Coup de theatre, ma nemmeno troppo. L’attesissimo referendum tra i dipendenti di uno stabilimento Amazon in Alabama, chiamati ad esprimersi sulla volontà di essere rappresentati da un sindacato, ha dato esito negativo: i lavoratori, almeno per ora e almeno quelli dell’Alabama, non ne vogliono sapere. La vittoria del No è stata schiacciante (più del doppio dei voti del sì) e per il patron Jeff Bezos è un punto importantissimo: tutto resta dunque come prima, con l’azienda di Seattle libera di dettare le proprie regole, a quanto pare accettate dai dipendenti ma molto spesso considerate troppo severe e al limite della sostenibilità.
Dei 6.000 dipendenti dello stabilimento hanno votato circa il 55% e il no ha ottenuto oltre 1.798 voti su 3.041, conquistando la maggioranza. A votare a favore di una sindacalizzazione sono stati 738 lavoratori, mentre 505 schede sono state contestate e quindi non conteggiate. Ma anche se fossero state incluse nel calcolo il risultato non sarebbe cambiato. Una vittoria del Sì sarebbe invece stata una svolta epocale, avrebbe rappresentato un precedente denso di significato per un gruppo che ha sedi e depositi in tutto il mondo, compreso ovviamente in Italia dove peraltro si sta espandendo proprio in questi mesi.
I sindacati incassano la sconfitta ma denunciano un atteggiamento scorretto da parte di Amazon durante la campagna referendaria: “Solleciteremo l’Agenzia federale per il diritto del lavoro perchè chieda ad Amazon di rendere conto del suo comportamento illegale durante la campagna“, ha detto Stuart Appelbaum, presidente di Rwdsu, il sindacato della distribuzione. Amazon ha difeso per mesi la sua causa contro la sindacalizzazione martellando i dipendenti con testi, poster e briefing settimanali, mentre i dipendenti pro-sindacati lamentavano ritmi infernali, mancanza di tempo per andare in bagno o per mangiare, mancanza di protezioni di sicurezza (soprattutto contro Covid-19) e salari insufficienti per il lavoro richiesto.
Alla fine l’ha spuntata Bezos, che tra l’altro ha ricordato che i salari partono da 15 dollari l’ora (più del doppio del salario minimo in Alabama) e che fornisce benefici sociali, come la copertura sanitaria. Ma i sindacati non ci stanno e annunciano ricorso: “Amazon sapeva che se non avesse fatto tutto il possibile, inclusa dell’attività illegale, i suoi lavoratori avrebbero scelto il sindacato”, dice ancora Stuart Appelbaum.