Da luglio LG Electronics si ritira dal settore degli smartphone, ormai ridotto al 7% del fatturato totale. All’inizio dell’anno, la società aveva avviato l’addio al mercato europeo del mobile, decisione che alla fine del 2020 era stata comunicata in via riservata dall’amministratore delegato Brian Kwon al board interno.
Sulla scelta ha pesato in modo decisivo la feroce concorrenza dei competitor cinesi, che praticano una politica di prezzi estremamente bassi. Si tratta di Xiaomi, Huawei, le filiali di BBK Electronics come OnePlus, Vivo, Realme e Oppo.
La seconda causa della crisi è la mancata fornitura di chip e in particolare del più richiesto, lo Snapdragon, da parte della Qualcomm.
Infine, terza motivazione monte della scelta, i disastrosi risultati di vendita: 23 trimestri consecutivi di perdite, per un totale di 4,5 miliardi di dollari (700 milioni di euro nel 2020) che hanno segnato il percorso del gigante coreano.
Eppure, proprio nel settore della telefonia mobile, LG ha sempre dimostrato creatività: è stata, ad esempio, la prima azienda a produrre smartphone con display grandi l’80% della superficie, quando tutti gli altri avevano ancora grosse cornici. Di recente, la società aveva presentato aveva presentato LG Wing, con il doppio display ruotante, il Velvet, di straordinario effetto, e il G8X ThinkQ, con i suoi due display a cerniera.
In ogni caso LG, che ridistribuirà nel gruppo il personale occupato nel settore della telefonia mobile, intende conservare i brevetti relativi al 4G e al 5G e continuerà, pare, a sviluppare quelli riguardanti il 6G, la prossima generazione della telefonia mobile. Oltre a continuare a produrre display, destinati però ad altri costruttori.