Secondo un recente report della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, i dati relativi al 2016 sugli scambi commerciali della Slovacchia con il resto del mondo vedono un incremento del valore delle importazioni (+3,0%) a 75,2 miliardi di dollari e dell’export (+3,3%) a 77,6 miliardi. Inoltre, nei primi nove mesi del 2017 vi è stata un’ulteriore ripresa dell’interscambio, pari a oltre il 7% (121,1 miliardi), dove le esportazioni sono state pari a 61,0 miliardi (+6,3%), mentre i flussi in entrata hanno raggiunto quota 60,1 miliardi (+8,2%). In questo contesto, vediamo come il commercio della Slovacchia sia incentrato su macchinari e mezzi di trasporto, data la presenza sul territorio di numerose società straniere sia del settore auto che dell’elettronica di consumo, senza dimenticare i metalli.
Tra le importazioni spiccano anche i minerali e i prodotti chimici, mentre nell’export si segnalano gomma, plastica e i prodotti agro-alimentari. Gli scambi sono prevalentemente con mercati europei (83,2%), in particolare Germania (19,5%), Repubblica Ceca (11,3%), Polonia (6,4%), Ungheria (5,1%), Francia (4,6%), Austria (4,4%) e Italia (4,1%). Lo stock di IDE diretti in Slovacchia alla fine del 2016 è stato pari a 41,6 miliardi, di cui i partner europei risultavano esserne i maggiori investitori, mentre i principali settori di destinazione sono stati quelli di manifattura e commercio.
L’industria slovacca vede il prevalere dei mezzi di trasporto (circa il 40% della produzione complessiva), seguiti da macchinari, metallurgia e chimica. L’indice della produzione industriale nel 2016 ha visto una crescita pari al 4,8%, mentre nei primi undici mesi dello scorso anno l’incremento è stato del 4,6%: ecco allora che i settori con le variazioni positive più importanti sono stati quelli di metallurgia (+13,4%), prodotti chimici nel loro insieme (+4,8%), gomma e plastica (+7,3%), agro-alimentare (+8,1%).
La Slovacchia si collocava nel 2016 al 41° posto nella graduatoria mondiale stilata dalla Banca Mondiale attraverso l’indice LPI (Logistics Performance Index), che valuta la situazione delle infrastrutture dedicate al commercio presenti nel Paese. Ma se guardiamo la stessa graduatoria rispetto agli altri Paesi CEE e SEE, vediamo come la Slovacchia si posizionial quarto posto: il primo mercato della regione è la Repubblica Ceca al 26° posto, seguita da Ungheria (31°) e Polonia (33°).
E anche nell’analisi delle singole componenti che formano l’indice, la Slovacchia si posiziona sempre tra i primi posti: spiccano i giudizi su dogana, spedizioni internazionali e tempistica delle spedizioni. Non ultime per ordine di importanza, la posizione geografica del Paese e la fitta rete di collegamenti con le economie vicine risultano essere un punto di forza per lo sviluppo industriale. Il clima imprenditoriale, rilevato attraverso l’indice Doing Business della Banca Mondiale, colloca nel 2018 la Slovacchia al 39° posto della graduatoria mondiale, in peggioramento di sei posizioni rispetto all’anno precedente. Tuttavia si notano valutazioni estremamente positive per quanto riguarda commercio estero e registrazione delle proprietà, con i giudizi sull’ottenimento di licenze e permessi edili in netto miglioramento.
L’interscambio dell’Italia con la Slovacchia nel 2016 ha evidenziato un progressivo incremento, particolarmente vivace negli ultimi cinque anni, che lo ha portato ad attestarsi a 6,1 miliardi di euro. Le importazioni (+6,4%) hanno raggiunto 3,3 miliardi, mentre l’export ha registrato un incremento del 10,2% a 2,8 miliardi. Va sottolineato il fatto che, rispetto alla situazione rilevata nel 2006, l’interscambio è più che raddoppiato: in quell’anno infatti gli scambi con il Bel Paese erano stati pari a 2,9 miliardi. Il saldo italiano nel 2016 è stato di -0,5 miliardi, a fronte di -0,6 miliardi dell’anno precedente, un importo rimasto pressoché stabile nell’ultimo decennio.
La quota degli scambi con la Slovacchia sul totale complessivo italiano è stata pari allo 0,8%. In particolare, il dettaglio dei saldi netti per categorie evidenza un deficit per l’Italia per quanto riguarda computer e apparecchi elettronici (quasi 438 milioni) e mezzi di trasporto (quasi 694 milioni), mentre si riscontra un surplus per tessile e abbigliamento (133 milioni), metalli (161,5 milioni), macchinari meccanici (127 milioni) e apparecchi elettrici (160 milioni). E se l’Italia ha importato prevalentemente mezzi di trasporto (30%), computer e apparecchi elettronici (17,3%), metalli (11,4%) e macchinari meccanici (10,7%), le esportazioni sono costituite principalmente da metalli (19,4%), macchinari meccanici (17,3%), apparecchi elettrici (11,7%) e mezzi di trasporto (10,7%).
Secondo il Ministero per lo Sviluppo Economico, sono presenti in Slovacchia 343 imprese operanti soprattutto nei comparti moda, meccanica strumentale, metallurgia e trasporti. Lo stock di IDE al 2016 è di circa 3,86 miliardi, di cui l’importo complessivo risulta sottostimato dal momento che alcuni investimenti, effettuati tramite controllate in altri Paesi (Lussemburgo, Olanda e Austria), non sono contabilizzati come IDE italiani. Tra i nomi italiani più importanti che operano in Slovacchia, si ricordano Magneti Marelli, Bonfiglioli, Prysmian, Slovanske Elektrarne a.s. (partecipata da ENEL al 66%), mentre tra le banche Intesa Sanpaolo e Unicredit. Ulteriori e dettagliate informazioni sulle opportunità di sviluppo commerciale e di investimento per le società italiane si possono trovare sul sito del Ministero degli Affari Esteri italiano alla seguente pagina.