Le aziende italiane del settore infrastrutturale che operano in Africa hanno un nuovo competitor da cui guardarsi. Dopo la Cina – che ormai da qualche anno offre ponti, strade e stadi in cambio dell’accesso alle risorse energetiche – ora è la volta dell’India. La conferma che New Delhi sta iniziando a prendere sul serio il continente africano viene dal viaggio di sei giorni che il primo ministro indiano Manmohan Singh inizia oggi in Etiopia (in occasione dell’India-Africa summit) per poi proseguire in Tanzania. Uno dei pilastri della cooperazione, oltre all’apertura di linee di credito per 600 milioni di dollari, sarà proprio lo sviluppo di infrastrutture e il trasferimento di expertise, soprattutto nel settore ingegneristico. In cambio New Delhi chiede appoggio politico in sede Onu per conquistare un seggio permanente e un maggiore accesso alle ingenti risorse energetiche (un processo già avviato in Nigeria, Kenya e Sudan) e minerarie del continente africano. La strada da fare per colmare il gap con Pechino è però lunga: nel 2006 gli investimenti cinesi in Ghana erano superiori a quelli fatti dall’India nell’intero continente africano. Con un simile ritardo e vista la crescente sete energetica di New Delhi (che oggi importa il 70% del suo fabbisogno con la prospettiva di veder crescere ulteriormente in futuro la sua dipendenza dai paesi esteri) c’è da scommettere che Singh non si presenterà a mani vuote.
http://www.livemint.com/2011/05/22233946/Manmohan-aims-to-rescript-Indi.html?h=B