Milano prima smart city italiana, anche se Roma la batte sull’ambiente. Bologna e Firenze sul podio, in grande crescita le città “medie”, in particolare Bergamo e Trento, indietro il Sud (Cagliari la migliore). E’ quanto emerge dal rapporto annuale pubblicato oggi da FPA, società del gruppo Digital360 che stila l’ICity Index mettendo insieme 113 indicatori negli ambiti di economia, istruzione, aria ed acqua, energia, occupazione, turismo e cultura, innovazione, trasformazione digitale, mobilità sostenibili, verde, legalità e sicurezza, governance.
MILANO AL TOP, MA… – In quasi tutti questi indicatori, per i quali sono stati messi insieme dati dell’Istat, dei ministeri, di diverse società erogatrici di servizi pubblici e rilevazioni FPA, Milano eccelle, confermandosi la città italiana più smart: ovvero più evoluta, vivibile, inclusiva. Il riconoscimento avviene per il quarto anno consecutivo, anche se Bologna e Firenze hanno accorciato le distanze approfittando soprattutto dell’introduzione di variabili ambientali come il consumo del suolo, in cui Milano figura solo al 97esimo posto sui 106 capoluoghi analizzati, e della qualità dell’aria, che vede il capoluogo lombardo al 98esimo posto.
SFIDA ROMA-MILANO – Roma è solo 17esima, ma recupera quattro posizioni e fa meglio di Milano sui parametri legati ad ambiente, aria e territorio, anche se tra le due città rimane un abisso in termini di crescita economica, governance e partecipazione, legalità e sicurezza. Roma non eccelle in nessuna delle categoria analizzate, anche se registra una sensibile crescita, che le vale il terzo posto nella classifica di specialità, sul fronte della digitalizzazione: la prima rimane Milano, ma Roma risale grazie alla diffusione della banda ultralarga, agli open data, all’utilizzo dei social e ai servizi online. Milano, oltre che sulla digitalizzazione, è al primo posto anche nella crescita economica, nell’occupazione (anche se sulla lotta alla povertà è solo 17esima, con Parma al primo posto), nella ricerca e nella mobilità sostenibile, mentre su governance e partecipazione è appena dietro Bologna.
LA PROVINCIA AL COMANDO – Da notare poi la crescita delle città “medie”, in particolare Trento e Bergamo: la prima avvicina il podio piazzandosi quinta, la seconda entra nella top ten con il sesto posto dopo l’undicesimo del 2016. Trento emerge, con il primo posto in assoluto, nella gestione dei rifiuti urbani, mentre Bergamo è sul podio – tutto lombardo – della ricerca e innovazione, dietro a Milano e Brescia. La capitale della cultura si conferma Firenze, quella dell’energia Bologna, mentre per l’istruzione comanda il Veneto (prima Vicenza davanti a Rovigo e Padova). Curioso il trofeo dedicato al verde urbano: lo vince Venezia, la città della laguna, dove non c’è nemmeno un albero. In realtà nel giudizio pesa proprio il fatto che la laguna è un’area protetta dalla grande biodiversità (per lo stesso motivo i Sassi valgono il terzo posto a Matera).
IL SUD FATICA – Nello sviluppo delle smart city sono invece in evidente ritardo le città del Sud: la prima a comparire è Cagliari, solamente al 47esimo posto. Le ultime posizioni sono tutte appannaggio di città meridionali, in particolare della Sicilia e della Calabria: Napoli è 82esima (meglio dell’89esimo posto del 2016), Palermo 87esima, Reggio Calabria 92esima, Catania 99esima. La peggiore in assoluto, al posto 106, è Trapani, che è il fanalino di coda nella lotta alla povertà e nel digitale. Catania ultima nei rifiuti urbani, Napoli nel consumo nel suolo e per la legalità. Il capoluogo meno attento al verde in Italia è Vibo Valentia, quello meno innovativo Isernia. Per trovare il Sud nelle posizioni di vertice bisogna leggere le classifiche di: acqua e aria, con Trapani sul podio con Viterbo e Aosta; rifiuti urbani, con Benevento e Oristano nella top ten; verde urbano con Messina e Matera sul podio; suolo e territorio, con Ragusa migliore d’Italia. Per il resto il Sud non emerge nemmeno su cultura e turismo.
FPA: “ITALIA SENZA POLITICA COORDINATA” – “La Smart City del futuro deve essere anche sostenibile, ma i risultati del rapporto ICity Rate 2017 evidenziano complessivamente un ritardo del sistema urbano italiano nei confronti degli obiettivi di sostenibilità, che rischia di limitare l’attrattività e la vivibilità dei nostri centri urbani – rileva Gianni Dominici, direttore generale di FPA –. I 106 comuni capoluogo analizzati raccontano un’Italia delle città senza una politica coordinata e un quadro di riferimento condiviso per rispondere a grandi sfide come cambiamento climatico, povertà, mobilità sostenibile, consumo di suolo e sicurezza. Serve un coordinamento di tutti i livelli di governo con al centro la dimensione urbana, perché nelle città si addensano i problemi sociali ed economici, ma si trovano anche le competenze e le risorse per risolverli”.
“Milano, Bologna e Firenze, le tre città al vertice di ICity Rate 2017, rappresentano modelli diversi di sviluppo e di governance urbana in grado di portare risultati importanti – prosegue Dominici –. Milano, trainata dal dinamismo economico e dalla capacità di innovare processi decisionali e servizi, è la più solida ‘piattaforma abilitante’ per la Smart City del Paese, ma sconta un disallineamento nella sostenibilità ambientale e in parte in quella sociale. Bologna punta a tenere insieme qualità dell’ambiente, politiche di welfare e di innovazione territoriale in un equilibrio complessivo. Firenze è salda nelle sue vocazioni, il turismo e la cultura, che sono motore di sviluppo economico ma la portano anche a fare i conti con impatti sociali e ambientali. Inoltre, si nota il rafforzamento del sistema urbano emiliano-romagnolo, che rappresenta una struttura baricentrica per il resto d’Italia, e l’importanza delle città intermedie del centro-nord che sono una connessione tra le aree metropolitane. Risulta pesante invece il ritardo strutturale di gran parte delle città del Sud e quello di Roma, su cui si evidenzia solo qualche debole segnale di movimento”.
La sintesi del Rapporto ICity Rate 2017 con tutte le tabelle è scaricabile qui: http://bit.ly/2xYGOMZ