La generazione del PC
La generazione che ha creato il personal computer non aveva una fissa particolare per la forma fisica e l’alimentazione. Erano più le auto sportive, la musica, lo sport e altri bizzarri passatempi a catalizzare l’interesse di quei giovani che volevano mettere su ogni tavolo un computer.
Dal 1976 al 1979 Bill Gates sfrecciava, sulle strade tra Seattle e Albuquerque (dove allora stava Microsoft), con la sua Porsche 911, collezionando multe e anche un fermo per eccesso di velocità. La Porsche d’epoca di Gates è andata all’asta nel 2012 e venduta per 80mila dollari a un cittadino tedesco. Oggi Gates possiede tre differenti modelli di Porsche.
Il suo socio, Paul Allen, ha il pallino del rock e si è spinto a costruire, a proprie spese, un museo monografico a Seattle dedicato al rock (Experience Music Project Seattle – EMP). Si tratta di un edificio incredibile progettato dall’archistar Paul Ghery. Pure lo sport lo stimola: è infatti proprietario dal 1997 della squadra di football dei Seattle Seahawks che ha disputato, perdendole, due finali consecutive del SuperBowl.
L’altro fondatore di Microsoft, Steve Ballmer, è invasato dal basket: nel 2014 ha acquistato per 2,5 miliardi di dollari i Los Angeles Clippers che nel nelle stagioni 2012-2013 e 2013-2014 hanno vinto la NBA Pacific Division partecipando così ai playoff.
Satya Nadella, che ha sostituito Ballmer alla guida di Microsoft, è un patito del Cricket e da questo gioco, dove i suoi concittadini indiani primeggiano, sembra avere imparato moltissimo. “Giocare a Cricket a scuola – ha dichiarato – mi ha insegnato molto sul lavoro di gruppo e la leadership, una lezione che mi ha accompagnato in tutta la mia carriera”.
IBM, Gary e Dorothy Kildall e la nascita del PC
La passione per lo sport ha deciso anche il corso della tecnologia dell’ultimo mezzo secolo. Quando IBM era alla ricerca di un sistema operativo per il proprio Personal computer decise di rivolgersi alla Digital Research, una start-up di Pacific Groves sul meraviglioso promontorio di Monterey. Gli executive dell’IBM, nei loro completi blu, si mossero da Armonk (a un’ora da New York) alla volta dell’amena e alternativa località californiana con lo scopo di proporre a Gary Kildall, il fondatore di Digital Research, l’acquisto del suo sistema operativo CP/M.
Arrivati alla casa vittoriana dove era il laboratorio della Digital Research, furono informati in modo piuttosto spiccio che Gary era fuori in deltaplano e non sarebbe rientrato prima di sera. La moglie Dorothy, che aveva un bel caratterino, si rifiutò di firmare, in assenza di Gary, l’accordo di riservatezza messogli davanti dai legali di IBM per iniziare solo a parlare.
E così la trattativa sfumò perché per IBM era inconcepibile che una qualsiasi attività venisse preferita a un incontro con i suoi rappresentanti i quali si erano mossi apposta dalla costa orientale con un volo di 5 ore e mezzo. Allora l’IBM rivolse la stessa proposta a Bill Gates che si inventò il DOS, un clone del CP/M. Il film Silicon Valley racconta bene l’episodio dell’incontro tra Gates e IBM e di come Bill avesse bleffato a proposito del DOS, che poi diventerà MS-DOS.
I fondatori di Apple
Se andiamo in casa Apple i fondatori non erano meno eccentrici dei loro concorrenti di Seattle. Steve Wozniak pilotava un aereo modello A36 Bonanza fino quando nel 1981 a Santa Cruz il velivolo andò in stallo in fase di decollò e precipitò lasciandolo senza memoria per varie settimane. Il referto dell’autorità aereoportuale riferisce che l’incidente era attribuibile alla scarsa familiarità del pilota che veniva definito “persona non qualificata” a pilotare il velivolo. Oggi Woz è un ballerino piuttosto improbabile: in coppia con Karina Smirnoff ha partecipato nel 2009 all’ottava stagione di “Ballando sotto le stelle” edizione ABC dove ha riportato il punteggio più basso ed è entrato in polemica con la giuria con tanto di scuse dovute.
Leggendaria era la fissa di Steve Jobs per l’alimentazione. Anche in questo campo è stato un antesignano. Passato attraverso vari stadi, fruttariano, crudista, vegano, più che alla salute era ossessionato dalla purezza del cibo che non poteva trovare negli alimenti di origine animale o industriale. Si dice che in Italia si sia trovato malissimo e abbia fatto impazzire i suoi accompagnatori nella ricerca di un posto dove mangiare a modo suo. L’altra sua grande manifesta passione era la musica. Prima di lasciarci, Steve ebbe la soddisfazione di vedere su iTunes tutte le canzoni dei Beatles, la sua band prediletta, dopo che Apple aveva chiuso una vecchia disputa sul nome con l’etichetta dei Fab Four, la Apple Records, versandogli 500 milioni di dollari.
Pur conducendo una vita piuttosto frugale e interamente dedita al lavoro, Steve Jobs non disdegnava del tutto le auto di lusso, i jet e gli yatch. Questi interessi piuttosto mondani li derivava dal suo amico Larry Ellison, dal quale acquistò un Gulfstream che rifece completamente. Nel 2014 il jet è stato acquistato da Jony Ive che aveva aiutato Steve ad arredare gli interni. In fatto di auto a tutte preferiva una Mercedes SL55 AMG metallizzata che cambiava ogni sei mesi con uno modello identico così da poter circolare senza targa, visto che la legge in California lo consentiva per le auto nuove di pacca.
La generazione web e social
L’ossessione della generazione che ha creato il web e i social è invece la forma fisica e l’alimentazione. Le due cose sono strettamente legate in un rapporto di reciproca e indissolubile dipendenza.
I media ci raccontano quotidianamente gli sforzi dei tecnologi della Silicon Valley per la forma fisica che vorrebbe essere quella di un vero e proprio palestrato. L’immagine del nerd dinoccolato, flaccido e completamente trascurato nei confronti del proprio fisico, del proprio abbigliamento e della propria alimentazione sta lasciando il posto a quella del supernerd asciutto, scolpito, tonico abbronzato e, perché no, sfacciatamente atletico. E quando i tecnologi si mettono una cosa in testa, diventano maniaci come menti parziali.
Per esempio una signora in là con gli anni, che non si può dire propriamente un nerd, come Arianna Huffington, che ha scritto una pagina importante del nuovo giornalismo, ha lasciato la direzione del suo Huffington Post. Intende dedicarsi a tempo pieno a una nuova start-up che si chiama Thrive Global, dal titolo di un suo libro del 2014. Questa start-up, che appunto vuole essere globale, si occupa interamente di benessere, salute, stress e stili di vita. Dopo un improvviso e inspiegato malore, che le ha cambiato la sua Weltanschauung, Arianna è diventata una missionaria della meditazione, del mindfulness e della forma fisica e mentale.
In quale maniera si stia veramente verificando la metamorfosi del nerd in palestrato, ce lo racconta un divertente articolo dal titolo Revenge of the nerds. Silicon Valley’s geeks are trying to turn themselves into jocks uscito nella rubrica “Schumpeter” dell’Economist. Di seguito offriamo l’articolo in traduzione italiana. È veramente divertente.
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Se 587 chilometri vi sembrano pochi
Alla vigilia del nuovo anno Mark Zuckerberg ha informato il mondo del suo proposito del 2016: percorrere 365 miglia (587 chilometri ) a corsa e ha invitato la legione dei suoi seguaci a fare lo stesso, correndo un miglio al giorno.
Raggiunto prima del previsto il suo obiettivo, Zuckerberg ha iniziato a lavorare sulla sua successiva sfida sportiva: riuscire a competere in modo agonistico nel triathlon. Ma quest’estate è caduto di bicicletta e si è rotto un braccio. Ha comunque continuato ad allenarsi.
È passato il tempo dei nerd che indossavano magliette lasche per dare a vedere che l’aspetto fisico non rientrava nei loro interessi.
Adesso invece indossano magliette attillate per mostrare la forma dei loro bicipiti e del loro torso. Tim Cook, CEO di Apple, è sul tapis-roulant già alle cinque di mattina. Jack Dorsey, il boss di Twitter, è un fan dello squat (sollevamento pesi), delle flessioni del jogging. Brian Chesky, fondatore di Airbnb, è un culturista professionista. Jeff Bezos ed Elon Musk adorano i pettorali.
Perché limitarsi a così comuni attività come correre, andare in bicicletta e sollevare pesi quando si può disporre di miliardi di dollari da bruciare per qualcosa di più ambizioso? Larry Ellison, il presidente di Oracle, compete con le proprie imbarcazioni nelle grandi regate professionistiche (il suo team – BMW Oracle Racing – ha vinto l’ultima edizione della Coppa America). Gioca a tennis a un buon livello e cerca di migliorare la propria tecnica guardando l’Indian Well Masters, che è suo.
Sergey Brin, il fondatore di Google, si fa fotografare sui pattini a rotelle insieme al suo socio Larry Page e si diletta in sport audaci: lo skydiving (paracadutismo sportivo), il roller hockey, l’ultimate Frisbee e il trapezio acrobatico d’altezza. Si può cogliere Brin in pose improbabili mentre cammina a testa in giù in ufficio e si fa vedere in luoghi poco usuali come l’arena del circo dove impara l’arte del trapezio volante o del funambolismo.
Reinventare il concetto di fitness
Un vigoroso regime di esercizio fisico va di pari passo con diete esotiche. Zuckerberg mangia carne che lui stesso si procura con la caccia; dato che vive a San Francisco e lavora 60 ore a settimana significa che di fatto è vegetariano. Dorsey segue la paleodieta o dieta delle caverne (niente glutine, latticini, zucchero o alcol). Non è che l’ossessione della salute si limiti a pochi fanatici al vertice delle aziende più famose.
Tutte le imprese tecnologiche si attendono dai loro dipendenti un’attività fisica intensa e rendono disponibili attrezzature per esercitarla come pareti per l’arrampicata. Per le strade di San Francisco, oltre che nei barboni, ci si imbatte di continuo in palestre che offrono servizi ginnici come il SoulCycle (“pedalare con l’anima”, una ciclette dalla forma particolare di cui è fanatica Michelle Obama), come pure il CrossFit training, la Zumba dancing. Le palestre, a loro volta, confinano spesso con un ristorante che serve cibo senza glutine o macrobiotico.
Com’era prevedibile la Silicon Valley, come ha fatto in innumerevoli altri casi, sta cercando di reinventare il concetto di fitness. Nella valle la faccenda del fitness è vista come un comparto del software: programmi di raccolta ed elaborazione dei dati e come uno dell’hardware: dispositivi, bande con sensori e altri gadget con cui adornare il corpo per misurarne le reazioni a certi stimoli e fornire materiale al software.
Inoltre i supernerd passano all’azione diretta: si approvvigionano dei più stravaganti aggeggi per allenarsi come monocicli auto-bilanciati (specie di overboard, ma con una sola ruota invece di due) e tricicli acquatici. Alex Debelov, il CEO di Virool, una piattaforma di pubblicità video, ha una maschera che filtra l’aria per ricavare ossigeno così da ottimizzare il tempo delle sedute di allenamento.
Reinventare l’economia del fitness
In modo altrettanto prevedibile, la Silicon Valley sta cercando di reinventare l’economia del fitness. L’ex boss di Twitter, Dick Costolo, sta lavorando a una piattaforma software progettata per aiutare la gente ad allenarsi insieme e motivarvi a vicenda. Zepp Labs aiuta i i golfisti, i tennisti e i cestisti a migliorare le loro prestazioni raccogliendo dati sulla loro attività attraverso sensori 3-D. Strava, un’applicazione per mobile, consente ai ciclisti e ai jogger di competere con altri praticanti della stessa attività anche se vivono a migliaia di chilometri di distanza.
Ci sono due ragioni per le quali i leader tecnologici sono ossessionati con lo stile di vita sana. La prima è che l’élite americana in generale ha riscoperto la locuzione latina “mens sana in corpore sano” (Giovenale, Satire, X. 356). Essere in forma aiuta il pensiero e riempie di energia, anche se la produttività individuale negli Stati Uniti era molto più alta quando andavano di moda tre Martini a pranzo e una bistecca a cena. La seconda ragione è che la California è stata sempre la capitale culturale dello stare in forma: basta guardare i surfisti di San Diego e i culturisti di Venice Beach. Se metti insieme le persone più ambiziose d’America con lo Stato più ossessionato con il corpo, otterrai l’inevitabile diffusione della mania della forma fisica. Ed è quello che è successo.
La rivincita dei secchioni sedentari
C’è una spiegazione ancor più intrigante: la rivincita dei nerd. Nella scuola superiore americana c’è sempre stata divisione tra tipi atletici e cinetici e secchioni sedentari. Quest’ultimi eccellono a scuola. Ma i tipi atletici eccellono in tutto quello che importa a ragazzi di quella età – primeggiare nello sport, vincere le gare di corsa e attrarre le ragazze. Con la rivoluzione tecnologica i secchioni hanno avuto la loro rivincita sui tipi atletici guadagnando tanti di quei soldi che gli atletici neppure si sarebbero potuti o si possono sognare.
Adesso sono andati oltre e hanno sfidato i tipi atletici sul loro stesso terreno. L’atletico non può mai fare meglio di loro in algebra o nel conquistare posizioni di potere e responsabilità (e in effetti molti tipi, che sono atletici in gioventù, prendono chili invecchiando), ma il secchione può davvero diventare un maschio dominante sul piano fisico e intellettuale, soprattutto se può permettersi di ingaggiare personal trainer e dietologi.
Quello di cui hanno bisogno è un lavaggio del cervello e tute calzamaglia per allenarsi.
Una escalation spaziale
Sta di fatto che, per quanto possano palestrarsi, i supernerd non potranno rimuovere i ricordi degli anni di scuola. Chris Anderson, il CEO di 3D Robotics (una start-up di droni) ed ex-direttore di “Wired”, argomenta che gli alpha-nerd sono condannati, non solo alla ricerca di una super rivincita, ma sono presi in un vortice ascensionale nella competizione con i tipi atletici. Il windsurf porta al kitesurf che conduce al flyboard. I pattini a rotelle portano al volopattino che apre la strada al monociclo. Il monociclo porta al funambolismo che porta al trapezio volante che, a sua volta, spinge verso il paracadutismo sportivo. Il paracadutismo fa nascere la voglia di pilotare un aereo da cui si sale al jet che induce il successivo finale passo: il viaggio extraterrestre. E si finisce qui perché, per ora, non c’è altro.
La mania della Silicon Valley per la forma fisica ha ancora una lunga strada da percorrere. Ma lo spasmo che l’alimenta è eterno. I miliardari della tecnologia possono scolpire i loro corpi con macchinari tecnologici e con diete scientificamente somministrate. Possono farsi lanciare nello spazio siderale. Possono perfino scoprire la formula dell’eterna giovinezza. Ma, mentre sono in orbita intorno alla terra in una forma fisica smagliante e ringiovaniti come un ventenne, i loro conti in banca si gonfieranno con altri tre zeri ed è ciò che appagherà di più il loro ego più profondo; proprio loro i secchioni gracili, codardi e dileggiati che sudavano e si sentivano meschini di fronte al compagno di classe palestrato e super atletico.
Se quindi siete dei nerd e le ragazze vi evitano, non preoccupatevi. Potete avere la vostra bella e definitiva rivincita.