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Sinner e il caso doping, la Wada non molla e fa ricorso. Ma per l’atleta nuova rimonta in campo a Pechino. Cosa rischia?

La Wada fa ricorso su Sinner per il caso clostebol: chiesto stop compreso tra uno e due anni. La replica del campione che, nelle stesse ore, vince sul campo di Pechino contro Safiullin e vola ai quarti: “Deluso e sorpreso”

Sinner e il caso doping, la Wada non molla e fa ricorso. Ma per l’atleta nuova rimonta in campo a Pechino. Cosa rischia?

Tennis, la Wada fa ricorso su Jannik Sinner per il caso doping e chiede uno stop compreso tra uno e due anni. L’agenzia mondiale antidoping, infatti, si oppone alla sentenza del tribunale che aveva giudicato Sinner esente da colpa o negligenza pur essendo risultato positivo per due volte al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024. Intanto però, mentre la notizia fa il giro del mondo e divampano le reazioni nel mondo sportivo, all’Atp di Pechino l’atleta vince la sua partita sul campo: batte Safiullin in tre set e va dritto ai quarti. Passano poche ore e sul ricorso arriva la nota ufficiale del campione, che sulla vicenda non nasconde affatto la propria delusione: “Continuerò a collaborare, non ho nulla da nascondere“, dice.

Sinner e il caso doping: fino a quando potrà giocare?

Jannik Sinner è un atleta “libero”: fino a quando il panel del Tribunale arbitrale dello Sport di Losanna (Tas) non emetterà sentenza al termine dell’arbitrato, il tennista potrà regolarmente giocare in tutti i tornei. Sinner, numero 1 del tennis mondiale dal giugno scorso, 23 anni, altoatesino di Sesto Pusteria, a gennaio vincitore degli Australian Open e pochi giorni fa degli Us Open, ora dovrà difendersi per quella positività al doping, seppur considerata ininfluente a livello di prestazione sportiva, emersa nel maggio dello scorso anno. Per sapere se Sinner verrà squalificato o assolto non ci sono ancora tempi certi.

Dopo il ricorso presentato dall’Agenzia mondiale antidoping il 26 settembre scorso – notizia resa nota dalla Wada stamani – il Tas dovrà ufficializzare il panel di tre giudici chiamati a pronunciarsi: uno nominato dal Tas, uno dalla Wada e uno da Sinner. Ci sono giudici italiani, ma non per forza il giocatore dovrà nominare uno della stessa nazionalità.

Sinner e il caso doping: perché la Wada ha presentato ricorso

La Wada ha presentato ricorso per far luce sulla vicenda anche perché ha ritenuto non corretta, secondo le norme in vigore, la sentenza del tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (Itia) che aveva assolto per “nessuna colpa o negligenza” Sinner, il quale era stato trovato positivo due volte al clostebol. Il doppio brevissimo periodo di sospensione inflitto tra marzo e aprile al tennista italiano, secondo il codice mondiale antidoping, non è contemplato.

La Wada, che ha già fatto sapere che non rilascerà ulteriori comunicazioni, ha quindi passato la palla al Tas che dovrà prendere in mano tutta la documentazione. Il Tas al termine dell’arbitrato emetterà sentenza che potrebbe differire dal primo grado, ovvero l’assoluzione, oppure accogliere la richiesta della Wada, cioè rendere ineleggibile – quindi squalificare – Sinner per un periodo fino a due anni. La Wada, criticata per non aver presentato ricorso al Tas in merito alla positività dei nuotatori cinesi, ha chiesto un periodo minimo di un anno ma poi tutto dipenderà dal Tas. Per il momento il Tas non ha stabilito alcuna data e fino a metà dicembre ci sono già altre udienze fissate ma non è esclusa, se accolta, una procedura d’urgenza.

Sinner, cosa ha detto il campione dopo la notizia del ricorso

“Non ho nulla da nascondere e, come ho fatto per tutta l’estate, collaborerò pienamente con il processo d’appello e fornirò tutto ciò che è necessario per dimostrare la mia innocenza ancora una volta”: in una nota diffusa dal suo ufficio stampa, Sinner ribadisce la delusione per la decisione della Wada. “Sono deluso”, ha quindi sottolineato il campione.

“Negli ultimi mesi e nel corso di questo processo ci sono state tre distinte udienze che hanno confermato la mia innocenza – ha proseguito Sinner – Diversi mesi di audizioni e indagini sono culminati con tre giudici di alto livello che hanno esaminato ogni dettaglio in un’udienza formale. Hanno emesso una sentenza approfondita che spiega perché mi hanno ritenuto non colpevole, con prove chiare e la mia collaborazione”.

“Sulla base di un processo così solido – ha detto l’altoatesino – sia l’Itia che l’autorità antidoping italiana hanno accettato la sentenza e hanno rinunciato al diritto di appello. Capisco che queste cose vadano indagate a fondo per mantenere l’integrità dello sport che tutti amiamo. Tuttavia, è difficile capire che cosa si possa ottenere chiedendo ad altri tre giudici di esaminare nuovamente gli stessi fatti e la stessa documentazione”. “Poiché il caso è ora pendente davanti al Tas – conclude – non intendo commentare ulteriormente”.

Sinner batte Safiullin in tre set a Pechino e va ai quarti

Intanto, Sinner conquista i quarti di finale al “China Open”, Atp 500 da 3.720.165 dollari che si sta giocando sul duro dell’Olympic Green Tennis Center di Pechino. Il campione azzurro, numero uno al mondo, ha battuto in rimonta Roman Safiullin, numero 69 del ranking Atp, in due ore e 21 minuti di gioco, con il punteggio di 3-6 6-2 6-3. Sinner, a caccia del settimo titolo stagionale malgrado la mossa della Wada, affronterà ora il ceco Jiri Lehecka, numero 37 al mondo.

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