Snam chiude il 2023 con un utile netto adjusted di 1,168 miliardi di euro, in crescita dello 0,4% rispetto ai 1,163 miliardi dell’anno precedente. Il risultato, spiega una nota, è superiore alla guidance. I ricavi totali si attestano a 3.875 milioni (+16,8%), l’Ebitda adj è pari a 2.417 milioni (+8%), gli investimenti totali ammontano a 2.194 milioni (+13,9%) di cui 1.774 milioni di euro di investimenti tecnici (+31,3% rispetto al 2022). Il 61% degli investimenti totali è allineato ai Sustainable development goals e il 29% alla Tassonomia europea. Alla totalità degli investimenti, che comprendono 331 milioni di euro per l’acquisto della Fsru Bw Singapore, si aggiungono 410 milioni di euro relativi all’acquisizione del 49,9% di SeaCorridor. L’indebitamento finanziario netto è di 15.270 milioni di euro (11.923 milioni di euro al 31 dicembre 2022), inferiore alla guidance (15,3 miliardi), e in aumento principalmente per l’attesa evoluzione del capitale circolante connessa all’attività di bilanciamento, per gli investimenti finanziari e per il pagamento del dividendo 2022. Il cda ha deciso di distribuire una cedola di 0,2820 euro per azione (in aumento del 2,5%, in linea con la politica dei dividendi prevista dal Piano strategico 2022-2026).
Snam, quale sarà il dividendo: i dettagli
Il management di Snam ha dunque proposto la distribuzione di un dividendo 2024 (relativo all’esercizio 2023) per un totale complessivo di 0,282 euro per azione, di cui 0,1128 euro per azione già distribuiti nel mese di gennaio 2024 a titolo di acconto e 0,1692 euro per azione a saldo. Il saldo della cedola sarà staccato lunedì 24 giugno 2024, con pagamento dal 26 giugno. Snam ha precisato che il dividendo complessivo, in crescita del 2,5% rispetto al 2022, è in linea con la politica dei dividendi annunciata al mercato.
Snam, confermati obiettivi finanziari per il 2024
Snam conferma gli obiettivi finanziari per il 2024. È quanto comunica la società nella nota sui risultati finanziari del 2023. I target prevedono: investimenti pari a 2,9 miliardi di euro (di cui 2,7 miliardi di euro in ambito infrastruttura gas e 0,2 miliardi di euro in ambito transizione energetica); una Rab valutazione del capitale investito netto) tariffaria pari a 23,8 miliardi di euro; un Ebitda adjusted pari 2,7 miliardi di euro; un livello di utile netto adjusted pari a circa 1,18 miliardi di euro; un livello di debito netto pari a circa 17,6 miliardi di euro.
Snam, ecco cosa dice l’Ad Venier
”Chiudiamo il 2023 con risultati solidi, maturati in un contesto globale ancora volatile e incerto, e con traguardi importanti sul fronte industriale, a cominciare dall’attivazione della nave rigassificatrice a Piombino”. Così Stefano Venier, amministratore delegato di Snam (nella foto, ndr), interviene sui conti di gruppo approvati dal Cda.
”I principali indicatori economici e finanziari – sottolinea – registrano una performance positiva e sono migliorativi rispetto alla guidance, con una crescita degli investimenti tecnici di oltre il 30% rispetto all’anno precedente. Anche i risultati sul fronte della riduzione delle emissioni e della finanza sostenibile sono oltre le attese e in anticipo sugli obiettivi. Proseguiamo ad implementare la nostra ambizione strategica volta a rafforzare la sicurezza energetica del Paese e a dotarlo di un’infrastruttura multi-molecola capace di accelerarne il percorso di transizione energetica, attraverso il piano di investimenti più ambizioso della storia recente di Snam”.
Snam: “Da blocco Mar Rosso a oggi non registrate criticità”
“Per quanto concerne l’evoluzione degli eventi nel Medio Oriente e in particolare nel Mar Rosso, Snam continuerà a monitorare le possibili conseguenze e gli effetti sulle attività del gruppo. Ad oggi, in merito alla gestione delle operations e alla realizzazione del programma investimenti, non si registrano criticità riconducibili a tali eventi”: lo comunica la società nella nota dei risultati finanziari del 2023. “Tuttavia – si aggiunge – una eventuale, prolungata interruzione dei transiti di navi (ad esempio, navi Gnl) dal canale di Suez nell’anno in corso potrebbe dar luogo a tensioni a livello internazionale, con il conseguente impatto sui prezzi dei beni energetici per i quali l’Italia, e in generale l’Europa, sono fortemente dipendenti dalle importazioni estere. Questi eventi potrebbero avere effetti sull’economia mondiale, aumentando i costi di produzione e influenzando ulteriormente la stabilità economica e la crescita nazionale ed europea, oltre che la gestione delle fonti di approvvigionamento energetico”.