Nei Nebrodi, nel cuore della Sicilia. In uno di parchi più belli d’Italia dove l’ambiente e l’habitat viene difeso anche contro il malaffare. L’ex Presidente scampato ad un attentato per difendere terre e contesto naturalistico . C’è storia, ci sono tradizioni culturali e di lavoro che con sacrifici immani si cerca di mantenere. Impegni quotidiani di buona volontà e di collaborazione tra enti ed istituzioni. A Troina fino ai primi di agosto si scava nell’area demaniale Catena. È appena partita la terza campagna di scavi archeologici dell’Università di Messina. Si ricostruisce la storia della città. Un progetto avviato negli anni ’70 replicato poi nel 2017 e 2018.
Aveva iniziato l’ archeologo Giacomo Scibona , ma ora la professoressa Caterina Ingoglia, insieme a Lorenzo Zurla, hanno ripreso le ricerche già intraprese insieme a studenti, laureati e specializzati, che hanno scelto di aderire alla proposta didattica per ampliare la loro formazione di archeologi sul campo. A Catena ci sono 25 allievi che si sono distinti per brillanti risultati ottenuti e capacità di lavoro . Futuri studiosi di civiltà straordinarie . Stavolta concentrano il proprio lavoro specifico nell’area orientale della “Rocca” , perché ci sono ancora dubbi storici sulle origini di Troina. Prima di partire il team si è chiesto : quando nacque, per quanto tempo venne abitata, c’è stata continuità tra le diverse fasi abitative, come era organizzata , quale il nome dell’antico sito che esiste sotto l’attuale Troina. Mi auguro che quest’anno – dice la professoressa Ingoglia – l’area di Catena riveli tutte le sue potenzialità, per consegnare finalmente ai troinesi una parte importante e sconosciuta della loro storia.
Il Comune è tra i più interessati alla valorizzazione del sito.“Con questa nuova campagna – aggiunge il sindaco Fabio Venezia – continua il progetto di valorizzazione dei nostri beni culturali che, ci auguriamo, possa fare piena luce sulla Troina dell’età ellenistica e romana e consentire una piena fruizione dell’area archeologica e dei suoi numerosi reperti.” L’Amministrazione comunale del resto è impegnata anche nella creazione del museo archeologico, dove saranno esposti proprio i reperti frutto delle ricerche.
La campagna di scavi scaturisce da un protocollo d’intesa, sottoscritto nel 2016 tra il Comune e il Dipartimento di civiltà antiche e moderne dell’Università di Messina. Un esempio virtuoso di intesa e di attenzione per la cultura. La Sicilia avrebbe bisogno di più soldi e di progetti concreti, perché la storia l’ha resa ricca. In questo caso il Comune si occupa si sostenere e fornire ospitalità e supporto logistico per le attività di studio e scavo nel territorio. L’Unjversitá conduce i progetti , cataloga i reperti e supporterà la nascita del Museo. L’attività di ricerca , più in dettaglio , prevede l’indagine su un palinsesto straordinario della storia della città , con contesti che spaziano dalla necropoli all’abitato. In arrivo a dare supporto, anche studenti di Firenze, Trento, Palermo, Milano, Cosenza e Malaga. Al progetto si sono associati anche l’archeologa e antropologa Elena Varotto, il professor Francesco Galassi della Flinders University in Australia ed i titolari del Centro Fapab (Forensic Anthropology, Paleopathology and Bioarchaeology Research Center) di Avola, il laboratorio internazionale specializzato in studi multidisciplinari. Altra eccellenza siciliana stimata da mezzo mondo.