Nello Musumeci vince in Sicilia su Giancarlo Cancelleri e dopo un testa a testa nella mattinata, alle 13:50, quando sono state scrutinate 1.596 sezioni su 5.300, conquista il 38,9% dei voti, circa tre punti sopra il suo contendente M5S, fermo al 35,7%. Seguono Fabrizio Micari (Centrosinistra) col 18,6%, Claudio Fava (Sinistra) col 6% e Roberto La Rosa (indipendentisti) con lo 0,72%. I dati sono dell’ufficio elettorale della regione siciliana.
E già arrivano le prime ripercussioni dell’esito elettorale, con Luigi Di Maio che si defila dal confronto in Tv con Matteo Renzi, previsto per martedì sera a “Di martedì” di Giovanni Floris su La7. Il candidato premier dei Cinque Stelle si chiama fuori: a sostituirlo sarà, a quanto sembra, Alessandro Di Battista, in un “confronto indiretto” (due interviste separate) con Matteo Renzi, che invece conferma la sua partecipazione.
Da candidato premier del @Mov5Stelle mi confronterò con i candidati premier dei partiti. Dopo il voto di oggi il Pd non ha più un leader.
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 6 novembre 2017
Di Maio: hai scelto la data, la TV, il conduttore. E adesso scappi?
Un #leader non fugge.
Ci vediamo domani da Floris a La7, ore 21.30— Matteo Renzi (@matteorenzi) 6 novembre 2017
L’affluenza si è fermata al 46,7%, circa un punto percentuale in meno delle precedenti regionali.
Nel dettaglio, tra le liste che sostengono Musumeci, Forza Italia è al 16%, mentre#Diventerà bellissima viaggia al 6,20% e Fratelli d’Italia più Salvini al 4,4%. Il risultato delle due liste, quella direttamente legata al nuovo presidente in pectore dovrebbe riuscire a superare la soglia del 5% necessarie per entrare all’assemblea siciliana, e l’altra voluta da Meloni, sommate insieme si avvicinano al risultato di FI e in un certo senso la pungolano.
Quanto a Cancelleri, il candidato grillino, come detto, ha raggiunto il 35,5%, ma il Movimento 5 Stelle si è fermato al 27,60%, dunque rimane da capire da dove arrivino i circa 8 punti percentuali di differenza. Alle regionali, va ricordato, è smesso il voto disgiunto: è quindi possibile votare il candidato e non il partito che lo sostiene.
Intanto, alle 13.30 a Catania
erano state scrutinate soltanto cinque sezioni su 1.330. Proprio nella città roccaforte di Musumeci, infatti, 100 presidenti di seggio su 330 si sono dimessi poco prima del voto, rallentando le operazioni.