Dopo la grande manifestazione di Torino, organizzata dalle sette donne imprenditrici, continua il vento a favore del “Sì” e lo fa sempre nel capoluogo piemontese, dove oggi Confindustria e altre 11 associazioni imprenditoriali (dai commercianti agli artigiani fino alle cooperative) si riuniscono per dire nuovamente sì non solo alla Tav, ma anche alle infrastrutture e alla crescita. Dopo quello della società civile, che ha portato 30.000 persone in piazza San Carlo per dire Sì non solo alla Tav ma anche alle Olimpiadi e in generale per arginare il fronte del No legato al Movimento 5 Stelle, arriva ora anche lo strappo delle imprese contro il governo gialloverde.
“A noi imprenditori – precisa però Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria – non interessa fare l’opposizione al governo. Non è questo il nostro compito anche se la debolezza dell’opposizione politica è un problema per la nostra democrazia. Il mondo della produzione sa che non può più stare zitto. Lanciamo un allarme: senza crescita rischiamo di finire dentro un’altra recessione”.
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“E’ finito il tempo degli alibi – ha proseguito Boccia intervistato da Repubblica -, quello del capitalismo di relazione, dei poteri forti. Quel mondo non c’è più e siamo noi industriali i primi a saperlo. Qui sono in campo tutti i protagonisti della produzione, è il popolo dei produttori che manda un segnale. Dodici associazioni imprenditoriali insieme per dire sì alla Tav, alle infrastrutture, alla crescita. Protagonisti dell’industria, del commercio, dell’artigianato, dell’agricoltura, della cooperazione che non si rassegnano all’immobilismo. C’è da riflettere su, non crede? A me pare un bel segnale. Questa è una svolta”.