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Sir Alex Ferguson, fine di un mito: dopo 40 anni il Manchester United lo licenzia. Ha vinto 38 trofei in 27 anni

FIRSTonline

La fine di un’era. Manca ancora l’ufficialità, ma ormai è certo che il binomio Manchester UnitedSir Alex Ferguson si scioglierà al termine della stagione. Una decisione che fa scalpore, non tanto per l’effettiva utilità dell’ex tecnico scozzese nel suo ruolo di ambasciatore, quanto per ciò che rappresenta la sua figura leggendaria. Sir Alex, infatti, va ben oltre la semplice figura di bandiera, come dimostrano i 38 anni di militanza United prima da allenatore e poi, appunto, da consigliere.

Ratcliffe licenzia Ferguson dopo quasi 40 anni al Manchester United

La scelta è stata di Sir Jim Ratcliffe, proprietario dell’azienda chimica Ineos e azionista di minoranza dei Red Devils, considerato l’uomo più ricco del Regno Unito con un patrimonio stimato da Forbes in 22,9 miliardi di dollari. L’imprenditore britannico, entrato nello United a fine 2023 con il 25%, ha dato il via a un’importante riorganizzazione interna, finalizzata anzitutto al risparmio. Le spese sportive, oltretutto senza ottenere alcun tipo di risultato (il Manchester occupa un terribile 14esimo posto in Premier League, staccato di ben 10 punti dal Liverpool capolista), continuano a essere piuttosto alte (in estate sono stati investiti 214 milioni per Zirkzee, De Ligt, Mazraoui, Yoro e Ugarte), mentre il comparto interno sta subendo tagli e ridimensionamenti. E così i 2,6 milioni a stagione percepiti da Ferguson sono improvvisamente diventati troppi, al punto da indurre Ratcliffe a licenziarlo, il tutto con l’assenso della famiglia Glazer, non a caso odiatissima dai tifosi mancunian.

La leggenda di Sir Alex: 38 trofei in 27 anni

Una mera questione economica (e piuttosto irrilevante, viste le cifre in ballo) sancisce la fine di una leggenda vivente come Alexander Chapman Ferguson, nominato “Sir” nel 1999 dalla regina Elisabetta II e protagonista di una carriera semplicemente senza eguali. Un’epopea partita nel 1986, anche se il primo trofeo è arrivato solo dopo tre anni e mezzo con la FA Cup del 1990. Da lì in poi il tecnico scozzese non s’è più fermato, conquistando 13 Premier League (record assoluto), altre 4 Coppe d’Inghilterra, 4 Coppe di Lega, 10 Community Shield, 2 Champions League, 2 Supercoppe Europee, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Mondiale per Club, oltre a svariati titoli individuali. Nel 2013, all’età di 72 anni, decise di ritirarsi dal ruolo di manager e il Manchester United non ha praticamente più vinto nulla: l’ultima Premier porta la sua firma (stagione 2012/13), dopodiché è stato tutto un succedersi di allenatori senza molta fortuna. Il ruolo di ambasciatore ricoperto negli ultimi 11 anni, evidentemente, è stato più di facciata che altro, ma nessuno avrebbe mai pensato di assistere al suo licenziamento, nella convinzione che uno così, anche solo per rispetto, non può essere messo sullo stesso piano di un “normale” dipendente.

Cantona guida la rivolta: “Scandalosa mancanza di rispetto”

Inutile dire che la notizia, diffusasi a macchia d’olio nonostante l’assenza di comunicati ufficiali, ha suscitato l’indignazione del popolo United, a cominciare dai grandi campioni che hanno condiviso lo spogliatoio con lui. Su tutti Eric Cantona, sopra le righe proprio come quando giocava (memorabile il calcio a un tifoso del Crystal Palace che lo aveva insultato dagli spalti). “Sir Alex Ferguson dovrebbe poter fare tutto quello che vuole nel club fino alla sua morte – ha ringhiato The King -. Che mancanza di rispetto, è assolutamente scandaloso. Sir Alex Ferguson sarà il mio boss per sempre! Li butterei tutti in un sacco di m…!”. Lo sfogo del francese anticipa, molto probabilmente, ciò che avverrà a Old Trafford sabato prossimo, quando il Manchester United di Ten Haag ospiterà il Brentford per la sfida tra la 14° (lo United) e l’11° in classifica. Il tutto sotto gli occhi di Sir Alex, deciso a occupare il suo posto in tribuna fino a che glielo consentiranno.

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