Nella primavera appena conclusa, rispetto alle temperature, “in Italia si è registrata un’anomalia di +1,9 gradi e si è trattato della terza primavera più asciutta con un deficit di quasi il 50% rispetto al periodo 1971-2000”. Inoltre, “le precipitazioni sono state inferiori alla media con la primavera meteorologica che si classifica in Italia come la terza più asciutta dal 1800 e un deficit idrico di quasi il 50% dopo che anche l’inverno si era classificato al terzo posto tra i più asciutti con il 48% di precipitazioni in meno”. Ovvero nel 2017 mancherebbero all’appello circa 20 miliardi di metri cubi d’acqua sull’intero territorio nazionale, un volume d’acqua pari all’intero lago di Como.
È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati climatologici del Noaa, il National Climatic Data Centre, dai quali emerge che “a livello planetario la temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani è stata la seconda più elevata mai registrata nel periodo, addirittura superiore di 0,29 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo”.
“Gli agricoltori – continua la Coldiretti – devono ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni”. “Sono a rischio dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche girasoli, i vigneti e il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte per i grandi formaggi tipici”. “Lo stress da caldo – ha aggiunto – ha colpito anche gli animali nelle fattorie dove le mucche che con le alte temperature stanno producendo fino al 20% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali”. La siccità che ha colpito l’intera Penisola. Temperatura primaverili superiori alla media si sono registrate in tutta Europa, in Africa e buona parte del Nord America.
“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”, afferma il presidente della Coldiretti e vicepresidente degli agricoltori europei (Copa), Roberto Moncalvo, sottolineando che “servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico”.