 10%. E sono proprio le regioni del Sud Italia, dalla Campania alla Puglia alla Sicilia, ricche di energia rinnovabile, quelle che potrebbero favorire l’affermazione dell’idrogeno come nuovo vettore di energia pulita nonché nuove opportunità di sviluppo e occupazione”.
Firmati accordi con Autorità per l’Innovazione di Israele e CNR
Nel corso dell’evento Alverà ha anche firmato due accordi sui temi dell’energia sostenibile e dell’innovazione.
Il primo, siglato alla presenza dell’ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar, è un memorandum of understanding con l’Autorità per l’Innovazione di Israele (The National Technological Innovation Authority) mirato a favorire la collaborazione tra Snam e aziende israeliane, in particolare start-up, nelle tecnologie innovative al servizio della green economy.
Il secondo, firmato con il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) Massimo Inguscio, è un accordo quadro Snam-CNR finalizzato a progettualità e analisi comuni per lo sviluppo dell’idrogeno e in generale dei gas rinnovabili e della mobilità sostenibile. La collaborazione, in particolare, prevede l’avvio di un tavolo di lavoro congiunto per valutare studi di compatibilità di quantità crescenti di idrogeno nelle infrastrutture gas e nella mobilità, analisi di processi di cattura, trasporto e stoccaggio dell’anidride carbonica, studi di nuove tecnologie nel settore del biometano e in generale del low-carbon gas.
Lanciato programma Snam Plastic Less
Snam ha inoltre annunciato, con il presidente Luca Dal Fabbro, l’avvio del programma “Snam Plastic Less”. L’iniziativa è finalizzata a ridurre del 100% l’utilizzo della plastica negli imballaggi industriali entro il 2023 ed eliminare dal 2020 la plastica monouso nei distributori di bevande in tutte le sedi aziendali.
Promosso Osservatorio permanente ESG con LUISS
Il programma si inquadra nel contesto della crescente integrazione dei fattori ESG nell’attività di Snam. Lo scorso mese di maggio la società, prima in Italia, ha avviato un nuovo comitato del Consiglio di Amministrazione dedicato interamente ai temi ESG. A tal proposito, con l’obiettivo di promuovere la diffusione dei fattori ambientali, sociali e di governance all’interno delle imprese e in particolare nei Consigli di Amministrazione, Snam ha dato il via a un Osservatorio permanente ESG. La finalità è avviare riflessioni comuni, coinvolgendo anche altre società quotate italiane, sui temi ESG e definire best practice. In questi mesi, in collaborazione con LUISS, l’Osservatorio ha svolto una prima indagine su un campione di 20 gruppi europei, finalizzata a comprendere natura, ruoli, funzionamento e impatti dei comitati dei Consigli di Amministrazione nell’orientare gli investimenti e la gestione secondo i principi ESG.
“L’Osservatorio – ha aggiunto il presidente di Snam Luca Dal Fabbro – avrà il compito di contribuire a rafforzare la consapevolezza su questi temi, monitorando i progressi e segnalando le best practice tra le aziende quotate in Italia e in Europa”. L’obiettivo di business è creare valore a lungo termine.