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Siria: l’orrore delle fosse comuni di Assad vicino Damasco, ex capo carcere incriminato negli Usa per torture

Siria, migliaia di corpi sono stati ritrovati in Siria, vicino Damasco, provenienti con tutta probabilità dalle prigioni politiche del regime, caduto, di Assad. Riunione del G7 in modalità virtuale. Mattarella e Meloni ricevono Abu Mazen

Siria: l’orrore delle fosse comuni di Assad vicino Damasco, ex capo carcere incriminato negli Usa per torture

Migliaia di corpi e resti umani sono stati rinvenuti in Siria, vicino a Damasco, provenienti forse dalle prigioni politiche del regime di Assad. Incriminato negli Usa per tortura l’ex capo del sistema carcerario siriano. Oggi riunione online del G7 sulla situazione nel Paese mediorientale dopo la caduta del regime di Assad. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, è ad Ankara. In Italia, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la premier Giorgia Meloni ricevono Abu Mazen. Intanto, almeno 33 persone sarebbero morte in un raid israeliano sul campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza.

Siria, l’orrore della fossa comune vicino Damasco

Sono “migliaia” i corpi e i resti rinvenuti in una fossa comune a Qutayfa, a nord-est di Damasco. Lo ha reso noto Al Jazeera, che ha mostrato in diretta le immagini del ritrovamento dei sacchi di plastica bianchi numerati contenenti i resti delle vittime. “Questi corpi vengono probabilmente dalle prigioni politiche del regime, come quella di Sednaya – ha spiegato il giornalista dell’emittente panaraba – Questo terreno è grande circa 5mila metri quadrati”.

Un’altra fossa comune, con dentro sacchi bianchi, verdi e marroni è riconoscibile dalla strada che da Damasco porta all’aeroporto internazionale. I primi attivisti arrivati sul posto – dicono i media – hanno individuato i luoghi di sepoltura sommaria da una serie di mucchi di terra in fila nei pressi del Quinto Ponte, una zona a sud-est della capitale.

Siria, ex capo carcere incriminato negli Usa per torture

L’ex capo del famigerato carcere siriano di Adra, il 72enne Samir Ousman al-Sheikh, è stato incriminato da un a giuria federale della California con diverse accuse relative a torture. L’uomo, che è stato responsabile della gestione del carcere dal 2005 al 2008, era stato arrestato il 10 luglio all’aeroporto internazionale di Los Angeles per frode sui visti.

Come direttore della prigione di Adra, al-Sheikh avrebbe ordinato ai suoi subordinati di infliggere dolore ed era direttamente coinvolto nell’infliggere gravi sofferenze fisiche e mentali ai prigionieri. Ordinò ad esempio ai prigionieri di recarsi nell’ “ala punitiva”, dove venivano picchiati mentre erano appesi al soffitto con le braccia tese e sottoposti a un dispositivo che piegava i loro corpi a metà all’altezza della vita, provocando talvolta la frattura della colonna vertebrale, secondo quanto riportato dai funzionari federali.

Al-Sheikh ha iniziato la sua carriera lavorando nei posti di comando della polizia prima di essere trasferito all’apparato di sicurezza dello stato siriano, che si è concentrato sulla lotta al dissenso politico, hanno detto i funzionari. In seguito è diventato capo della prigione di Adra e generale di brigata nel 2005. Nel 2011 è stato nominato governatore di Deir ez-Zour, una regione a nord-est della capitale siriana di Damasco dove si sono verificate violente repressioni contro i manifestanti.

“È un enorme passo avanti verso la giustizia”, ​​ha affermato Mouaz Moustafa, direttore esecutivo della Syrian Emergency Task Force con sede negli Stati Uniti. “Il processo di Samir Ousman al-Sheikh ribadirà che gli Stati Uniti non permetteranno ai criminali di guerra di venire a vivere qui senza che ne venga accertata la responsabilità, anche se le loro vittime non erano cittadini statunitensi”, ha aggiunto citato dalla Cbs News.

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