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Sindrome Siria nel giorno dell’asta Bot

SINDROME SIRIA NEL GIORNO DELL’ASTA BOT A 6 MESI 

GIU’ TOKYO E WALL STREET, EMERGENTI IN GINOCCHIO 

La sindrome di Damasco  non risparmia i listini d’Oriente, già alle prese con la crisi dei mercat emergenti.   

Tokyo i avvia alla chiusura in netto calo (-2,2% ad un’ora dalla chiusura). Seguono Hong Kong -1,75% e la Corea. Si aggrava intanto la crisi dei mercati emergenti: la Borsa della Thailandia arretra per il decimo giorno di fila (-20% complessivo), Manila perde il 5,3%, la rupia indiana scivola a nuovi minimi: rispetto a gennaio la perdita è del 19,2%. Da maggio alla scorsa settimana settimana i fondi hanno disinvestito 45 miliardi di dollari dalle Borse emergenti. 

Forti perdite ieri sera a Wall Street ; l’indice S&P scende dell’1,16%, il Dow Jones arretra dell’1,14 %, il Nasdaq  perde il 2,16%%. 

La situazione in Medio Oriente ha messo in secondo piano il dato positivo della fiducia dei consumatori Usa, salita ad agosto a quota 81,5 da 80 del mese precedente, ben oltre le attese degli economisti che prevedevano un calo a 79.  

Fra le blue chip americane, i ribassi maggiori sono di General Electric  -1,5% e Boeing -1,4%.

Netto ribasso di Facebook  -2,1% dopo una lunga serie di rialzi. 

Giornata nera anche per l’Europa. 

Per il secondo giorno di fila  Piazza Affari – 2,34% accusa massicce perdite ma fanno ancor peggio  Madrid -2,96% e Parigi – 2,42%.  Francoforte -2,28%. 

Il petrolio è trattato stamane sui mercati asiatici a 112,01 dollari il barile (+2,81%), in reazione all’evolversi della crisi in Medio Oriente. 

Di fronte all’escalation militare, le Borse hanno reagito nel modo più tradizionale, correndo verso i beni rifugio. Sale l’oro a quota 1421 dollari l’oncia, anche grazie a forti acquisti cinesi. Sale il franco  svizzero  (1,229, contro l’euro da 1,2341) Non sale, a sorpresa, il dollaro sull’euro. La novità, secondo gli esperti si spiega con la crisi dei mercati  Emergenti, che provoca forti vendite di assets in dollari a favore di un rifugio nell moneta europea. 

SCENDE IL TASSO SUL BUND, RISALE LO SPREAD 

Risale, soprattutto, il Bund tedesco. Il decennale, che era salito fino ad un rendimento dell’1,92%,  arretra di 9 punti. Ieri la forbice tra Btp e Bund si è così allargata a quota 259 punti, mentre il rendimento del decennale  si è portato al 4,45% a soli sei centesimi dal Bono spagnolo della stessa scadenza. Nonostante questi segnali di tensione, il mercato ha assorbito senza problemi l’offerta alla prima delle tre aste del Tesoro di questa settimana.  Oggi tocca ai Bot a sei mesi (8,5 miliardi all’asta) . Ma l’appuntamento più delicato sarà quello di giovedì, quando verrann offerti Btp a 5 e 10 anni. Più che ai rendimenti occorrerà guardare alle dimensioni della domanda in una settimana ingolfata di offerte dei vari Stati (Stati Uniti in testa).

PIAZZA AFFARI AMARA PER LE BANCHE 

Fra le banche italiane, Unicredit ha perso il 4,1%, Intesa  -4,3%. E’ scesa anche Ubi -3,4%, inizialmente in rialzo dopo avere annunciato risultati trimestrali migliori delle attese.

Torna in utile la Banca Popolare di Milano -2,20%. Piazza Meda ha chiuso il primo semestre con un utile netto di periodo a 105,6 milioni di euro rispetto a una perdita di 131,3 milioni registrata nei primi s .. 

Si è chiuso con un risultato netto negativo per 19,9 milioni di euro, condizionato dall’elevata incidenza della tassazione, il primo semestre dell’anno per Banca Popolare dell’Emilia-Romagna -2,35%.

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Fra le assicurazioni, Generali è scesa del 2,7%, Fondiaria-Sai-1,2%. 

Titoli industriali in ribasso: Fiat -3,6%, Finmeccanica-2,3%,StM -3%. 

Eni ha chiuso in lieve calo (-0,2%) sostenuta dal rialzo del petrolio.Saipem -0,4%, in netto calo Tenaris -2,3%. 

Fra le utility, Enel ha perso il 3,4%, A2A -3,4%. 

Fra i titoli del lusso, Ferragamo -1,7%, Tod’s -3%.


Categories: Finanza e Mercati