Quante volte lo Stato si è posto il problema di istituire l’obbligatorietà di corsi di guida sicura per chi prende la patente? Molte volte, ma senza raggiungere risultati. Spesso sono state le Associazioni che si battono per la sicurezza stradale a riproporre la questione in occasioni di tragedie della strada. La Società Autostrade fa del proprio meglio con campagne pubblicitarie, avvisi e tutorial, ma il peso delle sciagure è sulla coscienza di tutti gli automobilisti. Di fatto, a prescindere dallo Stato che non ha norme definitive , ci sono organizzazioni che curano questi corsi per elevare la qualità di guida di un automobile. Il discorso riguarda particolarmente i giovani che escono dalle scuole guida certi di potersi mettere al volante senza altre eccessive preoccupazioni. Salvatore Ambrosino, CEO di Guida e Vai, sta invece avendo successo con corsi di guida sicura dopo aver portato in aula 100 istruttori di ogni parte d’Italia. Fa addestramento a chi addestra coloro che aspirano alla patente di guida. Meglio di un tutorial online, giunto ormai alla seconda edizione.
Il progetto, complessivamente ispirato alla sicurezza stradale, si chiama “Guida e vai con sicurezza” ed è l’unico oggi in Italia. “Siamo molto orgogliosi dell’entusiasmo con cui l’iniziativa è stata accolta dalle autoscuole, ma prima di tutto dagli allievi stessi” dice Ambrosino. In sostanza è la Società Reddoak – con un fatturato di oltre 5 milioni di euro- che si è specializzata nella ricerca e sviluppo di applicazioni tecnologiche avanzate. In pochi anni ha creato un ecosistema di soluzioni e servizi per perfezionare l’addestramento e i test di guida.
I corsi di guida sicura e le migliaia di vittime della strada
Le prime Regioni a confrontarsi con il progetto sono state Lombardia e Piemonte.La prossima potrebbe essere la Puglia. “Il valore distintivo di Guida e Vai con Sicurezza è l’essere stato in grado, laddove altri non sono riusciti, di creare le giuste opportunità formative, attraverso “un’esperienza diretta” seppur simulata e realizzata in un contesto protetto. ”E’ più che una sperimentazione in pista con l’obiettivo di rendere obbligatorio il corso di guida sicura agli allievi, prima di sostenere l’esame di abilitazione finale alla patente. Nel 2020, in Italia ci sono stati 120mila incidenti stradali con lesioni a persone, con 2.395 morti e circa 160mila feriti. Il progetto per la sicurezza stradale promuove comportamenti responsabili proprio per ridurre il più possibile il numero degli incidenti e delle vittime della strada. Sta nascendo una sorta di autoscuola 2.0 che considera l’incolumità delle persone come un valore da tutelare ? Forse si. “In Lombardia, ad esempio – aggiunge Ambrosino – nel giro di un paio di giorni dall’apertura delle iscrizioni, sono stati prenotati tutti gli slot messi a disposizione, rendendo necessaria l’aggiunta di nuove date. ”Un risultato sorprendente che dà la cifra di quanto la guida consapevole, ben preparata sia un tema fortemente sentito tra i giovani e le loro famiglie.
Dentro i piazzali dei circuiti prescelti, gli istruttori abilitati trasmettono nozioni teoriche, oltre a vivere direttamente le situazioni critiche. Al termine di ogni modulo viene rilasciato un attestato di partecipazione nominativo, che vuol essere un riconoscimento all’impegno del singolo. ”Ad ogni modo entro tre anni si pensa ad una piattaforma nazionale per lavorare in ogni Regione, dove si troverà un pista pista convenzionata, un programma didattico e un pool di istruttori abilitati all’insegnamento dei corsi. Se dovessero arrivare anche regole dallo Stato tanto meglio, perché la guida spericolata fa paura a tutti.