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Silicon Valley, l’umiliante corsa dei big di Internet a salire sul carro del vincitore Donald Trump

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L’avvocato Agnelli diceva sempre che la Fiat era governativa per definizione. Non era pensabile che la più grande azienda italiana si mettesse di traverso e non avesse buoni rapporti con il Governo con cui doveva dialogare ogni giorno. E’ una regola universale che vale per tutte le aziende che devono fare business e non politica e che devono ovviamente interloquire con il potere esecutivo. Ma c’è modo e modo. Il dialogo con il Governo non implica necessariamente la genuflessione che è invece la cifra dominante e umiliante in questi giorni alla corte di Trump. Sembrano “Re magi che portano doni per l’inaugurazione della presidenza Trump” ha scritto sarcasticamente Massimo Gaggi sul Corriere della Sera. Che penoso spettacolo quello dei big di Internet e dei pionieri della Silicon Valley: tutti pronti a salire di corsa sul carro del vincitore del nuovo Presidente americano Donald Trump. Ha cominciato l’astuto e sconcertante Elon Musk ma molti si sono accodati, come da ultimo Mark Zuckerberg, pronto a dare campo libero alle fake news per onorare The Donald. Ma anche Microsoft, Facebook e Google non si sono fatti molti scrupoli. Triste storia.

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Categories: Politica