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Siria, Assad riprende Palmira

Le truppe governative hanno ripreso il controllo del sito archeologico di Palmira, città divenuta simbolo del furore devastante dell’Isis. Lo riferiscono la tv siriana e l’Osservatorio per i diritti umani

Siria, Assad riprende Palmira

Le forze governative siriane, appoggiate dai raid russi, hanno ripreso il “pieno controllo” di Palmira, la città in mano all’Isis dal maggio 2015 che ospita il sito archeologico d’epoca romana patrimonio Unesco. Lo riferiscono la tv di Stato siriana citando fonti militari e gli attivisti dell’Osservatorio per i diritti umani che parlano anche di diversi morti tra gli estremisti.

La città, che ospita uno dei siti archeologici più importanti al mondo, era finita in mano al Daesh dal maggio 2015. 

La battaglia è durata tutta la notte, ha riferito la fonte citata dalla tv, che assicura come il regime di Bashar Assad sia tornato in possesso «sia del sito archeologico sia dei quartieri residenziali». I miliziani dello Stato islamico battono in ritirata, verso Sukhnah e Deir Ezzor. Da quando Palmira venne conquistata dagli integralisti il mondo ha temuto per la sua distruzione, avviata dall’Isis facendo esplodere due templi presenti nel sito, un arco trionfale e una decina di tombe antiche.

Ma il gesto più efferato e crudele legato alla città, oltre alla distruzione di templi come quello di Baalshamin e Bel, è quello della decapitazione di Khaled Asaad, 82enne studioso di antichità e capo del sito archeologico di Palmira per oltre mezzo secolo che aveva nascosto centinaia di statue e reperti per impedire alle milizie dello Stato Islamico di distruggerle o impadronirsene. Lo scorso agosto 2015 Asaad fu decapitato in un’esecuzione pubblica e il suo corpo appeso a una colonna romana del sito.

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