A una settimana dal ritorno in ufficio con green pass obbligatorio arrivano le prime linee guida sullo smart working per i dipendenti pubblici. Le nuove regole, che saranno stabilite dai contratti e da accordi individuali tra la Pa e il lavoratore, sono state presentate stamattina dal ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ai sindacati.
Due le basi da cui partire: sarà l’amministrazione a dover fornire ai propri dipendenti le “tecnologie necessarie” per lavorare e si dovrà garantire un equilibrio tra lavoro e vita privata del lavoratore. “Il confronto di oggi si è reso necessario perché, nelle more della definizione dei rinnovi e dunque della regolazione del lavoro agile nei contratti, ma anche dell’approvazione entro il 31 gennaio dei Piani integrati di attività e organizzazione (Piao), pensiamo sia utile per le 32mila amministrazioni italiane poter contare su linee guida sullo smart working che anticipino ciò che sarà previsto nei contratti”, ha spiegato Brunetta, sottolineando che “Da fine gennaio avremo strutturato, normato, contrattualizzato e organizzato fuori dall’emergenza il lavoro agile, che dovrà rientrare a pieno titolo in uno dei modi di organizzazione del lavoro nella Pubblica Amministrazione, ha concluso il ministro.
SMART WORKING NELLA PA: LE REGOLE GENERALI
L’amministrazione pubblica che intende utilizzare lo smart working deve garantire “l’invarianza dei servizi resi all’utenza” ma anche “un’adeguata rotazione del personale autorizzato alla prestazione di lavoro agile, assicurando comunque la prevalenza per ciascun lavoratore del lavoro in presenza”. Parte da qui il testo contenente le linee guida presentate dal ministro Brunetta ai sindacati. Non sarà dunque consentito lavorare da remoto 5 giorni su 5, ma bisognerà alternare il lavoro agile al lavoro in ufficio, passando però la maggior parte dei giorni dietro la “scrivania ufficiale”.
INTERNET E STRUMENTI TECH
In nessun caso, il lavoratore in smart working potrà utilizzare la propria rete fissa per lavorare da casa. Ai lavoratori dovrà essere fornita “un’idonea dotazione tecnologica” e per accedere alle applicazioni e ai servizi del proprio ente dovrà essere utilizzata solo “la connessione internet fornita dal datore di lavoro”. Lo scopo è quello di tutelare “l’assoluta riservatezza dei dati e delle informazioni trattatati durante lo svolgimento del lavoro agile” . Due le modalità d’accesso stabilite: il cloud, se è stato attivato dall’amministrazione, o la Vpn.
SMART WORKING E DISCONNESSIONE
Ai dipendenti pubblici in smart working deve essere garantito un adeguato equilibrio tra vita lavorativa e vita privata. Per questo i lavoratori avranno diritto a un “periodo di riposo consecutivo giornaliero non inferiore a 11 ore per il recupero delle energie psicofisiche”, esattamente come previsto dal contratto per il lavoro in presenza. Le linee guida ricordano inoltre che il lavoro agile può essere svolto senza vincolo di orario “nell’ambito delle ore massime di lavoro giornaliere e settimanali stabilite dai CCNL”. Il lavoratore ha inoltre la possibilità di chiedere permessi orari, personali, familiari, sindacali e quelli della legge 104. Nelle giornate in cui si fa smart working – chiarisce il testo – “non è possibile effettuare lavoro straordinario, trasferte, lavoro disagiato, lavoro svolto in condizioni di rischio”. Per sopravvenute esigenze di servizio il dipendente in lavoro agile può essere richiamato in sede almeno il giorno prima. Il rientro in servizio non comporta il diritto al recupero delle giornate di lavoro agile non fruite.
DIPENDENTI PUBBLICI: OK ANCHE AL TELELAVORO
Le linee guida stabiliscono anche la possibilità di optare per il “telelavoro dominciare”. In questo caso il dipendente dovrà rispettare dei vincoli di tempo, con le stesse modalità dell’ufficio. Si potrà lavorare da casa, in coworking o svolgere la propria attività di “lavoro decentrato dai centri di satellite”. L’amministrazione sarà tenuta a verificare le condizioni di idoneità e il rischio di infortuni, con frequenza almeno trimestrale.
ACCORDO INDIVIDUALE
Niente più lavoro da remoto emergenziale. Tutto dovrà essere stabilito attraverso un accordo individuale tra datore di lavoro e dipendente in cui stabilire la durata (possibile il recesso anticipato), i tempi, le modalità d’esercizio e il potere di controllo.