Lo stock di IDE in Slovacchia alla fine del 2012, sulla base degli aggiornamenti pubblicati da Intesa Sanpaolo, era di circa 56 miliardi di dollari, pari al 61% del PIL dello stesso anno, in netto rialzo rispetto a quanto rilevato nel 2008 (53%). Tra i mercati dell’Europa Centrale, la Slovacchia evidenzia una percentuale di IDE rispetto al PIL più bassa solo rispetto a Repubblica Ceca e Ungheria, ma più elevata rispetto alla Polonia. Lo stock di IDE in entrata proviene soprattutto da Paesi europei e asiatici. Tra i Paesi europei è l’Olanda il principale investitore con una quota di circa il 21%, seguita dall’Austria con il 16%, la Germania (12%) e l’Italia, con una quota dell’8,5%. Il maggiore investitore asiatico è la Corea del Sud con il 4,5%. Nello stesso periodo, gli IDE in uscita ammontavano a soli circa 4 mld, importo nettamente inferiore rispetto ai Paesi confinanti.
Il settore commerciale è quello che vede maggiormente la presenza di società con capitale estero (circa il 27,3%), seguito da business (12,1%), manifattura (6,3%), trasporti (5,3%) e macchinari elettrici ed elettronici (5,1%). L’industria slovacca
vede nella manifattura il suo elemento cardine: quasi l’83% della produzione totale nel 2013 era manifatturiera, mentre il 17% derivava da elettricità, acqua e gas. La struttura industriale manifatturiera è caratterizzata dal prevalere dell’industria legata all’automazione: quasi un terzo della produzione nel 2013 era di autoveicoli (31,7%), seguita da quella di macchinari (18,9%), della metallurgia (14,1%), dei prodotti chimici, farmaceutici e petroliferi (9,4%), dei prodotti dell’agro-alimentare (6,7%).
L’indice della produzione industriale nei primi cinque mesi del 2014 ha visto un incremento del 6,8% (+5,3% lo stesso periodo dell’anno precedente). Particolarmente debole l’andamento del comparto delle utility, che nel 2013 ha subito una contrazione di quasi il 3%, così come il minerario estrattivo che ha visto una flessione dell’1,1%. La manifattura nei primi cinque mesi del 2014 ha accelerato a +8,3% (da +6,7%). Nel dettaglio, tra i settori principali, gli incrementi più elevati sono stati registrati nel comparto macchinari elettrici (+22,8%), altri manufatti (+17,5%), metalli e prodotti in metallo (+11,5%), mezzi di trasporto (+10,1%). Quelli che al contrario hanno evidenziato un calo nei primi cinque mesi di quest’anno sono il petrolio e la raffinazione petrolifera (-14,5%), prodotti farmaceutici (-12,6%), tessile e abbigliamento (-11,3%). Nel solo mese di maggio i macchinari elettrici hanno ampliato ulteriormente il loro rialzo, arrivando a segnare +28,7%, come i metalli (+15,2%). A questo poposito si sottolinea come la Slovacchia sia un importante produttore mondiale di veicoli e di macchinari, data la presenza sul territorio di importanti nomi stranieri che non si limitano a produrre unicamente il prodotto finito ma provvedono a realizzare tutta la componentistica relativa, coinvolgendo altri rami collaterali della catena produttiva, quali quello dell’elettronica, della meccanica, della metallurgia, della gomma e della plastica. Per tutte queste categorie la Slovacchia detiene interessanti quote sul mercato mondiale, che vanno dall’1,6% dei veicoli a circa l’1% per le altre categorie. Il tasso di crescita dell’export slovacco dei veicoli, dei macchinari meccanici, dei minerali energetici, della gomma e degli articoli in gomma, degli articoli in ferro e acciaio e di quelli in alluminio durante il periodo 2009-13 è risultato nettamente superiore rispetto al tasso di crescita delle importazioni a livello globale, con il conseguente incremento delle quote del Paese sul mercato mondiale. Sono invece in calo le quote per macchinari elettrici ed elettronici, ferro e acciaio, plastica e articoli in plastica, mobili, luci e insegne. L’export netto è negativo in particolare per i minerali energetici.
Le esportazioni italiane sono tendenzialmente in crescita dal 2009, anno in cui subirono un crollo per la crisi internazionale. Nel 2013 l’export nostrano si è attestato vicino ai valori dell’anno precedente, di poco inferiori ai massimi registrati nel 2011. Nel primo trimestre 2014 le esportazioni sono cresciute di quasi il 5% raggiungendo i 600 milioni di euro. Dal canto loro, le importazioni sono passate da 1,34 mld del 2004 a 2,87 mld del 2013, livello massimo assoluto. La quota degli scambi con la Slovacchia sul totale complessivo italiano è in lenta crescita: era dello 0,4% nel 2004, ora si attesta attorno allo 0,7%. Il saldo commerciale dell’Italia, storicamente negativo, ha raggiunto il suo massimo nel 2009 con 0,59 mld, poco variato nel 2013 quando il deficit è stato di 0,58 mld. Il saldo netto per categorie evidenza un surplus per l’Italia per quanto riguarda prodotti minerari, tessile e abbigliamento, prodotti petroliferi raffinati, prodotti farmaceutici, prodotti chimici, gomma e plastica, metalli, macchinari elettrici e meccanici, mentre si riscontra un deficit per prodotti agricoli, legno, carta e stampa, apparecchi elettronici e computer, mezzi di trasporto. La composizione del totale importato ed esportato ha subito negli anni variazioni, in molti casi rilevanti. Tra le importazioni è cresciuto il peso dei mezzi di trasporto, passati dal 25% del 2008 al 27% del 2013, mentre è calato quello degli apparecchi elettronici che da quasi il 21% sono scesi al 17%. In recupero sia i metalli che i macchinari meccanici, saliti rispettivamente al 14% dall’11% precedente e al 10% dall’8% del 2008. In flessione i prodotti chimici, passati dal 7% al 5%. Le esportazioni dirette in Slovacchia erano rappresentate nel 2013 per oltre il 20% da metalli (questa percentuale era di poco superiore al 19% nel 2008), seguite per il 17% circa da macchinari meccanici, solo in marginale flessione rispetto al passato. Sostanzialmente stabili i mezzi di trasporto, attorno all’11%, mentre cresce il tessile e abbigliamento dal 9% al 10%. In lieve ripresa anche la quota degli apparecchi elettrici, che sfiorano il 10% dal 9% precedente.
La quota slovacca sul totale settoriale italiano importato è oggi più rilevante che in passato per alcune principali categorie merceologiche, tra cui gli autoveicoli, gli articoli in metallo vari, l’alluminio e gli articoli in alluminio, il vetro e gli articoli in vetro. Si riscontrano, infatti, incrementi nell’importanza dei mezzi di trasporto, saliti dall’1,4% nel 2008 al 2,6% del 2013, dei metalli, passati dallo 0,6% all’1,1%, i macchinari meccanici passati dallo 0,7% all’1,3%. Apparecchi elettronici e computer salgono in misura più contenuta dal 2,1% al 2,2%. In lieve assestamento i prodotti chimici che scendono allo 0,4% dal precedente 0,5%.
Il Ministero per gli Affari Esteri italiano ha individuato in alcuni settori industriali e del terziario interessanti opportunità d’investimento, oltre che commerciali. Il primo comparto segnalato per gli investimenti e per opportunità commerciali è quello relativo alle costruzioni per l’ammodernamento e l’ampliamento della rete stradale e ferroviaria, con la realizzazione di nuove tratte, viadotti e tunnel saranno indette nuove gare d’appalto a cui potranno partecipare anche le imprese italiane, tramite anche a consorzi con società slovacche. In ampliamento anche le infrastrutture fluviali portuali sulle principali reti idriche (il Danubio, il Vah e il Hron). Sempre nell’ambito delle costruzioni, si segnalano opportunità nelle infrastrutture turistiche e in particolarea quelle del turismo invernale e termale. L’eventuale prossima candidatura per le Olimpiadi invernali del 2020 potrà dare un forte impulso al settore. Sempre nell’ambito delle infrastrutture, si segnalano possibilità di investimenti nel campo energetico con l’ampliamento della centrale nucleare di Mochovce. ENEL ha partecipato all’ammodernamento di un blocco di questa centrale ed i lavori sono terminati nell’aprile di quest’anno. Le fonti energetiche rinnovabili saranno oggetto di ulteriore sviluppo, incentivate da piani governativi per il loro ampliamento, in particolare quelle eoliche, solari e da biomasse, tutt’oggi ancora marginali nell’offerta energetica slovacca: nel 2011 solo poco più dell’8% dell’energia prodotta proveniva da fonti rinnovabili. L’obiettivo è allora quello di arrivare al 2020 con una quota del 14%. Nel settore agro-alimentare il MAE segnala la possibilità di creare joint-venture con imprese slovacche al fine di lavorare, trasformare e conservare sia prodotti di origine animale, quali carne e formaggi, che vegetali, in particolare succhi, conserve e marmellate. Infine, si segnalano opportunità commerciali negli articoli di abbigliamento, tessile e calzature, gioielleria e cosmetici, cicli e motocicli, mobili e articoli per l’arredamento, il “Made in Italy” della categoria lusso.