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Silvio Berlusconi e l’eredità ai 5 figli: nella distribuzione delle sue quote di Fininvest la chiave del potere

Imagoeconomica

Fininvest su tutto, ma anche Mediaset divenuta Mfe (MediaforEurope), Banca Mediolanum, Mondadori, la squadra di calcio del Monza. E poi investimenti finanziari, ville e proprietà immobiliari di ogni genere, jet, elicotteri e chi più ne ha più ne metta per un patrimonio complessivo che si avvicina ai 4 miliardi di euro.

Questa è a grandi linee l’eredità che Silvio Berlusconi, morto oggi all’età di 86 anni, lascia ai cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi. I due maggiori sono nati dal primo matrimonio con Carla Elvira Lucia Dall’Oglio, gli altri tre dalle travagliate nozze con Veronica Lario. 

Fininvest e le holding della famiglia Berlusconi 

Con un fatturato delle società controllate o fortemente partecipate superiore ai 5 miliardi di euro e circa 20mila dipendenti totali, il gruppo che fa riferimento alla Fininvest fondata da Silvio Berlusconi è una delle maggiori realtà imprenditoriali italiane. La galassia di Berlusconi, già prima dell’ingresso in politica del Cavaliere, aveva il suo cuore proprio in Fininvest, che controlla le partecipazioni nelle tre quotate Mfe (47,9%), Mondadori (53,3%), Banca Mediolanum (30%), e che a sua volta è controllata tramite un sistema di 7 holding: quattro riconducibili a Silvio Berlusconi con una quota complessiva del 61,21%, le altre tre in mano ai figli.

In particolare, le holding quinta e sesta sono possedute da Marina e Silvio, ciascuna con il 7,65% del capitale di Fininvest. La holding quattordicesima controlla invece il 21,4% del capitale di Fininvest ripartito in quote paritetiche tra gli altri tre figli (Luigi, Eleonora e Barbara, ciascuno con poco più del 7%). 

Non bisogna poi dimenticare i ruoli e gli incarichi in mano ad ognuno: Marina è presidente di Fininvest e di Mondadori e consigliera di Mediaset e Mediobanca, Pier Silvio è consigliere di Fininvest, Ad e vicepresidente esecutivo del gruppo Mediaset e Ad e presidente di Reti televisive italiane. Per quanto riguarda i figli nati dalle seconde nozze: Barbara è consigliera di Fininvest e Ad di Holding italiana quattordicesima, Eleonora detiene un terzo di H14 (non ha incarichi operativi per sua scelta) e Luigi è consigliere di Fininvest e di Banca Mediolanum, amministratore unico della holding B Cinque, e presidente del cda della holding quattordicesima, di cui come detto detiene un terzo delle quote assieme alle sorelle maggiori.

L’eredità di Silvio Berlusconi 

La successione riguarda dunque quel 61,2% fino ad oggi in mano al Cavaliere che adesso andrà distribuito tra i figli. In cifre si tratta di una partecipazione che vale oltre 2 miliardi di euro. Silvio Berlusconi non ha mai detto pubblicamente quale avrebbe dovuto essere la ripartizione, né indicato quali saranno gli equilibri tra i due rami della famiglia dopo la sua morte. 

Sulla carta si aprono dunque diversi scenari che ruotano tutti attorno ad una domanda: “chi avrà in mano la maggioranza di Fininvest”?

Se l’ex presidente del Consiglio avesse deciso di dividere per cinque la sua quota, dando ad ogni figlio la stessa percentuale, Marina e Pier Silvio si ritroveranno sì con gli incarichi operativi più importanti, ma con il 19,9% del capitale ciascuno e dunque – insieme – con una quota di Fininvest di poco inferiore al 40%. Al contrario, gli altri tre avrebbero in mano il 58% delle quote e dunque la maggioranza dell’azienda. 

Ci sono però numerose altre possibilità sul piatto, a cominciare dalla quota di eredità disponibile prevista dalla legge e pari a un terzo del totale. Si tratta di una parte del patrimonio caduto in successione della quale il testatore può disporre senza alcun vincolo, decidendo liberamente la sua destinazione a prescindere da legami di parentela o simili. Se dunque, per ipotesi, tra i cinque figli fosse distribuito solo il 40,8% delle quote, togliendo il 20,2% di eredità disponibile, gli equilibri sarebbero molto diversi: i tre figli di Veronica Lario si fermerebbero complessivamente al 46% circa e la maggioranza si giocherebbe proprio su quel 20,4% del capitale di quota disponibile di cui Silvio Berlusconi ha potuto disporre come credeva.  

Non solo Fininvest

Dalla distribuzione delle quote di Fininvest passa anche tutto il resto. Nel portafoglio del colosso di Cologno Monzese figurano le partecipazioni in Mfe (47,9%), Mondadori (53,3%), Banca Mediolanum (30%), ed altri investimenti tra cui il Teatro Manzoni (100%). La storica quota del 2% in Mediobanca è invece stata ceduta nel maggio 2021, raccolta soprattutto da Delfin.

Da tenere in considerazione poi anche ciò che rimane fuori dalla Fininvest: case, jet privati, elicotteri, ecc. Su tutto spicca la holding Dolcedrago che ha in pancia molte delle proprietà immobiliari dell’ex Premier, tra le quali l’immobiliare Idra, che a sua volta possiede alcune case di famiglia come Villa Certosa.

L’eredità si impernia dunque su un gioco di incastri e percentuali che potrebbe scontentare o far felice uno dei due rami della famiglia. In ballo ci sono miliardi di euro e il controllo di una delle realtà imprenditoriali più importanti del Paese. 

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