Non sorprende che, da quando il Movimento 5 Stelle ha conquistato Roma espugnando il Campidoglio, l’attenzione dei media e delle forze politiche sulla Giunta Raggi sia andata crescendo di giorno in giorno. Non per pregiudizi anti-grillini, che pure ci sono, e nemmeno per rigurgiti localistici. Più semplicemente perchè per il movimento di Beppe Grillo il test di Roma non è locale ma è una prova nazionale: se il Movimento 5 Stelle dimostra con la Giunta Raggi di saper ben governare una città complicatissima come la Capitale, è evidente che ne trarrà forza per candidarsi alla guida politica del Paese. In caso contrario le vele grilline si sgonfieranno presto, esattamente come successe alla Lega.
Certo, non si può dire che l’avvio della Giunta Raggi sia stato dei più esaltanti, anche se non si può pretendere che la Raggi abbia la bacchetta magica: l’emergenza rifiuti, che purtroppo implica anche preoccupanti rischi sanitari, e il continuismo superpagato dell’assessore all’Ambiente Paola Murari con le peggiori amministrazioni dell’azienda municipale dei rifiuti (l’Ama), quelle per intenderci in capo all’ex presidente Panzironi, uomo di fiducia dell’ex sindaco missino Alemanno, non sono certamente stati un buon viatico.
Oggi la Raggi è passata al contrattacco nell’aula del Consiglio comunale accusando l’Ama e il Pd di aver dormito trent’anni sull’emergenza rifiuti. Giusto, ma nell’intervento del sindaco di Roma spiccano omissioni e silenzi che rendono, come spesso le succede, del tutto ambigua e assai poco credibile la sua linea.
Primo: il Pd ha avuto grandi responsabilità nel degrado della Capitale ma, quando di parla di emergenza, come si fa a dimenticare le palesi responsabilità della Giunta Alemanno? Com’è che, ogni volta che entra in gioco la peggiore destra della Capitale, la Raggi chiude gli occhi e dimentica? Non è la prima volta che le succede: s’era dimenticata in campagna elettorale di segnalare il suo praticantato di avvocato nello studio di quel campione della destra corrotta e filofascista che era l’ex ministro Cesare Previti, poi ha minimizzato la sua presidenza in una società comunale vicina all’ex sindaco Alemanno e ora, proprio sulle responsabilità di quella giunta nefasta chiude gli occhi. Come mai?
Secondo: è verissimo che l’Ama (oltre alle amministrazioni a guida Pd) ha colpevolmente dormito mentre a Roma l’emergenza cresceva, ma la superconsulente Paola Muraro dov’era? Per caso, dormiva anche lei?
Virginia Raggi ha stravinto le ultime elezioni comunali e ha tutto il diritto di governare in piena tranquillità la Capitale ma c’è una cosa che non è permessa nemmeno a lei: quella di credere che i romani, di qualunque parte politica, siano tutti allocchi. Prima si renderà conto che amnesie, omissioni e ambiguità tolgono credibilità alla sua Giunta, meglio sarà per tutti. E anche per lei.