Smart fa marcia indietro e ripensa ad una produzione in Europa. Dirk Adelmann, Ceo di Smart Europe, ha, infatti, rivelato al magazine britannico Autocar che l’azienda sta considerando l’ipotesi di spostare parte della produzione fuori dalla Cina. La decisione di esplorare nuove location produttive è in gran parte motivata dai crescenti costi legati alle tariffe imposte dall’Unione europea sui veicoli elettrici importati dalla Cina che porteranno all’aumento dei prezzi dei modelli Smart, attualmente assemblati a Xi’an, dalla joint venture con Geely. I nuovi dazi renderanno i modelli Smart meno competitivi sul mercato europeo e per questo l’azienda punta ad altre soluzioni per ridurre i costi e mantenere i prezzi accessibili per i consumatori europei.
Smart: pesa la fine della produzione della Fortwo
A fine marzo, Smart ha cessato la produzione del modello Fortwo nello stabilimento di Hambach, in Francia. Questo sito ora produce i veicoli 4×4 per Ineos, lasciando Smart senza una base produttiva europea.
Oltre alle difficoltà legate alle tariffe, Smart sta anche affrontando un aumento delle vendite in vari mercati internazionali. Questa crescita, sebbene positiva, comporta un incremento dei costi di esportazione, che incidono ulteriormente sui margini di profitto dell’azienda. Pertanto, stabilire siti produttivi in altre regioni potrebbe aiutare a contenere questi costi e migliorare la redditività.
Flessibilità della partnership tra Mercedes-Benz e Geely
Essendo una joint venture tra Mercedes-Benz e Geely, Smart beneficia di una certa flessibilità operativa. Mercedes-Benz, con sede in Germania, dispone di numerosi siti produttivi a livello globale, mentre Geely ha altre società collegate che operano in Europa e in altre parti del mondo. Questa struttura aziendale consente a Smart di considerare diverse opzioni per espandere la sua impronta produttiva.
Adelmann ha sottolineato che costruire localmente è una “buona idea” se “struttura dei costi è paragonabile a quella che già esiste”. Questo implica che l’azienda sta valutando attentamente non solo la logistica e la distribuzione, ma anche i costi di produzione in vari potenziali siti, al fine di garantire la sostenibilità economica della decisione. Con l’espansione in nuovi mercati internazionali, il ceo di Smart Europe riconosce la “necessità di pensare almeno a un’impronta produttiva diversificata” ma “nulla è ancora deciso”.