Patrizio Rossano
Tutto il mondo del teatro, come pure quello del cinema e dello spettacolo soffre una crisi gravissima dovuta al Coronavirus. Tenere lontane fisicamente le persone dalla cultura, dai luoghi della conoscenza, della storia e della memoria, non è e non potrà mai essere un segnale positivo. Potrà essere accettato solo e limitatamente per il tempo dell’emergenza, pensando a come, nel frattempo, non perdere contatto con il pubblico. In questo quadro si legge l’appello proposto ieri dal mondo del teatro rivolto alla Rai per “aiutare in questo periodo di forzata chiusura dei teatri sul territorio nazionale a tenere vicino il pubblico che si riconosce nella funzione fondamentale dell’arte teatrale e potrebbe conquistare un pubblico nuovo nel momento della auspicabile riapertura delle sale … Ottimale sarebbe la messa in onda di una ripresa teatrale ogni giorno nei vostri canali tematici e di almeno una a settimana in quelli generalisti per tutto il periodo dellaPandemia”.
Ancora in questo quadro si apprezza particolarmente l’iniziativa del Silvano Toti Globe Theatre con l’apertura dell’Archivio on line di tutta la preziosa attività svolta da quanto è sorto a Roma nella splendida cornice di Villa Borghese, nel 2003, ideato e diretto artisticamente da Gigi Proietti. L’archivio è stato realizzato in collaborazione con il Centro multimediale del Dipartimento di Lingue Letterature e Culture Straniere dell’Università Roma Tre.
Anzitutto una nota di contesto: in un momento dove le persone sono indotte, obbligate, a rimanere in casa, a tenersi separati e distanti tra loro, che ci siano persone che mantengono fermo il proposito di tornare presto allo spettacolo dal vivo, alla partecipazione, al teatro come forma espressiva che giocoforza richiede la presenza dei suoi protagonisti, attori e pubblico, sul palco e in platea, è iniziativa che merita tutto il sostegno possibile. Poi, nel merito, un archivio di teatro (in particolare quello shakespeariano come quello in cui si è specializzato il Toti Globe Theatre) è esso stesso, in un certo senso, parte dello spettacolo teatrale. Si tratta, infatti, di rendere accessibile, universale e fruibile al vasto pubblico, un patrimonio storico e artistico non solo appannaggio degli studiosi e degli specialisti.
Il teatro, come noto, è un evento che per sua natura vive la sua prevalente specificità nell’immediatezza della sua fruizione/partecipazione dello spettatore, nelle emozioni che suscita nel momento e nel luogo in cui si svolge. Nella nuova dimensione assunta dal mondo della comunicazione audiovisiva, caratterizzata da forme, modelli e linguaggi del tutto nuovi rispetto al passato, sarebbe auspicabile che anche il teatro potesse proiettarsi verso queste nuove prospettive. Sono noti i problemi e le limitazioni imposte dal copyright sulle opere artistiche quanto pure è noto che si cerca da più parti di risolvere le ostacoli che esso impone. Da questo punto di vista, l’archivio del Toti Globe Theatre potrebbe esplorare nuove strade per renderlo più “sostanzioso” e maggiormente fruibile nei suoi preziosi contenuti.Si tratta di estendere i suoi territori verso nuove forme e contenuti, dove il suo pubblico non è più solo romano, e allora perché non provare ad immaginare, proprio in questi giorni una forma anche sperimentale di “teatro streaming” esattamente realizzato all’interno della bellissima cornice della sua sede di Villa Borghese? Potrebbe essere un segnale importante in grado di proiettare l’esperienza del Toti Globe Theatre anche oltre il perimetro della sua fenomenale e unica cornice scenica.