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Siria: Putin ritira le truppe russe

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’inizio del ritiro delle forze russe dalla Siria, spiegando che ormai gli “obiettivi sono stati raggiunti”. Il numero uno del Cremlino auspica che l’operazione sia “una buona motivazione per dare inizio alle negoziazioni politiche tra le forze del paese”, riferisce la Tass. Continueranno però ad essere operative la base aerea di Hemeimeem, nella provincia di Latakia, e quella navale nel porto di Tartous.

Il presidente americano Barack Obama ha parlato al telefono con Putin della decisione russa e “dei prossimi passi necessari” per la fine delle ostilità “con l’obiettivo di far avanzare le trattative politiche su una risoluzione del conflitto”. Obama, pur riconoscendo i progressi compiuti nella riduzione della violenza e nell’assistenza umanitaria, ha sottolineato che il regime non deve ostacolare la consegna degli degli aiuti.

Putin ha informato Bashar al Assad della decisione di ritirare le forze russe. Il capo del Cremlino ha aggiunto che il suo Paese manterrà un centro di controllo aereo in Siria per monitorare la tregua. Le basi russe di Tartous e Hemeimeem, nella provincia di Latakia, ha detto Putin, opereranno d’ora in poi in regime di “routine”. Anche i militari russi che resteranno in Siria vigileranno sulla tenuta del cessate-il-fuoco. 

Il presidente siriano Bashar al Assad ha detto a Putin di “essere pronto a iniziare il processo politico nel paese al più presto possibile”. Putin e Assad hanno inoltre espresso la speranza congiunta che i negoziati a Ginevra possano produrre “effetti concreti”.

Intanto si apprende che il primo colloquio tra la delegazione governativa di Damasco e l’inviato dell’Onu Staffan de Mistura a Ginevra è stato “positivo e costruttivo” e le due parti torneranno a vedersi mercoledì. Lo ha detto il capo della delegazione di Damasco, l’ambasciatore siriano all’Onu Bashr al Jafari. Jafari ha aggiunto di aver presentato a de Mistura un documento per “una soluzione politica” del conflitto. Prima di tornare a vedere la delegazione governativa, l’inviato dell’Onu dovrà incontrarsi con quella dell’opposizione.

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