L’Eurozona deve aggiornare il tabellino dei Paesi colpiti dalle agenzie di rating. Oggi è toccato alla Slovenia, declassata di un gradino da Moody’s. La valutazione sul debito sovrano del Paese passa così da Aa2 ad Aa3, con outlook negativo. L’agenzia spiega che la decisione è legata al “rischio crescente che il Governo di Lubiana sia costretto a intervenire ancora una volta in sostegno delle banche”.
Un “rischio” collegato evidentemente alla caduta del Governo di centrosinistra guidato da Borut Pahor, che ha perso la fiducia del Parlamento appena tre giorni fa. Secondo il ministero delle Finanze, la scelta di Moody’s non è “affatto sorprendente”. Anzi, si tratterebbe di una prevedibile “conseguenza” dell’ostruzionismo dell’opposizione sulle necessarie riforme strutturali. “Pensiamo comunque che l’agenzia abbia agito con prudenza eccessiva – prosegue la nota del ministero – senza tener conto delle misure di rigore adottate dal Governo”.
L’opposizione di centrodestra ha promosso a giugno il referendum con cui la maggioranza degli sloveni ha bocciato la riforma per l’innalzamento dell’età pensionabile. Una misura chiesta a gran voce da Ue, Fmi e Osce. Le nuove elezioni dovrebbero svolgersi entro la fine dell’anno.
In questo pur breve periodo senza Governo, la Slovenia dovrebbe ratificare l’istituzione del nuovo Fondo europeo salva-Stati e dare il via libera alla seconda tranche di aiuti in favore della Grecia. Ma a questo punto entrambe le votazioni avranno un esito assolutamente incerto. Ad oggi i sondaggi confermano l’ascesa di Janez Jansa, leader del partito di centro destra Sds assolutamente contrario ai nuovi aiuti per Atene.