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Slitta il Decreto sviluppo, scontro Passera-Grilli

FIRSTonline

Ancora niente da fare per il secondo decreto sviluppo a firma di Corrado Passera. Ieri sera Palazzo Chigi ha spiegato in una nota che oggi il Consiglio dei ministri non approverà il nuovo pacchetto di misure per la crescita messo a punto dal ministro dello Sviluppo economico. A causa degli impegni internazionali del premier Mario Monti, l’ordine del giorno è stato ridotto all’esame di alcune leggi regionali e di un decreto legislativo di riorganizzazione della Croce rossa italiana. La prossima riunione del Cdm è prevista per giovedì 4 ottobre alle 10.30.

Ma a causare il rinvio non è stato solo il contrattempo istituzionale. Secondo una fonte del ministero citata da Reuters, l’esame del decreto sviluppo dipende in primo luogo dal fatto che “è ancora in corso il confronto sulle coperture“.

Quattro i capitoli principali di cui si compone il testo: agenda digitale, obbligo di pagamento con moneta elettronica dal 2014, agevolazioni alle start up innovative, lotta alle frodi assicurative.

I tecnici dell’Economia e quelli dello Sviluppo faticano a trovare un’intesa soprattutto sulla norma che introduce il “documento digitale unificato“, comprensivo di carta d’identità elettronica e tessera sanitaria. Passera vorrebbe garantire “il rilascio gratuito” per il cittadino, ma il Tesoro vorrebbe prima verificare i costi per l’amministrazione pubblica.

Stesso discorso per le agevolazioni alle nuove start up innovative, che soddisfacendo vari requisiti potranno godere di importanti privilegi: dal mancato pagamento dell’imposta di registro e di bollo alla detrazione della somma investita dal contribuente nel capitale sociale direttamente o tramite sgr (la bozza più recente indica un’aliquota del 19%). 

Altro punto di scontro fra Via XX Settembre e Via Veneto è il credito d’imposta su Ires e Irap a favore dei costruttori per incentivare le infrastrutture di valore superiore ai 500 milioni di euro. La norma rischia di essere stralciata di netto. 

Pare invece che l’intesa sia stata raggiunta sul rafforzamento dei mezzi di pagamento elettronici. La prima bozza del decreto prevedeva da luglio 2013 l’obbligo di accettare i pagamenti con moneta elettronica per gli importi superiori ai 50 euro. L’ultimo testo in circolazione obbliga invece commercianti e professionisti ad accettare pagamenti “con carte di debito” dal primo primo gennaio 2014. “Importi minimi, modalità e termini” saranno determinati solo con un successivo decreto ministeriale.

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