Putin alza in tiro nella guerra in Libia con un’escalation di raid provenienti dalle navi russe nel Caspio. L’attacco russo, questa mattina, ha colpito la provincia siriana di Hama e le zone limitrofe, nell’ovest del Paese. A rivelarlo è l’Osservatorio siriano per i diritti umani, aggiungendo che ci sono stati pesanti bombardamenti con missili terra-terra.
Dall’inizio dell’operazione militare russa in Siria sono stati colpiti “112 obiettivi dell’Is”, ha detto il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu: “Nelle ultime 48 ore dopo un lavoro intenso di diversi tipi di ricognizione, sono stati scoperti numerosi e diversi obiettivi dell’Is: si tratta di punti di comando, depositi di munizioni e di materiale bellico e di campi di addestramento dei miliziani. Per colpirli – ha precisato il ministro – oltre all’aviazione abbiamo usato le navi della flotta del Caspio”.
Il premier turco Ahmet Davutoglu ha criticato l’intervento di Mosca: “Secondo le informazioni militari che abbiamo ricevuto, la Russia ha condotto 57 operazioni aeree, di cui 55 contro l’opposizione moderata a Bashar al Assad e solo 2 contro Daesh”, cioè contro l’Isis.
Fortemente critico anche il fronte Usa. Mentre Putin si dice pronto ad un accordo con gli Stati Uniti per un’azione di guerra comune contro il terrorismo la Casa Bianca respinge l’offerta: “La Russia sta seguendo una strategia sbagliata. Colpendo obiettivi che non sono solo dell’Isis stanno facendo un errore” ha detto il segretario della Difesa americana Ashton Carter sottolineando che gli Usa “non collaboreranno con la Russia finché loro continueranno a perseguire questi obiettivi”.