Siemens e Mitsubishi rilanciano e semplificano la loro offerta per Alstom, conteso all’americana General Electric. Il colosso tedesco e il suo alleato giapponese hanno alzato di 400 milioni di euro la loro valutazione delle attività energetiche del conglomerato francese, portandola a 14,6 miliardi. “L’offerta in contanti – riferisce una nota – è stata aumentata di 1,2 miliardi a 8,2 miliardi e Siemens si è detta disponibile a joint venture nelle attività di segnalazione”.
Dall’altra parte della barricata rimane l’offerta da 12,35 miliardi avanzata da GE non per l’intera Alstom, ma solamente per la divisione energetica, che produce il 70% del fatturato complessivo del gruppo. Ieri, inoltre, General Electric aveva alzato il tiro presentando un’offerta migliorata con concessioni al governo francese. Ge ha proposto di creare tre joint venture paritarie (turbine a vapore, reti e fonti rinnovabili) con il gruppo francese Alstom e vendere la sua attività di segnalazione.
Intanto, oggi all’Eliseo si assisterà a un rapido avvicendamento di manager. Nel pomeriggio il presidente François Hollande riceverà prima il numero uno di Ge Jeffrey Immelt, assieme ai responsabili per la Francia, poi il capo di Siemens Joe Kaeser e il rappresentante di Mitsubishi Heavy Industries, dopo il rientro in patria dell’aministratore delegato Shunichi Miyanaga.
Agli incontri con Hollande parteciperà una nutrita delegazione governativa: oltre al premier Manuel Valls, i ministri dell’Economia Arnaud Montebourg, dell’Energia Ségolène Royal e il direttore dell’agenzia per le partecipazioni statali David Azema. Il quartetto è stato ricevuto già stamattina dal presidente per analizzare la situazione.
La decisione definitiva del governo e delle parti industriali dovrebbe arrivare a breve, poiché l’offerta di GE scade ufficialmente lunedì. Fonti del ministero dell’Economia citate dall’agenzia France Presse precisano che lo Stato francese potrebbe riservarsi in ogni caso una quota di capitale per mantenere la presa sulle attività di Alstom nel nucleare.
Siemens, invece, punta alle turbine a gas, per le quali è disposta a sborsare 4,3 miliardi di euro. Mistrubishi, infine, è pronta a assumere il 40% di una holding in cui far confluire le turbine a vapore (quelle usate nelle centrali atomiche), le attività sull’idraulica e le reti di Alstom.
Per quanto riguarda le attività ferroviarie, le due alleate vorrebbero rinviare le decisioni a dopo che sarà stato regolato il capitolo energia.